mercoledì 5 giugno 2024

Fucilati il giorno successivo a Velo d’Astico


La valle dell’Astico costituisce una delle vallate prealpine nella parte nord-occidentale della provincia di Vicenza; essa è attraversata dal fiume che le conferisce il nome, fiume che nasce in Trentino per poi proseguire il suo corso in territorio vicentino. La valle separa l’Altopiano dei Sette Comuni e quello di Tonezza del Cimone ed è accessibile dalla zona in cui incrocia la valle del Posina, tra Piovene Rocchette e Caltrano. Durante il secondo conflitto mondiale la Val d’Astico rappresentava uno dei passaggi preferenziali per l’eventuale ritirata tedesca dal territorio veneto. Essa era sorvegliata dal forte di Casa Ratti e da quello di Punta Corbin; la popolazione locale venne reclutata principalmente nelle formazioni alpine, seguendo l’idea che per una difesa in quota fossero necessarie persone abituate a vivere e a muoversi in territorio montuoso. Spesso, questa dottrina faceva si che gli individui reclutati prestassero servizio nella stessa zona d’origine <208.
Con l’arrivo del 1943 le conseguenze dell’armistizio e dell’istituzione della RSI cominciarono a pesare sulla popolazione locale che, probabilmente a causa della vicinanza con la zona di Schio, era attraversata da un forte sentimento antifascista. Come per l’Altopiano di Asiago e il Pasubio, anche nella Val d’Astico cominciarono a formarsi gruppi di resistenza armata, soprattutto garibaldini, che iniziarono ad effettuare azioni violente nella zona di Arsiero. Nei primi mesi del 1944 la “Garemi” costituì un distaccamento che cominciò ad operare tra il confine occidentale dell’Altopiano di Asiago e la Val d’Astico: il Battaglione “Pretto”, guidato da Giovanni Garbin detto “Marte”. Verso la metà dell’anno la zona venne considerata “infestata” dai partigiani e sia il 19 che il 21 maggio avvennero dei rastrellamenti <209. Il capo della provincia cominciò ad invitare le autorità periferiche a fare opera di dissuasione verso la popolazione civile rispetto al prestare aiuto alle formazioni partigiane:
«A seguito dell’attività svolta da gruppi di ribelli, perturbatori dell’ordine e della rinascita nazionale ritengo opportuno far presente che è dovere di tutti i cittadini di non cooperare a tale forma di attività e che tutti devono essere a conoscenza che concedere in qualsiasi forma aiuto ai ribelli è grave delitto severamente punito.» <210
Da quel che traspare le autorità locali non possedevano le risorse necessarie per contenere la guerriglia e questi documenti passavano agli atti nel giro di pochissimo tempo; essi rappresentano un’importante spia del morale della popolazione civile e delle difficoltà economiche che, spesso, sfociavano in manifestazioni vere e proprie <211.
L’attacco partigiano alla Scuola Allievi Ufficiali di Tonezza <212, come abbiamo già visto, segnò un inasprimento della lotta tra occupanti e partigiani ma vide la GNR abbandonare la Val d’Astico che, per un breve periodo, poté considerarsi quasi una “zona libera”. Nell’estate del 1944 l’avanzata degli alleati venne arrestata lungo la “Linea Gotica”, nel nord del paese venivano affrettate le opere di fortificazione della “Linea Blu” lungo il confine tedesco. Nella zona di Arsiero i cantieri apparvero già nel marzo del 1944 ma vennero ampliati a luglio; il piccolo paese divenne la sede della direzione dei lavori tra la Val d’Astico e l’Altopiano di Asiago <213. Lo stesso accadde anche nei comuni di Chiuppano e di Caltrano dove possiamo trovare le direttive per lo sfruttamento della popolazione, risalenti all’agosto del 1944:
«Per misure di carattere precauzione, inerenti allo stato di guerra, saranno eseguiti nella provincia di Vicenza alcuni lavori che richiederanno l’impiego di manodopera. Tale manodopera dovrà essere fornita anche dal Comune di Chiuppano con il reclutamento degli uomini compresi tra i quattordici e sessant’anni di età. Il periodo del reclutamento avrà la durata di tre o quattro settimane, durante le quali, gli interessati, nelle zone di impiego, saranno sistemati in appositi campi di lavoro, dove riceveranno ogni assistenza da parte delle autorità germaniche.» <214
Nel settembre del 1944 i notiziari della GNR riportarono che il giorno 6 un Maggiore della Polizia veniva colpito da raffiche di mitragliatori, mentre usciva di casa, rimanendo ucciso; a causa di questo avvenimento causò un’azione di rastrellamento immediata che portava all’arresto dei sicari, facenti parte di una banda che operava tra il Tretto e Thiene. Due renitenti trovati in possesso di armi vennero fucilati il giorno successivo a Velo d’Astico <215. Dove erano presenti i cantieri per i lavori di fortificazione vi erano dei presidi armati che comprendevano anche le truppe dell’Ost-Bataillon 263, specializzate nella lotta antipartigiana <216.
