Dopo i rastrellamenti del 10 agosto e i sanguinosi fatti del giorno
successivo, la RFSS continuò ad imperversare in territorio versiliese.
Il 12 agosto 1944 si consumò la tragedia più grande. All’alba di quel
giorno, diverse squadre di soldati tedeschi mossero verso il paese di
Sant’Anna di Stazzema <624, piccolo agglomerato di case sulle colline
del comune omonimo a una ventina di chilometri di strada da Massarosa.
Appartenevano al 2° Battaglione del 35° Reggimento della 16ᵃ Divisione
SS ed erano appoggiati da altre truppe della stessa unità e della
Wehrmacht <625. In una vera e propria operazione di terra bruciata,
che non lasciò scampo a cose e persone, le SS uccisero entro la
mattinata circa 400 civili <626, facendo di questo il secondo
massacro più grave compiuto in Italia dalle truppe tedesche, superato
solamente da quello di Monte Sole <627. Le motivazioni di questa
strage, le cui modalità non rimasero circoscritte ad essa, non sono
facili da individuare, ma la volontà sterminatrice di tale azione non
può essere messa in dubbio. Le finalità erano semplicemente di
annientare qualsiasi persona – anziano, donna o bambino che fosse –
nell’area circoscritta in cui si prevedeva di effettuare il
rastrellamento <628. Poco più di un mese dopo, a Monte Sole,
un’analoga azione determinò il più grande massacro compiuto da forze
tedesche in Europa occidentale, con 770 vittime accertate <629.
Nel
massarosese, dopo i luttuosi fatti della prima decade di agosto, i
reparti della 16ᵃ Divisione si limitarono a ulteriori rastrellamenti di
lavoratori, anche se su scala molto più ridotta rispetto a quelli del
10. Nel paese la tensione rimaneva però palpabile e la paura si era
ormai insinuata all’interno della popolazione. Gli uomini che non erano
stati ancora presi si erano nascosti o erano fuggiti sui monti, mentre
donne, vecchi e bambini vivevano quasi da reclusi nelle proprie case.
L’ultimo mese di occupazione venne passato in questo modo dalla
maggioranza dei massarosesi. Anche don Chicca e il personale della
chiesa di Massarosa, temendo di essere potenziali vittime dei
rastrellamenti tedeschi, decisero di passare praticamente in clausura
l’ultimo mese di occupazione, pur cercando di continuare a svolgere le
opere pastorali e l’assistenza ai più bisognosi <630.
La
situazione peggiorò drasticamente con l’inizio di settembre, quando il
IV Corpo d’Armata americano del generale Crittenberger passò il fiume
Arno e iniziò la sua avanzata che l’avrebbe portato, poco più di due
settimane dopo, a liberare quasi tutta la Versilia <631. I tedeschi
si allarmarono, capendo evidentemente che non avrebbero potuto tenere la
piana della Versilia molto a lungo prima di ritirarsi sulle
fortificazioni della linea Gotica, le quali erano state allestite
diversi chilometri più a sud di quanto preventivato inizialmente. Questo
però non impedì loro di infierire ulteriormente sull’inerme popolazione
civile, che prima di assaporare la sospirata liberazione avrebbe pagato
un ultimo dazio alla guerra.
L’inizio della ritirata indusse i
tedeschi a cercare di racimolare quanta più manodopera possibile, questa
volta senza tenere in alcun conto l’età e il sesso dei rastrellati. Tra
il 1° e il 2 settembre viene emanato un ordine di sfollamento generale
dei paesi di Massaciuccoli, Nozzano, Balbano, Compignano, Quiesa e
Massarosa. Parte della popolazione venne incolonnata e mandata verso
nord, ma la vera tragedia si compì a Massaciuccoli, il cui territorio
era già stato pesantemente martoriato da alcuni precedenti massacri e
dai rastrellamenti della prima metà di agosto <632. Alle 6,30 della
mattina del 1°, a seguito del primo sfondamento alleato del fronte di
Pisa, circa 400 persone, praticamente l’intero paese, venne radunato e
rinchiuso nel grande edificio dove veniva brillato il riso (la «brilla»,
come è conosciuto da tutti nel comune di Massarosa), di proprietà del
conte Carlo Minutoli Tegrimi <633. Una parte più piccola viene a sua
volta rinchiusa in un altro edificio poco lontano, anch’esso di
proprietà del conte, che fungeva da frantoio. Entrambi si trovano in
località «Molinaccio», sulla strada che da Massaciuccoli conduce a
Quiesa. Ad occuparsi dell’azione fu il 1° Battaglione del 36° Reggimento
della RFSS, al comando dello Sturmbannführer Ludwig Gantzer <634.
[NOTE]
624
Per una ricostruzione della strage di Sant’Anna di Stazzema cfr. Paolo
Pezzino, Sant’Anna di Stazzema. Storia di una strage, Il Mulino, Bologna
2008. Si veda anche la sentenza del processo di La Spezia del 2004,
disponibile sul sito del comune di Stazzema, nella quale è contenuta una
lunga ricostruzione storica degli
eventi.
625 Pezzino, Sant’Anna di Stazzema, cit., p. 15.
626
A tutt’oggi non esiste un conteggio ufficiale dei morti. Nel paese di
Sant’Anna erano presenti molti sfollati che aumentarono di molto il
normale numero di residenti fissi. A questo si aggiunge l’opera
distruttiva fatta dal fuoco, che ha quasi certamente divorato alcuni
corpi fino a non lasciarne traccia, rendendo il conteggio ancora più
difficile. La sentenza del tribunale di La Spezia parla di un elenco
incompleto di 363 vittime accertate. Fulvetti, Uccidere i civili, nota
94, p. 230.
627 Per le vicende che videro coinvolta l’area di Monte
sole, compresa la feroce azione contro la formazione partigiana «Stella
Rossa», che portò alla strage del 29 settembre-5 ottobre 1944, cfr.,
Luca Baldissara – Paolo Pezzino, Il massacro. Guerra ai civili a Monte
Sole, Il Mulino, Bologna 2009.
628 Pezzino, Sant’Anna di Stazzema, cit., p.72.
629
Per la strage di Monte Sole è stato fatto un lungo lavoro di ricerca
che ha permesso di stabilire, con un buon grado di approssimazione, il
numero delle vittime, appunto 770. Per anni si era parlato di una cifra
ben maggiore di circa 1.800 morti. È auspicabile che un lavoro di questo
tipo venga effettuato anche per il caso di Sant’Anna.
630 APM, Cronache 1938-1966 (B-F 65 372), Breve cronistoria della Parrocchia di Massarosa dall’anno 1938.
631 AA.VV., Fifth Army History – Part VII – The Gothic Line, Government Printing Office, Washington, D.C. 1947, pp. 31-35.
632 Fulvetti, Uccidere i civili, cit., p. 247.
633
Comune di Massarosa, Ricordare la guerra per educare la pace.
Massaciuccoli, 8 settembre 1944, Pacini Fazzi, Lucca 1995, p. 14.
634 Fulvetti, Uccidere I civili, cit., p. 247.
Jonathan Pieri, Massarosa in guerra (1940-1945), Tesi di laurea, Università degli Studi di Pisa, Anno Accademico 2013-2014
domenica 21 aprile 2024
Dalla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema a quella di Massaciuccoli
Etichette:
10,
1944,
2,
agosto,
fascisti,
gotica,
Jonathan Pieri,
linea,
Lucca,
Partigiani,
Pisa,
provincia,
Sant’Anna di Stazzema,
settembre,
SS,
Stazzema (LU),
tedeschi,
Toscana