sabato 25 giugno 2022

I servizi segreti stranieri visti da un generale franchista nel 1941

Il tenente generale Manuel Chamorro, Capitán General de la II Región Militar, con sede in Siviglia in visita a Ceuta nel 1968 (tratto da https://elfarodeceuta.es/1968-cuandoceuta-dejo-de-ser-capitania-general/) - Fonte: Flavio Carbone, art. cit. infra

[...] Il testo costituisce la traduzione dallo spagnolo di uno studio del tenente colonnello Manuel Chamorro. Gli interventi stilistici apportati alla traduzione presenti nel testo allegato costituiscono la revisione, a sua volta sottoposta a modifiche, nella stesura finale. Il fascicolo presente in Documentoteca da cui è stata tratta la trascrizione contiene unicamente la traduzione della relazione di Chamorro con gli allegati (in spagnolo) e non ha altre carte in grado di chiarire le ragioni del versamento di tale documento, né il contesto di produzione che ha poi consentito agli archivi dell’Arma dei Carabinieri Reali di custodire la relazione in questione <3.
Dunque, secondo quanto contenuto nella introduzione del testo <4 e nella presenza del medesimo nell’archivio storico dei Carabinieri che questo sia stato redatto almeno per una possibile pubblicazione su una rivista dell’Arma.
In particolare, sulla Rivista dei Carabinieri Reali del 1941 <5, nella rassegna di studi militari, fu pubblicato l’articolo “Il servizio d’informazione militare” all’interno della rubrica «rassegna di studi militari» <6 con la sigla d.t. senza tuttavia escludere possibili ulteriori impieghi del documento.
In linea generale, va ricordato che la Rivista dei Carabinieri Reali, apparsa tra il 1934 e il 1943, aveva iniziato ad accogliere contributi dedicati alla Spagna o redatti da autori spagnoli sin dal 1938, con un primo studio riservato alla Guardia Civil <7.
Dunque, vi sono due aspetti da chiarire: il rapporto tra la Rivista dei Carabinieri Reali e il contesto europeo dell’epoca e l’attenzione alle questioni di Intelligence come in questo caso. Sin dai suoi esordi, si può apprezzare una certa attenzione del periodico edito dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali e sotto la responsabilità del suo capo di stato maggiore di inserirsi come una rivista di livello e qualità nel panorama delle riviste militari del periodo.
In questo senso, la rivista accolse contributi scritti da personaggi stranieri o reperiti in altre testate e tradotti per la successiva pubblicazione in quelle pagine.
A solo titolo di esempio, si possono ricordare lo studio citato poc’anzi a proposito della Guardia Civil o l’articolo siglato da Moreau in merito alla Gendarmerie Nationale francese <8. Insieme a contributi di primo piano, si inseriscono altri estratti da periodici stranieri del periodo in versione ridotta e sintetizzata come nel caso in questione.
[...] Innanzitutto, va precisato che il testo risulta firmato «d.t.» che potrebbe essere ritenuto il traduttore o, quantomeno, l’ufficiale che ha proceduto alla semplificazione dell’articolo originario. Allo stato, le iniziali potrebbero essere del tenente colonnello Dino Tabellini, un ufficiale dell’Arma che diede alle stampe numerosi contributi sulla rivista in questione.
Il titolo dell’articolo è il medesimo di quello di Chamorro, ma l’autore di questo contributo, d.t., personalizza e semplifica quanto riportato dallo spagnolo nella rivista Ejército del settembre 1941 <10.
[...] Il rinvenimento presso l’archivio storico dell’Ufficio Storico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri della traduzione dell’articolo di Manuel Chamorro apre in definitiva nuove opportunità per la definizione di aspetti meno noti delle attività di carattere informativo tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta. Lo scambio di esperienze e la presenza dei servizi italiani e tedeschi a fianco di Franco rappresentano sicuramente modelli a cui fare riferimento, anche se emerge chiaramente che alla fine il servizio tedesco fosse quello che aveva maggiore appeal almeno in ambito europeo. Tuttavia la visita dello spagnolo nell’ambito della delegazione presente in Italia nel 1940 lascia pensare che ci sia stato comunque l’interesse di comprendere meglio il funzionamento della struttura dei servizi informativi militari (e solo di quelli) da parte spagnola.
