Periodo 1900-1921
Il sistema dei comuni era normato dalla legge comunale e provinciale del 2 agosto 1848 del Regno di Sardegna, poi estesa al Regno di Italia, ancora novata dal Testo Unico 4 febbraio 1915: sindaco, giunta e consiglio comunale. Casale aveva 20.000 abitanti e 6.000 abitanti nelle frazioni. Era la quarta città del Piemonte per dato demografico e struttura economica. In tutto il Monferrato grande rilievo alle attività agricole, con ampie superfici a coltivazioni. Nell'industria dominante era la produzione cementiera, con cave di gesso, calce; 166 forni, 17 ditte cementiere, fabbriche metalmeccaniche di indotto per la produzione dei macchinari, dei torchi per cementifici; vi erano acetifici, 16 alberghi, attività per il baco da seta, prime aziende di impiantistica elettrica, varie assicurazioni. Si fondò l'Eternit, stabilimento per manufatti in cemento-amianto. Un fiorente artigianato, molte attività commerciali. Casale era il riferimento politico-economico per tutta l'area del Monferrato.
Venne creato e potenziato l'Istituto Leardi, il Liceo. Si realizzarono le prime linee elettriche in campagna per raggiungere frazioni e cascine. Le parrocchie erano molto attive, vi erano molte cooperative sociali cattoliche, associazioni di solidarietà verso i più bisognosi, significative le opere avviate e sostenute dalla signorina Mazzone; nacquero società di mutuo soccorso e cooperative di matrice socialista.
I comuni erano amministrati da una classe dirigente in prevalenza di estrazione borghese e liberale, con presenze crescenti socialiste e operaie. Venne avviato la costruzione dell'acquedotto comunale, grazie al lascito dell'imprenditore Pavia venne realizzato il mercato bovario di piazza Castello; si realizzarono opere di espansione della città, oltre le storiche mura, con quartieri nuovi e vie nuove.
La guerra del 15-18 arrecò ai cinquanta paesi del Monferrato forti scompensi: 3100 sono state i decessi e i feriti in combattimento, 1100 i mutilati permanenti, 4200 i malati e feriti. L'impatto sociale della guerra è stato fortissimo, in termini di privazioni famigliari, di rinvii nei percorsi matrimoniali; in termini di danni economici, di blocco delle attività e dei programmi insediativi. Nei vari comuni si crearono uffici, servizi e strutture per assistere e sostenere i reduci dalla guerra e le loro famiglie. Si fecero passi notevoli nell'istruzione, nelle spontanee solidarietà.
Periodo 1921-1945
Con l'avvento del Regime Fascista, viene meno ogni forma di democrazia rappresentativa e collegiale o pluralista; il sistema degli enti locali subì la radicale trasformazione con i provvedimenti del 1926, legge e decreti legge denominati leggi fascistissime, che istituirono la figura del podestà, vertice del comune su nomina diretta da parte del Ministero dell'Interno. Il podestà non aveva rapporti diretti con gli elettori, ma solo con il Ministro e il Governo romano; era un funzionario pubblico di vertice, poteva contare con il segretario comunale sempre di nomina ministeriale. Nacque un sistema gerarchico e totalitario, si cancellò la democrazia comunale e si introdusse il monopolio dei prefetti e del governo centrale. Si attuò una compenetrazione fra partito e Stato, fra podestà e federale fascista, si ebbe l'accentuazione delle corporazioni economiche e industriali. Il podestà non era affatto il podestà dell'epoca medioevale, figura che rappresentava anche politicamente il comune, la contrada, il paese; nel fascismo, il podestà era unicamente un funzionario ministeriale nominato e controllato da Roma.
A Casale, il Fascio si affermò in modo diretto e immediato con figure e esponenti di rilievo nazionale come De Vecchi (uno dei quadriunviri della marcia su Roma), vi furono ripetuti attacchi di squadrismo violento; nel 1924, dopo l'uccisione di Matteotti, nel consiglio comunale di Casale il popolare Giuseppe Brusasca propose un ordine del giorno e allegato telegramma di condoglianze alla famiglia di Matteotti, ma venne respinto dalla maggioranza fascista. Si accentuò l'opposizione.
Mussolini venne a Casale nel 1925 e poi nel 1939. Si costruì il nuovo ospedale e il nuovo liceo. Nel Monferrato vi furono violenze e persecuzioni contro gli ebrei, furono impedite le loro libere attività.
L'insegnamento e l'attività sportiva giovanile erano indirizzate dal fascismo attraverso coinvolgimenti diretti, una forte propaganda e controllo dell'informazione.
