Parallelamente, nei primi mesi del 1944, si costituirono le formazioni osovane. Difatti, come accennato nel precedente capitolo, nel dicembre 1943 fu decretata la nascita della Brigata «Osoppo-Friuli» su impulso del Comitato di Liberazione provinciale di Udine.
Il 14 febbraio 1944, a seguito di una riunione dei molti esponenti osovani, avvenuta nel Tempio Ossario di Udine, fu delineata la struttura militare che avrebbe assunto la Brigata.
«Osoppo-Friuli»: innanzitutto, una formazione mobile di montagna la cui zona di insediamento dei primi nuclei sarebbe stata la Val d’Arzino, più precisamente tra Anduins, Pielungo, S. Francesco e i monti circostanti; il Comando Osoppo (costituito nei primi mesi del ’44 e situato nel castello Ceconi a Pielungo) avrebbe agito militarmente in autonomia dal C.L.N, riconoscendone solo la direzione politica del movimento; l’Esecutivo Militare <83 (cioè l’organo militare) avrebbe funzionato come organo di collegamento fra la brigata e il C.L.N., con la mediazione dei rappresentanti democristiani e azionisti; al comando della Brigata sarebbe stato posto Candido Grassi “Verdi” <84.
A questa nuova formazione, tra marzo e aprile, si unirono molti partigiani provenienti dalla pianura friulana. Il 25 marzo 1944 fu costituito a Pielungo il Btg. «Italia», a cui si aggiunsero in seguito diversi nuclei già presenti nella zona, quali: i nuclei di Verzegnis, di Lateis di Sauris, di Caneva-Vinaio e infine quello di Cludinico. Nella zona carnica, più precisamente sull’altopiano di Lauco, nell’aprile 1944 fu formato un secondo battaglione osovano, ossia il Btg. «Carnia». Sul Piancavallo, invece, nella «Osoppo» confluirono alcuni gruppi già organizzati in pianura, di diversa aspirazione politica: tra Sacile e Conegliano i già citati gruppi di Pietro Maset «Maso» e dalla zona di Caneva di Sacile i gruppi monarchici <85.
3.2.1. Lo sviluppo delle formazioni osovane e garibaldine
Si può certamente affermare che l’estate del 1944 rappresentò il momento di massima espansione per il movimento partigiano friulano. Alle formazioni già esistenti se ne affiancarono molte altre, diventando così dei grandi battaglioni, brigate, o addirittura divisioni, con un raggio d’azione territoriale ben definito.
È necessario, quindi, fornire una descrizione complessiva - per le aree territoriali che interessano il tema qui trattato - di quelle forze che confluirono e si svilupparono nelle due formazioni partigiane centrali nella Resistenza friulana, ossia la Brigata «Garibaldi» e la Brigata «Osoppo».
Nelle formazioni garibaldine si formarono i seguenti battaglioni:
Nella zona carnica: il Btg. «Carnia», il Btg. «Carnico» e il Btg. «Mazzini 2°» (derivante dall’omonimo distaccamento che agirà nella zona sud della Val Cellina, stabilendosi nella zona di Frisanco, Poffabbro, Pala e Barzana);
Nella zona sud-est, più precisamente nella Val d’Arzino, Meduna e nella Pedemontana: il Btg «Garibaldi» (derivato dalla fusione dei precedenti reparti «Pala», «Zavagno» e «Weber»); il Btg. «Pisacane» e il Btg. «Matteotti» (costituito il 1° Maggio sul Monte Prat), a cui si aggiungerà il 20 giugno, formatosi in Val Cellina, il Btg. «Nino Bixio».
Con il medesimo schema illustriamo i battaglioni che si costituirono nelle formazioni osovane:
Nella zona della Val Cellina: il Btg. «Piave», formatosi sul Piancavallo da alcuni distaccamenti già esistenti;
Nella zona carnica: a fianco al Btg. «Carnia», si aggiunse il Btg. «Tagliamento», costituito il 1° maggio in Val di Verzegnis <86.
Si può quindi affermare che, alla fine del giugno 1944, le forze delle formazioni osovane (Figura 3.2.) <87 e di quelle garibaldine (Figura 3.3.) <88 si estesero notevolmente, per continuare ad aumentare nei mesi successivi.
Il 14 febbraio 1944, a seguito di una riunione dei molti esponenti osovani, avvenuta nel Tempio Ossario di Udine, fu delineata la struttura militare che avrebbe assunto la Brigata.