Durante il mese di agosto del 1944 la zona venne interessata dalle azioni preparatorie dell’Operazione “Belvedere”; a Pedescala una truppa di circa quaranta uomini irruppe nel paese dove percossero violentemente e minacciarono di morte un presunto partigiano. Dopo gli avvenimenti di Malga Zonta vennero fatti tre prigionieri che vennero giustiziati nel cimitero di Arsiero <217. L’inasprimento delle azioni antipartigiane non riuscì a cancellare la loro presenza dalla zona e, anzi, alla fine dell’estate la loro attività aumentò; nel mese di luglio il Capo della Provincia, Gen. Edgardo Preti, scrive al Capo della Polizia quanto segue:
«[…] si è accentuato lo stato di smarrimento della popolazione. L’argomento della diffusa preoccupazione è dato maggiormente dalle notizie di moti interni, insurrezioni di ribelli, rapine, prelevamenti di persone, anche donne e bambini, di cui spesso si ignora la sorte, incendi di abitazioni ed intere contrade, severità di rappresaglie di cui rimangono vittime spesso estranei e innocenti. […] Anche nel decorso mese le bande di ribelli si sono manifestate molto attive nelle zone montane e pedemontane della provincia […]. Numerosi atti di sabotaggio, crescente il numero degli atti di rapine e violenze contro le persone. […] Sono stati attaccati e sopraffatti dai ribelli in numero preponderante tre distaccamenti della GNR nella zona montana. […] Durante il mese in corso si sono avuti numerosi delitti contro le persone e numerosissimi contro la proprietà.» <218
La situazione continuò a peggiorare con l’aumento dei bandi di leva dell’esercito di Salò e della precettazione al lavoro; nell’ottobre del 1944 lo stesso comandante del presidio tedesco a Thiene riconosceva il fatto che la popolazione continuava ad appoggiare e tollerare le azioni dei partigiani e che non vi era alcun interesse rispetto alle uccisioni di tedeschi o fascisti; nonostante gli inviti alla collaborazione e le minacce di rappresaglia nessuno sembrava dare supporto agli occupanti per la caccia ai ribelli e, nelle poche occasioni in cui esso vi era, arrivava con ritardo tale da risultare inutile <219.
[NOTE]
208 Residori, L’ultima valle, p. 39.
209 Ivi, p. 85.
210 Kozlovic, Chiuppano e Caltrano nella repubblica di Salò 1943-1945, p. 47.
211 Ivi, pp. 44-45.
212 Citato in Franzina, La provincia più agitata, p. 103.
213 Residori, L’ultima valle, pp. 135-136.
214 Kozlovic, Chiuppano e Caltrano nella repubblica di Salò 1943-1945, pp. 58-59.
215 Citato in Franzina, La provincia più agitata, pp. 121-122.
216 Residori, L’ultima valle, p. 140.
217 Gardumi, Feuer! I grandi rastrellamenti antipartigiani dell’estate 1944 tra Veneto e Trentino, pp. 50-51.
218 Citato in Franzina, La provincia più agitata, pp. 213-214.
219 Kozlovic, Chiuppano e Caltrano nella repubblica di Salò 1943-1945, pp. 66-67.
Matteo Ridolfi, La guerra civile nel vicentino nord-occidentale. Stragi ed eccidi dalla Val Chiampo alla Val d’Astico (1943-1945), Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico 2022-2023