Il periodo Resistenziale fu segnato da drammatici eventi fra la popolazione e le formazioni partigiane, molti partigiani e civili uccisi; di contro si ebbe un sistema pienamente collaborante fra tedeschi occupanti e fascisti locali della RSI. La Resistenza unì ancor più i paesi monferrini con la città di Casale; determinante fu il contributo del vescovo Angrisani e del clero, sempre a sostegno della popolazione e del dissenso. Erano rimasti solo giovani, donne e anziani. La guerra sottrasse le forze più fresche. Tutto il Monferrato seppe reagire al fascismo e si preparò verso la Liberazione. La presenza della comunità ebraica, offesa e sterminata da tedeschi e fascisti, fu simbolo di coraggio e unità territoriale.
Periodo 1945-1972
Con la ricostruzione postbellica e il nuovo corso repubblicano, dopo la fase del CNL, si ritornò al sistema dei comuni con sindaco, giunta e consiglio comunale, tramite elezioni. I sindaci Dardano, Angelino, Boverio, Tartara si impegnarono per ricomporre il tessuto sociale della città, per assicurare un quadro politico anche dialettico, ma costruttivo nell'interesse generale, un rapporto con la periferia collinare; per rilanciare le attività economiche, con il settore cementifero, metalmeccanico, terziario e commerciale. L'agricoltura perde operatori, nascono e si sviluppano le cantine sociali, si accentuano le trasformazioni anche edificatorie e viarie, la scolarità progredisce con sviluppo delle scuole superiori, migliora la viabilità in città e nell'area collinare. Cresce la rappresentanza nell'ente Provincia.
I parlamentari Brusasca, Desana e Sisto, Angelino consegnano a Roma le concrete attese del Monferrato, in un'ottica di bene comune e di territorio. Si potenzia la rete stradale e autostradale con i caselli per Casale. Desana con la legge sulle DOC riesce a polarizzare una nuova attenzione verso la qualità della produzione vitivinicola con spazi nuovi di mercato e di scambio, rilancia il ruolo del Monferrato nell'agricoltura italiana di pregio.
Periodo 1972-2000
Il sistema delle autonomie locali si trasforma radicalmente in varie tappe, con la distinzione delle responsabilità fra dirigenza e organi amministrativi di governo, con l'elezione diretta del sindaco, con la spinta verso le unioni fra comuni e verso ipotesi di condivisione di servizi.
Nascono le Regioni, con le nuove funzioni anche di programmazione economica, di gestione dell'urbanistica e dei trasporti, di pianificazione territoriale, di gestione della sanità; entrano in gioco nuove competenze alle province, ai comprensori e circondari.
Nel Monferrato nasce il Comprensorio con l'aggregazione programmatica di una quarantina di comuni, nasce l'Associazione dei Comuni voluta dal senatore Triglia; nasce l'originale esperienza dell'assemblea dei comuni per la gestione dei servizi socioassistenziali.
Triglia assume incarichi di rilievo nell'ANCI nazionale e trasferisce le positive esperienze locali all'interno nelle legislazione innovativa nazionale. Triglia entra nel Governo con l'incarico di sottosegretario alle Finanze.
Il casalese esprime sindaci dinamici, innovatori come Motta, Ponti, Riccardo Coppo (sarà il sindaco che emanò l'ordinanza di divieto dei prodotti in amianto sul territorio comunale anticipando la legislazione nazionale, sarà il sindaco dell'ammodernamento della struttura burocratica con innesto anche di assessori tecnici in giunta, con forte responsabilizzazione dei dirigenti e coinvolgimento di tutti i dipendenti), Ettore Coppo, Cattaneo, Scaiola, Oddone, Mascarino; i consiglieri regionali come Genovese, Ferraris, Ettore Coppo. Genovese e Ferraris diventano assessori regionali. Ferraris sarà protagonista della fase di nuova programmazione regionale, fra governo delle risorse finanziarie e governo del territorio; con Coppo, avvierà le bonifiche a Casale dalla fibra di amianto nella battaglia contro il mesotelioma.
