Fonte: Maristella Lippolis |
Sono donne le protagoniste assolute di questa raccolta di racconti. Adulte, anziane o bambine sulla soglia dell’adolescenza; donne che vivono relazioni d’affetto o d’amore, felicemente sole o malinconiche; che hanno sogni da realizzare o una vita ormai quasi alle spalle; donne che scrivono per sé o per raccontare di altre al mondo. In ogni racconto c’è una decisione da prendere, un lato oscuro da mettere in luce, a volte grazie a un nuovo lampo della memoria che accende l’ombra e delinea nuove consapevolezze. E allora niente potrà più essere come prima. Sono donne forti, nonostante le apparenze, che sanno guardarsi anche con ironia; che a volte sbagliano e che cercano di mettere a frutto gli errori. Un filo attraversa tutte le storie, una frase solo sussurrata, una raccomandazione, una speranza: abbi cura di te. A volte è come una preghiera che la scrittrice rivolge alle sue protagoniste, altre ancora è lei a prendersi cura delle storie che inventa, come ci si prende cura di un dolore perché non faccia troppo male. Abbi cura di te, anche quando ti trovi sull’orlo di una decisione imprevista, che illumina le cose di una luce diversa. Non farti mancare quella felicità che meriti, non smettere di cercarla. E se non lo farai tu sarò io a prendermi cura di te. Anche inventando una storia. Perché tutti i dolori sono sopportabili se li si inserisce in una storia, o se si racconta una storia su di essi. [...]
Abbi cura di te, Maristella Lippolis, 8 febbraio 2021
Acqua alta, Elisa e Tina, Con quella voce, Letto a due piazze, Il posto dei funghi, Alba Hotel, Camminare controvento, Digitale purpurea, Io cantavo da sola, Guadagni e perdite, Aspetta la bella stagione, Così lontano così vicino, Mi chiamo Ernestina, Abbi cura di te. Sono quattordici i racconti raccolti in Abbi cura di te, ma le protagoniste di queste storie sono molte di più. In ogni racconto c'è una decisione da prendere, un lato oscuro da mettere in luce, a volte grazie a un nuovo lampo della memoria che accende l'ombra e delinea nuove consapevolezze. E allora niente potrà più essere come prima.
Attorcigliata dentro un dolore mentre sopra si ammucchiava la neve.
È passata la volpe d’inverno a stanare il mio odore annusando il vento.
È arrivato il corvo e ha scavato la terra gelata con il becco.
Mi ha svelato il mistero il serpente quando mi ha trovata guardandomi con il suo occhio verde.
Avete visto quel mucchietto di ossa fragili?
Non sono le mie.
Ho imparato da lui come si muta la pelle quando è il momento.
Come sempre accade quando si scrive ho prestato esperienze e ricordi alle protagoniste delle storie che ho inventato. In alcuni casi non riesco più a distinguere con certezza la realtà dall'immaginazione. Ma per chi legge ciò ha poca importanza. Quel che conta è che la storia funzioni. Perché in fondo scrivere è un po' come cucinare: si mescolano ingredienti, si inventano nuove forme, e prende vita qualcosa che prima non c'era.
Maristella Lippolis
[ Maristella Lippolis, Abbi cura di te, Lanieri, dicembre 2020]