«Osoppo-Friuli»: innanzitutto, una formazione mobile di montagna la cui zona di insediamento dei primi nuclei sarebbe stata la Val d’Arzino, più precisamente tra Anduins, Pielungo, S. Francesco e i monti circostanti; il Comando Osoppo (costituito nei primi mesi del ’44 e situato nel castello Ceconi a Pielungo) avrebbe agito militarmente in autonomia dal C.L.N, riconoscendone solo la direzione politica del movimento; l’Esecutivo Militare <83 (cioè l’organo militare) avrebbe funzionato come organo di collegamento fra la brigata e il C.L.N., con la mediazione dei rappresentanti democristiani e azionisti; al comando della Brigata sarebbe stato posto Candido Grassi “Verdi” <84.
A questa nuova formazione, tra marzo e aprile, si unirono molti partigiani provenienti dalla pianura friulana. Il 25 marzo 1944 fu costituito a Pielungo il Btg. «Italia», a cui si aggiunsero in seguito diversi nuclei già presenti nella zona, quali: i nuclei di Verzegnis, di Lateis di Sauris, di Caneva-Vinaio e infine quello di Cludinico. Nella zona carnica, più precisamente sull’altopiano di Lauco, nell’aprile 1944 fu formato un secondo battaglione osovano, ossia il Btg. «Carnia». Sul Piancavallo, invece, nella «Osoppo» confluirono alcuni gruppi già organizzati in pianura, di diversa aspirazione politica: tra Sacile e Conegliano i già citati gruppi di Pietro Maset «Maso» e dalla zona di Caneva di Sacile i gruppi monarchici <85.
3.2.1. Lo sviluppo delle formazioni osovane e garibaldine
Si può certamente affermare che l’estate del 1944 rappresentò il momento di massima espansione per il movimento partigiano friulano. Alle formazioni già esistenti se ne affiancarono molte altre, diventando così dei grandi battaglioni, brigate, o addirittura divisioni, con un raggio d’azione territoriale ben definito.
È necessario, quindi, fornire una descrizione complessiva - per le aree territoriali che interessano il tema qui trattato - di quelle forze che confluirono e si svilupparono nelle due formazioni partigiane centrali nella Resistenza friulana, ossia la Brigata «Garibaldi» e la Brigata «Osoppo».
Nelle formazioni garibaldine si formarono i seguenti battaglioni:
Nella zona carnica: il Btg. «Carnia», il Btg. «Carnico» e il Btg. «Mazzini 2°» (derivante dall’omonimo distaccamento che agirà nella zona sud della Val Cellina, stabilendosi nella zona di Frisanco, Poffabbro, Pala e Barzana);
Nella zona sud-est, più precisamente nella Val d’Arzino, Meduna e nella Pedemontana: il Btg «Garibaldi» (derivato dalla fusione dei precedenti reparti «Pala», «Zavagno» e «Weber»); il Btg. «Pisacane» e il Btg. «Matteotti» (costituito il 1° Maggio sul Monte Prat), a cui si aggiungerà il 20 giugno, formatosi in Val Cellina, il Btg. «Nino Bixio».
Con il medesimo schema illustriamo i battaglioni che si costituirono nelle formazioni osovane:
Nella zona della Val Cellina: il Btg. «Piave», formatosi sul Piancavallo da alcuni distaccamenti già esistenti;
Nella zona carnica: a fianco al Btg. «Carnia», si aggiunse il Btg. «Tagliamento», costituito il 1° maggio in Val di Verzegnis <86.
Si può quindi affermare che, alla fine del giugno 1944, le forze delle formazioni osovane (Figura 3.2.) <87 e di quelle garibaldine (Figura 3.3.) <88 si estesero notevolmente, per continuare ad aumentare nei mesi successivi.
Figura 3.2. Le formazioni partigiane osovane a fine giugno 1944. Fonte: Gioia Vazzaz, op. cit. infra |
Figura 3.3. Le formazioni garibaldine a fine giugno 1944. Fonte: Gioia Vazzaz, op. cit. infra |
Nel mese del luglio 1944, ad entrambe le formazioni si aggiunsero nuovi battaglioni, aumentando ulteriormente la forza partigiana presente nel territorio.
