lunedì 19 gennaio 2015

Sanremo, Monumento ai Partigiani e Forte S. Tecla

Il Monumento ai Martiri della Resistenza di Sanremo, inaugurato il 3 giugno 1972, é opera dell'artista, pittore e scultore, Renzo Orvieto (1922-1999), già patriota combattente

mercoledì 14 gennaio 2015

Varase, Frazione di Ventimiglia (IM)

Varase, Frazione di Ventimiglia (provincia di Imperia), sorge sulla sponda destra del fiume Roia, ad un di presso del punto in cui questo corso d'acqua va a ricevere, a pochi chilometri dalla foce, l'immissario torrente Bevera (che vi arriva attraversando l'omonima Valle, dopo aver costeggiato la francese - un tempo sabauda - Sospel e Olivetta S. Michele, nonché Torri e Calvo, altre unità amministrative di Ventimiglia).
Una notizia certa circa l'esistenza di questo abitato per lo meno sin dal 1040 viene ricavata da una donazione attinente mulini: l'atto in questione compie, altresì, riferimento ai monaci benedettini di Lerins, che all'epoca gestivano la "Grangia di Varaxe", posta proprio su importante (all'epoca e per diversi secoli a seguire; per molto tempo anche per i pellegrini diretti o a Santiago di Compostela o a Roma) incrocio viario di comunicazione da e per il Piemonte, interessante il noto, a livello locale, passo dello Strafurcu, che mette, per l'appunto, in comunicazione la Valle Roia e la valle Bevera.  Infatti, da una relazione genovese del 1624 (così come riportata in Cultura-Barocca) si può desumere: "....da Mentone per strada del traffico del Sale commoda per carri si và à Sospello, luogo e borgo grosso dove si potria far massa di gente e tutte le ville e castelli circonvicini del Contado di Nizza, Valle di S. Martino e Lantosca dominio di Savoia, e per detta strada del sale si può venire nel Dominio della Repubblica vicino alla Penna due miglia o poco meno per il passo dell' Oliveta, passo facile a guardarsi per esser strada e paesi da se stessi facili per esser precipitosi a non potersi cavalcare, e all'istesso modo segue sino a Bagliorà passo similmente facile a guardarsi per le ragioni suddette e continuando con strade cattive si arriva allo Straforco, passo buono e facile a trincerarsi e da guardarsi, e superato , che Dio non voglia, si viene alla volta della Città passando per il passo della Fontana di Peglia..."
Interessante può essere anche soffermarsi brevemente sull'evoluzione del toponimo, così come colta dallo scomparso studioso Nino Lamboglia: nel secolo XI in flumine Redoie a Sancta Maria de Varaie usque in mare, nel  1523 in Varaze (Catasto Ventimiglia: G), nel 1540 loco dicto Voragine , nel 1591 Varagii (15 febbraio) e Varase (26 febbraio) (Registro Nascite Ventimiglia), nel 1655 a Varaze (Catasto Ventimiglia: G), nel 1760 la Maddonna di Varraggio (Carte dell’Archivio di Stato di Torino) e Varaggi ancora nella carta sarda del 1861.


San Lorenzo al Mare (IM), centro storico di levante, part.


martedì 13 gennaio 2015

Ventimiglia (IM), ex-Forte dell'Annunziata

L'ex-Forte dell'Annunziata a Ventimiglia (IM), che sorge a poca distanza dal centro storico di Ventimiglia Alta (o Vecchia), prende il nome dal Convento dei Padri Minori Osservanti del 1503, di cui l'attuale edificio é il risultato di una complessa ristrutturazione avvenuta nel tempo.
Nel Trattato di Parigi, stipulato dopo la caduta di Napoleone, l'Austria impose che una cospicua parte dell'indennità imposta alla Francia venisse assegnata al Piemonte per fortificare il proprio confine occidentale.
Sarà il giovane Carlo Alberto a farsi esecutore del grande programma di fortificazioni sul confine con la Francia, arrivando a far raddoppiare le fortificazioni che chiudevano i passi delle Alpi.
Con il ripristino della strada di collegamento con la Francia lungo la costa vi furono delle lagnanze da parte austriaca e in seguito fu deciso di costruire in Ventimiglia, vista la sua posizione strategica, una cittadella destinata a chiudere ai francesi quella troppo agibile via di penetrazione verso la pianura padana.
Furono incaricati degli studi il colonnello Malaussena e il tenente-colonnello Podestà inviati a Ventimiglia con il diciottenne luogotenente Camillo Benso di Cavour.
La progettazione seguì i criteri del campo trincerato, considerata anche la limitata portata delle artiglierie dell'epoca.
Il quasi limitrofo Forte San Paolo, risalente alla metà del 1200, venne in quel dunque modificato e ampliato, collegandolo alle mura della città (il centro storico vicino del borgo antico) con una cortina muraria e alla Ridotta o Fortezza dell'Annunziata con dei bastioni articolati e con un passaggio coperto. Si presentò alla fine dei lavori come un sistema fortificato, tendente al triplice scopo di battere i vicini paraggi, di chiudere la via della Riviera e di servire di punto estremo di sinistra della linea militare della vicina Valle del Roia.
Dopo la cessione di Nizza e dei territori affini, con regio decreto del luglio 1883 si ordinò la cessazione di ruolo di piazzaforte per Ventimiglia, per cui Forte San Paolo venne in gran parte demolito e la Ridotta dell'Annunziata declassata a Caserma con successivi lavori di modifica.
Forte S. Paolo allo stato attuale
Nei primi anni del Novecento il Forte dell'Annunziata, appunto perché ormai caserma, ha ospitato reparti dell'89° Reggimento di Fanteria, il quale si coprì di gloria - come sottolinea una nomenclatura esterna in tavole di bronzo - nella prima guerra mondiale anche su campi francesi (il Reggimento a metà anni '30 trovò sede più adeguata - e completa - nella Caserma Gallardi, sempre in Ventimiglia, e partecipò all'infausta campagna di Russia nel secondo conflitto, scrivendo, come tutta la spedizione militare italiana, una tragica pagina di storia, meritoriamente rivisitata nella zona e da me già riferita in altro blog, ma suscettibile di ripetizione anche qui).
Il Forte dell'Annunziata visto da lontano; Forte S. Paolo, in alto a destra, qui rimane nascosto dalla palme


Dopo la guerra vi fu subito l'abbandono, ma si ebbe poi la cessione della struttura da parte del demanio militare al Comune di Ventimiglia, che la cedette a sua volta alla nascente Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Nel 1984 venne deciso di destinare il piano rialzato in epoca fascista come sede definitiva del Civico Museo Archeologico "Girolamo Rossi", aperto al pubblico nel 1990. Altre ristrutturazioni di rilievo hanno avuto luogo di recente, come si potrà notare dai link qui segnalati.