martedì 24 agosto 2021

Circa Olga Signorelli


Alla base di questa ricostruzione della vita di Olga Signorelli <1 e del ruolo da lei avuto nella cultura italiana della prima metà del Novecento sta la raccolta di lettere che in prevalenza compone il suo archivio, della cui consistenza e dislocazione si è detto nell’introduzione al volume. Si tratta di una fonte sui generis, poiché la voce della protagonista vi risuona in maniera indiretta, mediata da quella dei corrispondenti, e la sua figura vi compare riflessa nelle parole a lei indirizzate da coloro che, in maniera duratura o occasionale, con contenuti comunicativi scarni e irrilevanti oppure diffusi e sostanziosi, sono stati con lei in contatto anche epistolare. Ma la relazione testimoniata dalle lettere parla per sua natura di entrambi i soggetti che le hanno dato vita. Si compone così, attraverso il discorso altrui, un ritratto articolato in molteplici punti di vista complementari, e arricchito dalla presenza della personale scrittura di Olga in pochi casi significativi: essenzialmente, tra i corrispondenti italiani, si tratta delle lettere ad Angelo Signorelli e a Giovanni Papini (perdute quelle a Eleonora Duse e a Giovanni Cavicchioli, che dovevano essere senz’altro i due corpora più importanti oltre ai primi due).
A questo epistolario si farà qui frequente ricorso. Per quanto riguarda i carteggi in lingue diverse dal russo la scelta (a parte due eccezioni, la corrispondenza con Papini e le lettere della Duse) è stata quella di ‘distillare’ dalla massa delle lettere una serie di citazioni significative che si inframmezzano al racconto storico-biografico e ne costituiscono eloquenti tasselli.
È una scelta che vuole riconoscere il ruolo peculiare della scrittura epistolare nella prima metà del Novecento (“un’epoca caratterizzata dalla parossistica crescita della comunicazione scritta colta” <2) e vuole valorizzare questa preziosa documentazione senza però incorrere in uno di quei casi che Carlo Dionisotti, alludendo ironicamente alla moda della pubblicazione indiscriminata di carteggi intellettuali otto-novecenteschi, definisce come “mole che di gran lunga eccede l’importanza”. <3
In altre parole, è apparso congruo descrivere il vasto intreccio degli interessi culturali ed emotivi di Olga Signorelli servendosi di un materiale, quello epistolare, che “trattiene l’impronta della sua forma originaria, la ‘conversazione’, quindi la dimensione dell’oralità, della comunicazione orale-aurale”, <4 in maniera da conservare qualcosa di quella causerie insieme cordiale, intima, colta, mai vuotamente mondana, che era - a dire dei suoi innumerevoli frequentatori ed estimatori - la cifra essenziale dello stile comunicativo di Olga.
Sullo sfondo delle vicende personali, in virtù di quella “complessa, talvolta scivolosa percorribilità, al confine tra storia e intima biografia, […] che contraddistingue i territori dischiusi dagli archivi letterari e, in particolare, da quelli la cui consistenza sia di prevalente natura epistolare”, <5 si intravedono i contorni di quel pezzo di cultura italiana novecentesca che Olga ha attraversato. Di questa vengono qui dati per risaputi molti aspetti, indugiare sui quali avrebbe finito per dare a questo studio un inopportuno carattere enciclopedico; ma alcuni si è ritenuto di doverli richiamare brevemente all’interno della ricostruzione, per inserire nella necessaria prospettiva molti particolari che altrimenti sarebbero risultati insignificanti. La vita e la biografia intellettuale di Olga Resnevic Signorelli sono qui raccontate, infatti, con un certo grado di dettaglio: sono state omesse le circostanze più private, ma in generale si è cercato di includere tutto quanto appariva utile a inserire la vicenda personale di Olga Signorelli nello sfondo storico-culturale al quale appartiene. Lo sfondo è quello della cultura italiana nella prima metà del Novecento e del suo interscambio con quella russa, ricchissimo di episodi ben noti eppure ancora suscettibile di nuove acquisizioni, sempre che lo si accosti con la dovuta, puntuale attenzione. Scomodiamo Benjamin per dirlo, “il cronista che enumera gli avvenimenti senza distinguere tra i piccoli e i grandi tiene conto della verità che nulla di ciò che si è verificato va dato perduto per la storia”. <6