L’articolo apparso in Spagna sottolinea comunque un interesse verso un settore che, per la sua stessa natura, si era dimostrato poco disponibile alla divulgazione. In questo senso, sembra interessante che il testo di Chamorro sia giunto a Roma attraverso una traduzione che poi è stata comunque sottoposta a interventi piuttosto importanti prima della stampa sulla Rivista dei Carabinieri Reali. Ecco che l’autore non è più ufficialmente il colonnello spagnolo ma si sostituisce un altro militare, forse Dino Tabellini che ebbe tanta parte nella stesura di contributi apparsi nel corso degli anni sulla rivista.
Resta significativo il lavoro, sia pure di taglio divulgativo, che Chamorro realizza e presenta a favore della collettività dei lettori di Ejército. Non si conosce la sua eventuale disponibilità a pubblicare o a far pubblicare il suo intervento in Italia, ma l’articolo giunge nella Penisola per essere stampato nel 1941 oramai con le operazioni militari in pieno svolgimento e con i primi scricchiolii della fedeltà assoluta agli ideali fascisti.
[NOTE]
3 Archivio Storico dell’Ufficio Storico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri (ASACC), Documentoteca, f. 241.9 “SERVIZIO INFORMAZIONE MILITARE - Funzioni, attività e scopii prefissi (relazione) 1940”.
4 Nella introduzione si fa esplicito riferimento a «la pubblicazione di un lavoro sul Servizio d’informazioni militari potrebbe sembrare, a prima vista, inopportuna e indiscreta».
5 Chi scrive ha avviato da tempo alcune attività dedicate allo studio della pubblicistica dell’Arma dei Carabinieri o per l’Arma dei Carabinieri delle quali la prossima in fase di stesura è dedicata proprio alla Rivista dei Carabinieri Reali. Un primo contributo è apparso col titolo «La stampa per l’Arma in età umbertina. Il Carabiniere. Giornale settimanale illustrato», in Nicola Labanca (cur.), Fogli in uniforme. La stampa per i militari nell’Italia liberale, Milano, Unicopli, 2016, pp. 105-151. 6 d. t., «Il servizio d’informazione militare», Rivista dei Carabinieri Reali - Rassegna di studi militari e professionali, a. VIII, n. 5, pp. 364-368.
7 Emilio Fernandez Perez, «Brevi considerazioni sulla Guardia Civile Spagnola», Rivista dei Carabinieri Reali, a. V (1938), n. 4, pp. 117-124 (traduzione a cura del colonnello Alfredo Ferrari). Fernandez Perez (8 luglio 1871 - 19 dicembre 1941), tenente generale, fu ispettore generale della Guardia Civile spagnola nella zona franchista. Con il successo della dittatura, negli anni successivi comparvero sulla rivista alcuni contributi dedicati alla situazione in Spagna.
8 F. Moreau (della gendarmeria francese), «In margine al servizio speciale», Rivista dei Carabinieri Reali, a. IV (1937), n. 2, pp. 61-66.
10 E’ possibile che l’interesse di Tabellini per il SIM spagnolo sia collegato a qualche sua esperienza nell’ambito della c. d. Operazione Militare Spagna (O. M. S.), per quanto la sua scheda biografica presso l’Ufficio Storico dell’Arma non menzioni alcun suo impiego ad esso correlato (ASACC, Documentoteca, ad nomen). Sull’impiego del SIM in Spagna, M. G. Pasqualini, Carte segrete dell’intelligence italiana. 1919-1949 cit., pp. 95-104.