Alle forze garibaldine già esistenti si aggiunsero i seguenti battaglioni: nella Val d’Arzino,
Meduna e nella Pedemontana, quindi la zona nord-est, dai distaccamenti del Btg. garibaldino
«Matteotti» a metà luglio si formarono altri due battaglioni, il «Gastone Sozzi» e «Stalin <89»; nella zona carnica, il 25 luglio, il Btg. «Carnia» si divise in due battaglioni, quali «Aulo Magrini» e «Antonio Gramsci» e in Valcellina, il 15 luglio, prese vita il Btg. «A. Gramsci». Nelle formazioni osovane, invece, confluirono: il 3 luglio 1944 il Btg. «Libertà», il 12 luglio il Btg. «Patria», il 19 luglio il Btg. «Giustizia» e il 29 luglio il Btg. «Val Meduna», con l’incorporazione del reparto autonomo «Gruppo Alpino Trasaghis-Settore 124» che successivamente sarà il Btg. «Friuli». Infine, i Btgg. «Vittoria» e «Cellina» nel settore della Valcellina. In quest’ultima zona, inoltre, nella metà del luglio 1944, dall’unione di alcuni battaglioni osovani e garibaldini (i Btgg. garibaldini «Nino Bixio», «Gramsci» e «Mazzini 2°»; osovani il «Piave», «Vittoria» e «Cellina») si costituì la Brigata Unificata «Ippolito Nievo A» <90, una parentesi nel travagliato percorso di unificazione dei due comandi di cui si tratterà successivamente.
Un’ulteriore spinta, che accrebbe il richiamo alla lotta di liberazione e l’arruolamento nelle formazioni partigiane, fu dettata dall’emanazione a fine luglio 1944 del bando di leva obbligatorio (esteso a tutte le classi dal 1914 al 1926) dal Gauleiter Friedrich Reiner, supremo commissario tedesco dell’OZAK [Operationszone Adriatisches Kustenland].
[NOTE]
83 Per una migliore comprensione circa l’organizzazione della struttura politica e militare della resistenza, è necessario proporre un breve sunto del processo organizzativo del Movimento di Liberazione italiano. In principio, la costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale (C.L.N.) - la cui nascita è parallela alla formazione delle prime bande partigiane - i quali assunsero il ruolo clandestino di direzione politica e militare e il cui organo militare fu rappresentato dall’Esecutivo Militare. I rapporti tra i C.L.N. e le bande partigiane si rivelarono complessi, principalmente perché queste ultime rifiutarono la subordinazione all’Esecutivo Militare, così verso la fine del 1943 si tentò un coordinamento delle azioni di guerriglia affidato al comando di ufficiali dell’esercito italiano. L’operazione risultò fallimentare e solo nei primi mesi del 1944 si assistette ad una riorganizzazione concreta: le bande iniziali trasformano il loro assetto in battaglioni e brigate; sul piano territoriale nacquero nuovi sistemi organizzativi che, al di sopra dei C.L.N provinciali, videro i C.L.N. regionali e al vertice il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (C.L.N.A.I.) che, su delega del C.N.L. di Roma, assunse il ruolo centrale nella direzione della Lotta di Liberazione nel Nord Italia, G. Gallo, op. cit., pp. 79-80. 84 Ivi, pp. 70-71.
85 Candotti, Le formazioni armate Garibaldi e Osoppo dalla loro origine all’offensiva nemica…, cit., p.30.
86 Ivi, p. 31.
87 Giampaolo Gallo, La Resistenza in Friuli 1943-1945, Udine, Istituto Friulano per il Movimento di Liberazione, 1988, p. 72.
88 Ivi, p. 78.
89 Mario Candotti, Il Battaglione “Stalin”, in “Storia contemporanea in Friuli”, a. 5, n. 6, 1975, p. 146.
Per un approfondimento, il Btg. Stalin fu composto da soldati sovietici, fuggiti dai campi di prigionia e di lavoro tedeschi, che operò in un primo tempo nella zona di Cornino-Forgaria e in seguito sul Monte Prat, in un primo tempo a fianco del Btg. garibaldino «Matteotti» (trasformato in seguito nella Brigata «Garibaldi-Picelli»).