Infine, occorre premettere qualche precisazione sulla struttura di questa esposizione: questo racconto termina con la seconda guerra mondiale, esclude la figura di Eleonora Duse e tratta di sfuggita o addirittura ignora molteplici aspetti dell’attività della Signorelli come punto di riferimento della comunità russa di stanza o di passaggio a Roma. La scelta è dovuta al fatto che altri contributi qui presentati affrontano questi temi. Il periodo che va dalla seconda guerra mondiale alla morte rientra nel contributo di Patrizia Veroli; la ‘divina’ Duse come oggetto di amicizia e di studio è l’argomento della pubblicazione di Maria Ida Biggi; infine, i rapporti con esponenti della cultura russa sia émigré sia sovietica sono ampiamente trattati nel terzo volume.
Anche altre parti dei due volumi in italiano (la Bibliografia, l’Elenco dei corrispondenti, le Memorie) vanno lette in maniera complementare a questa esposizione, sicché è dall’insieme dell’opera che il ritratto della protagonista emerge a tutto tondo.
Verosimile, ma non direttamente spiegato nelle memorie, lacunose in questo punto, è il motivo per cui Olga da Berna - dove conduceva una vita intensa e stimolante, dividendosi tra studi di medicina, passioni letterarie e frequentazione di gruppi di fuoriusciti politici russi - dopo soli due anni, nel novembre 1904, si trasferisce a Siena. La tradizione familiare <7 vuole che sia stata la lettura di una biografia di Santa Caterina a eccitare la sua immaginazione, accendere le sue inclinazioni spiritualiste e attirarla verso la città toscana, che Olga visita nell’estate 1904 prima di prendere la decisione di proseguirvi gli studi. Nelle memorie leggiamo: “mi trasferii dunque a Siena, dove trovai quel che inconsciamente avevo desiderato. Mi sembrava che fra il mio sogno e la realtà in cui mi trovavo non ci fosse ora nessuna interruzione”.
Il “sogno” era, con ogni evidenza, quel mito che per gli intellettuali di cultura russa ha sempre rappresentato l’Italia, percepita come locus in cui retaggio dell’antichità, secolare tradizione artistica e bellezza naturale concorrono a creare un’immagine ideale di “paradiso in terra”.
A Siena come a Berna, la vita di Olga ruota attorno a due principali interessi, che sono poi facce diverse di una concezione della vita ispirata a forte idealismo e impulsi altruistici: la preparazione alla professione medica, nella quale individua - e poi così sarà - la forma pratica del suo umanitarismo, e l’attività di gruppi di ispirazione socialista. Usare la parola ‘militanza’ sarebbe forse eccessivo per descrivere una partecipazione che somiglia più a una comunanza di intenti e di sentire che al coinvolgimento nell’azione politica: questo dicono, in sostanza, le Memorie di Olga a proposito della vicinanza al movimento social-rivoluzionario dei fuoriusciti russi nel periodo bernese, e questo descrivono le poche testimonianze epistolari relative ai contatti con il movimento dei socialisti locali nella fase senese. Nella quale le figure fondamentali sono Rosetta Pittaluga, anche lei studentessa di medicina, e Guido Angelotti, animatori del gruppo socialista attivo tra Montepulciano e Siena; Angelica Balabanova, forse conosciuta già in Svizzera; e Angelo Signorelli, futuro compagno di vita di Olga.
1 I cui antecedenti sono: M. Signorelli, Prefazione, in Carteggio Papini-Signorelli, a cura di M. Signorelli, Milano, Quaderni dell’Osservatore, 1979, pp. 5-11; Una russa a Roma. Dall’Archivio di Olga Resnevic Signorelli, a cura di E. Garetto, Milano, Cooperativa Libraria I.U.L.M., 1990; E. Garetto, Olga Resnevic Signorelli, in I Russi e l’Italia, a cura di V. Strada, Milano, Scheiwiller, 1995, pp. 203-210.
2 A. Petrucci, Scrivere lettere. Una storia plurimillenaria, Bari, Laterza, 2008, p. 171.
3 C. Dionisotti, Appunti sul carteggio D’Ancona, in Ricordi della scuola italiana, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1998, p. 331.
4 A. Chemello, Premessa, in Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai greci al Novecento, a cura di Adriana Chemello, Milano, Guerini e Associati, 1998, p. VIII.
5 F. Merlanti, “Silenzio dopo le tue lettere”. Lucia Rodocanachi tra arte e letteratura, in Lucia Rodocanachi. Le carte, la vita, a cura di F. Contorbia, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2006, p. 9.
6 W. Benjamin, Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura di R. Solmi, con un saggio di F. Desideri, Torino, Einaudi, 1995, p. 76.
7 M. Signorelli, Prefazione, in Carteggio Papini-Signorelli, cit., pp. 5-6.

Daniela Rizzi, Olga Signorelli nella storia culturale italiana della prima metà del Novecento in Archivio Russo-Italiano VI, Olga Signorelli e la cultura del suo tempo, a cura di Elda Garetto e Daniela Rizzi, con il contributo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e dell'Università di Salerno, Europa Orientalis, 2010