Flavio Carbone, Dalla Spagna all’Italia: Il Servizio d’Informazione Militare in Europa nelle pagine della Rivista dei Carabinieri Reali in (a cura di) Gérald Arboit, Intelligence militare, guerra clandestina e Operazioni Speciali, Fascicolo Speciale 2021, Nuova Antologia Militare 
 

Copertina della Rivista dei Carabinieri Reali (bimestre gennaio - febbraio 1941) - Fonte: Flavio Carbone, art. cit. infra

[n.d.r.: qui segue - messa in corsivo - una selezione di parti dell'articolo del generale spagnolo, tradotto in italiano per la menzionata rivista dei carabinieri italiani]
[...] Il servizio segreto inglese costituisce un organo o, per meglio dire, un’organizzazione inter-imperiale con vaste ed estese ramificazioni in tutto il mondo.
La centrale si trova a Londra, in seno al governo britannico, spettando la suprema direzione del S.S. (Servizio segreto) al Ministero per la coordinazione della difesa <17, verso il quale gli altri ministeri hanno un[‘]effettiva dipendenza informativa.

(17 Con l’ultima riorganizzazione ministeriale, questo ministero è stato soppresso e sostituito da un Comitato dei ministri della difesa, la cui presidenza è stata assunta da Churchil [l]. Questo Comitato è attualmente l’organo supremo del S.S. britannico.)
A dire il vero nessuno conosce esattamente la macchina complicata del servizio d’informazione britannico. Qui possiamo solo affermare che la sua organizzazione rimonta a Cromwell e che durante molti secoli esso ha costituito il principale strumento dell’espansione inglese e il severo tutore dell’Impero britannico.
In effetti, in ogni porto, in ogni nodo ferroviario importante, in ogni punto di obbligato passaggio, in ogni centro commerciale o industriale del mondo esiste una cellula britannica e la sua presenza è perfettamente giustificata da interessi legittimi.
In quanto alla sua struttura organica, l’intelligence service ha, oltre al capo del servizio, un secondo capo, tre delegati (uno al ministero degli affari esteri, l’altro al ministero dei domini e il terzo a quello degli interni), cinque grandi sezione d’informazione (esercito, marina, [10] aeronautica, diplomatica ed economica) e due Special Intelligence Departments: il Colonial Service e l’Indian Department.
Riferendoci particolarmente a quello del Ministero della guerra che più ci interessa, il S.S. prende il nome di Military Intelligence, con funzioni analoghe a quelle del servizio d’informazione militare degli eserciti delle altre nazioni.
Il Military Intelligence si divide in cinque grandi uffici con i compiti qui appresso indicati:
- M.I - 1: raccolta d’informazioni;
- M.I - 2: studio e interpretazione vaglio delle informazioni e della situazione riferentesi all’Europa;
- M.I - 3: idem, idem, idem riferentisi agli altri paesi;
- M.I - 4: controspionaggio;
- M.I - 5: istituto geografico militare.
Come si vede, il primo ufficio (M.I - 1) svolge tratta la parte offensiva del servizio; il secondo, terzo e quinto (M.I - 2, M.I - 3, M.I - 5), la parte statistica, e il quarto ufficio (M.I - 4) la parte difensiva del servizio.
Negli altri ministeri militari (marina e aria) e in quello delle colonie esistono organizzazioni analoghe a quelle indicate per l’esercito. Il ministero dei dominii, in ispecie, assicura il coordinamento [ill.] con cogli uffici distaccati in altri Stati membri del Comm[on] we[a]lth britannico.
I mezzi finanziari del S.S. sono ingenti per non dire illimitati. A parte l’assegnazione normale di 250 milioni di lire sterline all’anno e a parte l’amministrazione dei fondi segreti governativi, il S.S. dispone di fondi e risorse notevoli, dal momento che, valendosi della priorità nella conoscenza delle notizie, può, sotto il punto di vista finanziario conseguire lauti guadagni nei giuochi di borsa sui differenti mercati borsistici del mondo.