I parlamentari Triglia, Muzio, Sisto, Percivalle, Grassi, Goria (poi diventato Presidente del Consiglio) Viale attuano una vera e propria politica estera da Casale verso Roma, con ritorni positivi. Si realizzano grandi opere come il Palazzetto dello Sport, il più grande e innovatico e completo della provincia di Alessandria; si ristruttura e rilancia il Museo Civico e il Teatro Municipale, si raddoppia il ponte del Po, si realizzano e poi si ampliano a più riprese l'area industriale di Casale e aree industriali nei comuni di Ticineto, di Coniolo, di Occimiano. Casale e altri comuni dovettero affrontare le gravi emergenze dell'inquinamento dell'acquedotto, della doppia alluvione del 1994 e 2000. Le emergenze vennero superate con un grande sforzo collettivo di varie amministrazioni collegate e rapportate con la Regione, i ministeri competenti, la Provincia. L'ambiente ferito dalla vicenda Eternit e dall'inquinamento dell'acquedotto sarà un forte collante propositivo per Casale e tutti i comuni del Monferrato; si realizzò una alleanza forte fra istituzioni, la Chiesa locale, il sindacato e le associazioni ambientaliste.
Nell'intero '900 i quattro periodi (1900-1921, 1921-1945, 1945-1972, 1972-2000) hanno avuto una declinazione differente, perchè i contesti normativi sono stati molto diversi e pure i contesti storici economici-sociali complessi e articolati.
L'area del casalese ha sempre, tuttavia, espresso una classe dirigente amministrativa di grande efficienza e preparazione. Solo la parentesi coincidente con il Regime Fascista ha visto il blocco della democrazia, della rappresentanza, delle libertà singole e di pensiero, dello sviluppo naturale delle attività economiche e della socialità.
La storia amministrativa del Monferrato nel '900 si può così riassumere:
- ruolo guida della città di Casale Monferrato, con l'economia trainante e le attività terziarie e commerciali di completamento.
- funzione di Casale quale centro di erogazione dei servizi fondamentali come l'istruzione, la sanità, l'assistenza, la viabilità e collegamenti autostradali e ferroviari.
- presenza di una rete di comuni collinari e nella pianura che si sono sempre sentiti parte di una realtà amministrativa e economico-sociale più ampia, alimentando sempre una costruttiva collaborazione e mai inutile competizione.
- il passaggio da una matrice culturale risorgimentale, liberale verso una crescente matrice pluralista con presenze forti cattoliche, socialiste e comuniste.
- la fase resistenziale ha consolidato i rapporti di fiducia e sinergia fra collina e pianura, fra Casale e la rete di comuni periferici.
- la classe amministrativa nei comuni recepì da subito le novità legislative e assunse anche una valenza di prima esperienza nelle procedure e nell'informatizzazione (Ancitel, Progetto FEPA, patti territoriali, Piani di sviluppo; accordi di programma, progetti UE). Si decisero nuovi assetti nelle società partecipate, si crearono il consorzio MONDO per l'attrattività turistica, il consorzio per lo smaltimento dei rifiuti, sempre a vantaggio dell'intera area del Monferrato.
- le presenze all'interno del Consiglio Regionale e della Giunta Regionale furono connotate da originalità, trasparenza e immediato ritorno verso il territorio. Grande la stima nel resto del Piemonte.
- i parlamentari espressi dal Monferrato, perchè provenienti da una scuola nel partito o espressione diretta della società, del sindacato, del mondo associativo, si rivelarono subito competenti e collaboranti.
- i sindaci e le giunte comunali, nate con formule diverse, si connotarono da visioni e obiettivi di medio termine, mai dal solo congiunturale. Gli amministratori scelsero nell'interesse dell'area, del territorio, del futuro. Non si scelse l'effimero o solo il tempo libero, ma soprattutto i servizi, le strutture.
- le risposte alle emergenze ambientali dell'Eternit, dell'inquinamento dell'acquedotto si rivelarono banco di prova per molte amministrazioni, per il rapporto corretto con la gente. Casale, la Provincia e la Regione si impegnarono con un fronte comune, una stretta alleanza. I piccoli comuni fecero rete convintamente.
Il rapporto con l'informazione, negli ultimi decenni del secolo, potè contare su media attenti anche ai punti critici, ai problemi; non si limitarono a narrare il presente, ma a capire l'oggi e il futuro del Casalese.
Diceva Ferraris: "dobbiamo amministrare bene non per il consenso, ma per il futuro migliore del nostro territorio e dei cittadini".
