venerdì 30 aprile 2021

Valigie...

L’essere umano (asessuato) che Corby ha inventato è rappresentato nella sua duplicità, forza, flessibilità, mancanza di libertà o modo commovente di sfuggire o meno agli ostacoli che gli sono stati imposti, i suoi trionfi, il suo linguaggio plastico universale e allo stesso tempo personale e unico che cattura ognuno di noi nella nostra coscienza più intima. 


Ciò è spiegato dall’astrazione del movimento e dalla meticolosa individualità delle dita delle mani e dei piedi, dalla presenza imponente e onnipresente della gabbia in bronzo o terracotta e dai movimenti aggraziati e significativi delle braccia, dal fascino compatto del corpo che annuncia. un impulso fondamentale e suggerisce anche l’affinamento di un’identità, da una presenza che sembra essere una risposta all’enorme peso portato dall’individuo.
 


Sarebbe certamente un errore voler distinguere tra ciò che si riferisce all’uomo e ciò che risulta essere la traduzione o l’illustrazione di un’idea. 
 

Corby è infatti un maestro nell’arte di dare forma a un pensiero generale un po’ astratto come una crepa, una rottura, l’incertezza, lo squilibrio e anche di integrare nel personaggio un dato più concreto come “Valigie”, “Trampoli” e “Liberazione”.
 


Quello che inizialmente si presenta come un giocoso contrasto formale agli occhi di chi entra in contatto per la prima volta - o superficialmente - con l’opera di Corby, diventa gradualmente il fiorire accattivante di un buon numero di fenomeni, di situazioni o stati d’animo, un’affascinante sintesi di forme e pensieri, spirito e materia, così come il lavoro integrale dell’artista è fondamentalmente una sintesi tra tradizione e avanguardia, una figurazione sottile e un concetto originale. 


Corby si distingue come scultore, nel senso che è un narratore attento e allo stesso tempo realizza un’interpretazione scultorea superiore di un fatto piuttosto banale. 


Libera così da ogni fardello aneddotico un’apparenza umana “ambigua” e questo grazie a una giocosa metamorfosi e ad un sorprendente linguaggio formale. 


Inoltre, Corby mostra un’originalità, non solo plastica ma anche spirituale, che incanta lo spettatore in modo molto personale. 


Così lo scultore occupa in un’atmosfera di flessibilità e grazia un posto unico nel linguaggio scultoreo di oggi.
 


Le sculture di Corby suggeriscono la dualità della condizione umana. Funzionano perfettamente come un’apparizione puramente formale. 
 


Suscitano interesse e creano meraviglia attraverso il ritmo interiore specifico di ogni scultura e i significanti ad essa collegati e rendono ogni incontro un’esperienza personale profondamente commovente.
 
Hugo Brutin (AICA), Jean-Louis Corby, sculpteur, Casart qui ripreso da Chiara Salvini, Jean-Louis Corby..., neldeliriononeromaisola, 28 aprile 2021