Il servizio d’informazione degli Stati Uniti è organizzato e si orienta sulle linee generali del servizio d’informazione britannico, poiché, sino [11] ad un certo punto, deve risolvere problemi analoghi e far fronte alle medesime necessità.
2° - Sistema sovietico.
Il sistema sovietico si basa su principi completamente diversi da quelli indicati per il sistema inglese.
I Soviets trovano più utile ed economico, per raccogliere informazioni di carattere militare, impiegare la medesima rete che utilizzano per diffondere nel mondo l’idea comunista; per conseguenza, l’azione informativa si svolge parallelamente a quella della propaganda bolscevica.
le centrali e le cellule comuniste dei vari paesi vengono ad essere altrettante centrali e cellule di spionaggio, le quali utilizzano individui appartenenti ai ceti sociali inferiori, che s’infiltrano dappertutto e che, se non vengono energicamente controllati dalle autorità, possono costituire un serio pericolo ed arrecare danni gravissimi.
Possiamo dire che il sistema sovietico è un sistema centrale.
In effetti, le ambasciate sovietiche [inizialmente al singolare], nei paesi in cui l’U.R.S.S. gode di questa rappresentanza, o le delegazioni, in quelle ove non hanno questo esiste tale organo diplomatico (generalmente queste delegazioni hanno carattere commerciale) dirigono e tengono nelle loro mani le fila delle reti di spionaggio. Parallelamente alle ambasciate lavora il partito comunista locale, fedele esecutore delle direttive del Comintern che, con le sue cellule e con i suoi uomini, penetra nelle organizzazioni del paese e ne scava profondamente le fondamenta basi.
È costituito, in generale da individui umili e privi di volontà personalità, come quelli che meglio possono servire a tale attività; gente che si accontenta di poco e che, senza considerare le conseguire dei suoi atti, esegue quasi macchinalmente gli ordini ricevuti dagli organi superiori.
Il Comintern, per parte sua, ha studiato a fondo (in base all’esperienza fornita dai movimenti e dalle rivoluzioni scatenate in diversi Stati) il modo migliore di utilizzare codesta gente ed è arrivato ad organizzare corsi per i dirigenti comunisti del[l]l diverse nazioni, allo scopo di conseguire [12] unità di dottrina e di direzione indirizzo.
Se riesaminiamo qualcuno dei molti documenti caduti in nostro potere durante la nostra guerra di liberazione, potremo meglio comprendere ricordare sino a quel punto giungono la minuziosità e le precauzioni nella preparazione di queste rivoluzioni.
3 - Sistema germanico.
In generale, possiamo affermare che il servizio d’informazione tedesco, come del resto [quello] delle altre nazioni di Europa (Francia, Italia, Peasi Balcanici, ecc.) ha un carattere prevalentemente militare che lo distingue dalle altre attività informative e che è in contatto coi sistemi di tipo britannico o sovietico. Ciò deriva dal fatto che tutti i paesi europei confinano con un determinato numero di Stati grandi o piccoli, da parte dei quali si può temere sempre, o quasi sempre, qualche sorpresa e tra i quali esiste, generalmente, reciprocità di aspirazioni e di rivendicazioni. Questo fatto, in uno alle continue fluttuazioni della politica internazionale, soprattutto in questi ultimi anni, rende necessario d’altra parte intensificare la vigilanza sugli organismi militari dei paesi vicini e star sempre in attitudine di allerta rispetto a questi ultimi.
[...] 4. - Sistema francese.
A dire il vero, in Francia non esisteva prima della guerra del 1939 un servizio informativo unico. Al contrario funzionavano vari servizi d’informazione, quanti erano i ministeri militari, cui si dovevano aggiungere quello del il Quai Dorsay, quello del il ministero della colonie e il Servizio speciale di sicurezza nazionale.