Sergio Favretto, schema dell'intervento La buona amministrazione locale. L'esperienza casalese nel Novecento svolto venerdì 22 ottobre 2021 a Casale, all'interno della XIII Settima delle Autonomie Locali, promossa dall'Università Cattolica di Milano, dall'UPO Università del Piemonte Orientale di Alessandria e dall'Associazione Paolo Ferraris
Il sistema dei comuni era normato dalla legge comunale e provinciale del 2 agosto 1848 del Regno di Sardegna, poi estesa al Regno di Italia, ancora novata dal Testo Unico 4 febbraio 1915: sindaco, giunta e consiglio comunale. Casale aveva 20.000 abitanti e 6.000 abitanti nelle frazioni. Era la quarta città del Piemonte per dato demografico e struttura economica. In tutto il Monferrato grande rilievo alle attività agricole, con ampie superfici a coltivazioni. Nell'industria dominante era la produzione cementiera, con cave di gesso, calce; 166 forni, 17 ditte cementiere, fabbriche metalmeccaniche di indotto per la produzione dei macchinari, dei torchi per cementifici; vi erano acetifici, 16 alberghi, attività per il baco da seta, prime aziende di impiantistica elettrica, varie assicurazioni. Si fondò l'Eternit, stabilimento per manufatti in cemento-amianto. Un fiorente artigianato, molte attività commerciali. Casale era il riferimento politico-economico per tutta l'area del Monferrato.
Venne creato e potenziato l'Istituto Leardi, il Liceo. Si realizzarono le prime linee elettriche in campagna per raggiungere frazioni e cascine. Le parrocchie erano molto attive, vi erano molte cooperative sociali cattoliche, associazioni di solidarietà verso i più bisognosi, significative le opere avviate e sostenute dalla signorina Mazzone; nacquero società di mutuo soccorso e cooperative di matrice socialista.
I comuni erano amministrati da una classe dirigente in prevalenza di estrazione borghese e liberale, con presenze crescenti socialiste e operaie. Venne avviato la costruzione dell'acquedotto comunale, grazie al lascito dell'imprenditore Pavia venne realizzato il mercato bovario di piazza Castello; si realizzarono opere di espansione della città, oltre le storiche mura, con quartieri nuovi e vie nuove.
La guerra del 15-18 arrecò ai cinquanta paesi del Monferrato forti scompensi: 3100 sono state i decessi e i feriti in combattimento, 1100 i mutilati permanenti, 4200 i malati e feriti. L'impatto sociale della guerra è stato fortissimo, in termini di privazioni famigliari, di rinvii nei percorsi matrimoniali; in termini di danni economici, di blocco delle attività e dei programmi insediativi. Nei vari comuni si crearono uffici, servizi e strutture per assistere e sostenere i reduci dalla guerra e le loro famiglie. Si fecero passi notevoli nell'istruzione, nelle spontanee solidarietà.
Periodo 1921-1945
Con l'avvento del Regime Fascista, viene meno ogni forma di democrazia rappresentativa e collegiale o pluralista; il sistema degli enti locali subì la radicale trasformazione con i provvedimenti del 1926, legge e decreti legge denominati leggi fascistissime, che istituirono la figura del podestà, vertice del comune su nomina diretta da parte del Ministero dell'Interno. Il podestà non aveva rapporti diretti con gli elettori, ma solo con il Ministro e il Governo romano; era un funzionario pubblico di vertice, poteva contare con il segretario comunale sempre di nomina ministeriale. Nacque un sistema gerarchico e totalitario, si cancellò la democrazia comunale e si introdusse il monopolio dei prefetti e del governo centrale. Si attuò una compenetrazione fra partito e Stato, fra podestà e federale fascista, si ebbe l'accentuazione delle corporazioni economiche e industriali. Il podestà non era affatto il podestà dell'epoca medioevale, figura che rappresentava anche politicamente il comune, la contrada, il paese; nel fascismo, il podestà era unicamente un funzionario ministeriale nominato e controllato da Roma.
A Casale, il Fascio si affermò in modo diretto e immediato con figure e esponenti di rilievo nazionale come De Vecchi (uno dei quadriunviri della marcia su Roma), vi furono ripetuti attacchi di squadrismo violento; nel 1924, dopo l'uccisione di Matteotti, nel consiglio comunale di Casale il popolare Giuseppe Brusasca propose un ordine del giorno e allegato telegramma di condoglianze alla famiglia di Matteotti, ma venne respinto dalla maggioranza fascista. Si accentuò l'opposizione.
Mussolini venne a Casale nel 1925 e poi nel 1939. Si costruì il nuovo ospedale e il nuovo liceo. Nel Monferrato vi furono violenze e persecuzioni contro gli ebrei, furono impedite le loro libere attività.
L'insegnamento e l'attività sportiva giovanile erano indirizzate dal fascismo attraverso coinvolgimenti diretti, una forte propaganda e controllo dell'informazione.