90 Candotti, Le formazioni armate Garibaldi e Osoppo dalla loro origine all’offensiva nemica…, cit., p. 31-32.
Gioia Vazzaz, Soggettività e oggettività nell'opera storiografica di Mario Candotti, Università degli Studi di Trieste, Anno accademico 2021-2022
Alle forze garibaldine già esistenti si aggiunsero i seguenti battaglioni: nella Val d’Arzino,
Meduna e nella Pedemontana, quindi la zona nord-est, dai distaccamenti del Btg. garibaldino
«Matteotti» a metà luglio si formarono altri due battaglioni, il «Gastone Sozzi» e «Stalin <89»; nella zona carnica, il 25 luglio, il Btg. «Carnia» si divise in due battaglioni, quali «Aulo Magrini» e «Antonio Gramsci» e in Valcellina, il 15 luglio, prese vita il Btg. «A. Gramsci». Nelle formazioni osovane, invece, confluirono: il 3 luglio 1944 il Btg. «Libertà», il 12 luglio il Btg. «Patria», il 19 luglio il Btg. «Giustizia» e il 29 luglio il Btg. «Val Meduna», con l’incorporazione del reparto autonomo «Gruppo Alpino Trasaghis-Settore 124» che successivamente sarà il Btg. «Friuli». Infine, i Btgg. «Vittoria» e «Cellina» nel settore della Valcellina. In quest’ultima zona, inoltre, nella metà del luglio 1944, dall’unione di alcuni battaglioni osovani e garibaldini (i Btgg. garibaldini «Nino Bixio», «Gramsci» e «Mazzini 2°»; osovani il «Piave», «Vittoria» e «Cellina») si costituì la Brigata Unificata «Ippolito Nievo A» <90, una parentesi nel travagliato percorso di unificazione dei due comandi di cui si tratterà successivamente.
Un’ulteriore spinta, che accrebbe il richiamo alla lotta di liberazione e l’arruolamento nelle formazioni partigiane, fu dettata dall’emanazione a fine luglio 1944 del bando di leva obbligatorio (esteso a tutte le classi dal 1914 al 1926) dal Gauleiter Friedrich Reiner, supremo commissario tedesco dell’OZAK [Operationszone Adriatisches Kustenland].
[NOTE]
83 Per una migliore comprensione circa l’organizzazione della struttura politica e militare della resistenza, è necessario proporre un breve sunto del processo organizzativo del Movimento di Liberazione italiano. In principio, la costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale (C.L.N.) - la cui nascita è parallela alla formazione delle prime bande partigiane - i quali assunsero il ruolo clandestino di direzione politica e militare e il cui organo militare fu rappresentato dall’Esecutivo Militare. I rapporti tra i C.L.N. e le bande partigiane si rivelarono complessi, principalmente perché queste ultime rifiutarono la subordinazione all’Esecutivo Militare, così verso la fine del 1943 si tentò un coordinamento delle azioni di guerriglia affidato al comando di ufficiali dell’esercito italiano. L’operazione risultò fallimentare e solo nei primi mesi del 1944 si assistette ad una riorganizzazione concreta: le bande iniziali trasformano il loro assetto in battaglioni e brigate; sul piano territoriale nacquero nuovi sistemi organizzativi che, al di sopra dei C.L.N provinciali, videro i C.L.N. regionali e al vertice il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (C.L.N.A.I.) che, su delega del C.N.L. di Roma, assunse il ruolo centrale nella direzione della Lotta di Liberazione nel Nord Italia, G. Gallo, op. cit., pp. 79-80. 84 Ivi, pp. 70-71.
85 Candotti, Le formazioni armate Garibaldi e Osoppo dalla loro origine all’offensiva nemica…, cit., p.30.
86 Ivi, p. 31.
87 Giampaolo Gallo, La Resistenza in Friuli 1943-1945, Udine, Istituto Friulano per il Movimento di Liberazione, 1988, p. 72.
88 Ivi, p. 78.
89 Mario Candotti, Il Battaglione “Stalin”, in “Storia contemporanea in Friuli”, a. 5, n. 6, 1975, p. 146.
Per un approfondimento, il Btg. Stalin fu composto da soldati sovietici, fuggiti dai campi di prigionia e di lavoro tedeschi, che operò in un primo tempo nella zona di Cornino-Forgaria e in seguito sul Monte Prat, in un primo tempo a fianco del Btg. garibaldino «Matteotti» (trasformato in seguito nella Brigata «Garibaldi-Picelli»).
90 Candotti, Le formazioni armate Garibaldi e Osoppo dalla loro origine all’offensiva nemica…, cit., p. 31-32.
Gioia Vazzaz, Soggettività e oggettività nell'opera storiografica di Mario Candotti, Università degli Studi di Trieste, Anno accademico 2021-2022