giovedì 11 giugno 2015
Sanremo (IM), Chiesa di S. Stefano
Da Cultura-Barocca: "ORIGINARIAMENTE LA CHIESA DI SANTO STEFANO (EDIFICATA NELLE PROSSIMITA' DELLA PORTA PRINCIPALE D'ACCESSO DEL BORGO MEDIEVALE E SEDE DEL PARLAMENTO LOCALE) ERA UN EDIFICIO IN STILE ROMANICO DI CUI NEI DOCUMENTI SI PARLA A PARTIRE DAL 1069 E CHE NEL 1210 OSPITO' I PRESUNTI RESTI DI S. AMPELIO DOPO CHE LE FORZE DI GENOVA LE SOTTRASSERO AL CONVENTO DI BORDIGHERA, AI TEMPI DI UNA DELLE RIBELLIONI DELL'AGRO INTEMELIO AL DOMINIO DELLA REPUBBLICA MARINARA.
VERSO IL 1142 FU CEDUTA AI MONACI BENEDETTINI DEL CENOBIO DI S. STEFANO DI GENOVA: SUCCESSIVAMENTE IL COMPLESSO CULTUALE (CHIESA E STRUTTURE CENOBITICHE) PERVENNERO TRA I POSSESSI DELL'ARCIVESCOVO GUALTIERO DA VAZZANO: FU IN TALE CIRCOSTANZA CHE LE RELIQUIE DI S. AMPELIO FURONO TRASLATE A GENOVA. L'ANTICA STRUTTURA ERA PERO' CADENTE NEL XVI SECOLO ED ENTRO IL 1601 VENNE COMPLETAMENTE RISTRUTTURATA: TUTTAVIA UN CROLLO NE RESE NECESSARIA UNA TOTALE RIEDIFICAZIONE, ESPLETATA ENTRO IL 1668 SU COMMITTENZA DEI GESUITI CHE LA RESSERO DAL 1623 AL 1773.
ESSA DI CONSEGUENZA COSTITUI' UN SIGNIFICATIVO MONUMENTO DEL GRANDE SVILUPPO SECENTESCO DELL'ORDINE DEI GESUITI, NOTORIAMENTE SVILUPPATOSI COME ARGINE IDEOLOGICO E NON ALLA RIFORMA PROTESTANTE. I GESUITI GIUNSERO A SANREMO NEL 1624 E, DATO IL LORO NOTEVOLE SEGUITO, POTERONO ERIGERE L'EDIFICIO SACRO CONVENTUALE. LA PROGETTAZIONE RISALE AL 1652, I LAVORI FURONO INTRAPRESI NEL 1657 E FINALMENTE CONCLUSI NEGLI ANNI POSTERIORI, IN UN TEMPO RELATIVAMENTE CELERE. GLI STUCCHI E L'INTERNO SONO IN MASSIMA PARTE DA ATTRIBUIRE ALL'OPERA DELL'ARCHITETTO MARCO ANTONIO GRIGO. LA FACCIATA, LINEARE E RETTILINEA STRUTTURATA SECONDO DUE ORDINI DI LESENE BINATE AI LATI CON UN FRONTONE TRIANGOLARE DI CORONAMENTO, FU COMPIUTA ENTRO LA I META' DEL XVIII SEC.
NEL 1773, IN SEGUITO ALLA SOPPRESSIONE DELL'ORDINE DEI GESUITI, LA LORO CHIESA DI SANTO STEFANO IN SANREMO VENNE VENDUTA ALLA PUBBLICA ASTA.
LA POPOLAZIONE, SEMPRE MOLTO COMBATTIVA, NON REAGI' A QUELLO CHE POTEVA SEMBRARE UN AFFRONTO E NON PARVE PER NULLA FAVOREVOLE ALLE SORTI DEI GESUITI, CHE PURE SI ERANO MERITATI UN RUOLO DI RILIEVO NELL'EDUCAZIONE LOCALE DOPO AVER APERTO IL LORO COLLEGIO.
IN EFFETTI ALL'ORDINE RELIGIOSO AVEVA NUOCIUTO, IN SANREMO, IL FATTO CHE I LOCALI PADRI GESUITI BALBI E CURLO, TRATTANDO COL COMANDANTE PINELLI AI TEMPI DELL'INSURREZIONE DI SANREMO CONTRO GENOVA, ERANO VENUTI MENO ALLA LORO FUNZIONE UFFICIALE DI RAPPRESENTANTI DEL COMUNE DI SANREMO PER TRATTARE INVECE CON IL GOVERNO CENTRALE E LE TRUPPE GENOVESI. IN PARTICOLARE A PADRE CURLO NESSUN CITTADINO DI SANREMO AVREBBE MAI PERDONATO DI AVER PRONUNCIATO LA LUGUBRE FRASE: AI RIBELLI NON SI DOVEVA MANTENERE PAROLA."