Esistevano per conseguenza:
1) il Deuxième Bureau del ministero della guerra;
2) il Deuxième Bureau del ministero della marina;
3) il Deuxième Bureau del ministero dell’aeronautica;
4) il Servizio speciale del ministero delle colonie;
5) il Servizio speciale del ministero degli affari esteri;
6) Il Servizio speciale della sicurezza nazionale. [15]
Nella prima sezione del Deuxième Bureau del Ministero della guerra veniva registrato e catalogato quanto si pubblicava nel mondo su questioni militari; diari, riviste, carte, piani, cataloghi delle fabbriche di armi e munizioni, ecc.; in una parola: tutto quanto poteva interessare degli eserciti degli altri paesi. Tutto era esaminato, confrontato e interpretato vagliato da parte di questa sezione che giungeva a studiare, inventare escogitare e provare gli artifici destinati a scoprire segreti del nemico o a difendere i propri.
Era questa la sezione che poteva dirsi la palese, la visibile del Deuxième Bureau, la quale si occupava del ramo statistico. La dirigeva un colonnello. Separata da questa e installata in un luogo occulto del quadrilatero degli Invalidi, funzionava la seconda sezione, quella del servizio segreto, nella quale si davano appuntamento per ricevere ordini e recare informazioni gli agenti segreti del servizio. Questa sezione che era quella che si occupa del ramo offensivo del servizio ed entrambe erano costituite da non più di trenta ufficiali.
Il Deuxième Bureau del Ministero della marina e quello dell’Aeronautica erano organizzati e funzionavano in forma analoga a quella indicata per quello della guerra.
[...] Il servizio speciale di sicurezza nazionale era incaricato del controspionaggio: perseguire e arrestare le spie del nemico nel territorio francese ed impedire la divulgazione di piani o progetti relativi alla difesa nazionale costituiva il compito principale di questo servizio.
Il controspionaggio francese faceva capo al Ministero degli interni.
Si trattava di un organismo burocratico e scheletrico ove scriveva, più che investigare, un certo numero di commissari e di ispettori di polizia.
Privo di risorse, con un personale vecchio e scarso e con mancanza continua d’informazioni straniere, questo organismo essenziale conduceva vita difficile e pesante e la sua attività era molto limitata.
A dire di certa stampa francese, tutti i servizi d’informazione che abbiamo indicati, fatta eccezione per quello del Quai d’Orsay, disponevano di risorse insignificanti. Così, nel preventivo del Ministero della guerra corrispondente all’anno 1936, nel capitolo 61 “Spese riservate”, erano stanziati 10 milioni di franchi; in quello della marina “capitolo 44”, 2.135.000 franchi e in quello dell’Aria (capitolo 7), 1.904.000 franchi. É possibile che negli anni successivi queste cifre abbiano subito un aumento. Nel 1938 e 1939 tali bilanci preventivi avevano un carattere segreto.
[...] Il sistema italiano ha qualcosa in comune con quello tedesco e col francese, senza però giungere ad eguagliare il primo.
In effetti, l’azione informativa militare italiana si svolge a messo di tre organi indipendenti; il servizio d’informazione militare (S.I.M.) per l’esercito; il servizio d’informazione speciale (S.I.E.) per la marina e il servizio di informazione aeronautica (S.I.A.) per il ministero [18] dell’aeronautica.
Senonché anche quando l’azione informativa militare si esplica in maniera autonoma e indipendente nei tre ministeri militari, in ciascuno di questi la parte offensiva, la difensiva e la statistica fanno parte dello stesso organo e sono azionate e dirette da un sol capo.
Della eccellenza dell’organizzazione tedesca sono persino convinti i dirigenti del S.I.M. italiano; unicamente ragioni tradizionali e interessi già creati nei tre rami militari (esercito, marina e aria) son le cause che spiegano meglio perché non si è giunti ancora a centralizzare tutto il servizio d’informazione militare in un solo organo che imprima indirizzo al complesso [...]