Il periodo Resistenziale fu segnato da drammatici eventi fra la popolazione e le formazioni partigiane, molti partigiani e civili uccisi; di contro si ebbe un sistema pienamente collaborante fra tedeschi occupanti e fascisti locali della RSI. La Resistenza unì ancor più i paesi monferrini con la città di Casale; determinante fu il contributo del vescovo Angrisani e del clero, sempre a sostegno della popolazione e del dissenso. Erano rimasti solo giovani, donne e anziani. La guerra sottrasse le forze più fresche. Tutto il Monferrato seppe reagire al fascismo e si preparò verso la Liberazione. La presenza della comunità ebraica, offesa e sterminata da tedeschi e fascisti, fu simbolo di coraggio e unità territoriale.
Periodo 1945-1972
Con la ricostruzione postbellica e il nuovo corso repubblicano, dopo la fase del CNL, si ritornò al sistema dei comuni con sindaco, giunta e consiglio comunale, tramite elezioni. I sindaci Dardano, Angelino, Boverio, Tartara si impegnarono per ricomporre il tessuto sociale della città, per assicurare un quadro politico anche dialettico, ma costruttivo nell'interesse generale, un rapporto con la periferia collinare; per rilanciare le attività economiche, con il settore cementifero, metalmeccanico, terziario e commerciale. L'agricoltura perde operatori, nascono e si sviluppano le cantine sociali, si accentuano le trasformazioni anche edificatorie e viarie, la scolarità progredisce con sviluppo delle scuole superiori, migliora la viabilità in città e nell'area collinare. Cresce la rappresentanza nell'ente Provincia.
I parlamentari Brusasca, Desana e Sisto, Angelino consegnano a Roma le concrete attese del Monferrato, in un'ottica di bene comune e di territorio. Si potenzia la rete stradale e autostradale con i caselli per Casale. Desana con la legge sulle DOC riesce a polarizzare una nuova attenzione verso la qualità della produzione vitivinicola con spazi nuovi di mercato e di scambio, rilancia il ruolo del Monferrato nell'agricoltura italiana di pregio.
Periodo 1972-2000
Il sistema delle autonomie locali si trasforma radicalmente in varie tappe, con la distinzione delle responsabilità fra dirigenza e organi amministrativi di governo, con l'elezione diretta del sindaco, con la spinta verso le unioni fra comuni e verso ipotesi di condivisione di servizi.
Nascono le Regioni, con le nuove funzioni anche di programmazione economica, di gestione dell'urbanistica e dei trasporti, di pianificazione territoriale, di gestione della sanità; entrano in gioco nuove competenze alle province, ai comprensori e circondari.
Nel Monferrato nasce il Comprensorio con l'aggregazione programmatica di una quarantina di comuni, nasce l'Associazione dei Comuni voluta dal senatore Triglia; nasce l'originale esperienza dell'assemblea dei comuni per la gestione dei servizi socioassistenziali.
Triglia assume incarichi di rilievo nell'ANCI nazionale e trasferisce le positive esperienze locali all'interno nelle legislazione innovativa nazionale. Triglia entra nel Governo con l'incarico di sottosegretario alle Finanze.
Il casalese esprime sindaci dinamici, innovatori come Motta, Ponti, Riccardo Coppo (sarà il sindaco che emanò l'ordinanza di divieto dei prodotti in amianto sul territorio comunale anticipando la legislazione nazionale, sarà il sindaco dell'ammodernamento della struttura burocratica con innesto anche di assessori tecnici in giunta, con forte responsabilizzazione dei dirigenti e coinvolgimento di tutti i dipendenti), Ettore Coppo, Cattaneo, Scaiola, Oddone, Mascarino; i consiglieri regionali come Genovese, Ferraris, Ettore Coppo. Genovese e Ferraris diventano assessori regionali. Ferraris sarà protagonista della fase di nuova programmazione regionale, fra governo delle risorse finanziarie e governo del territorio; con Coppo, avvierà le bonifiche a Casale dalla fibra di amianto nella battaglia contro il mesotelioma.
I parlamentari Triglia, Muzio, Sisto, Percivalle, Grassi, Goria (poi diventato Presidente del Consiglio) Viale attuano una vera e propria politica estera da Casale verso Roma, con ritorni positivi. Si realizzano grandi opere come il Palazzetto dello Sport, il più grande e innovatico e completo della provincia di Alessandria; si ristruttura e rilancia il Museo Civico e il Teatro Municipale, si raddoppia il ponte del Po, si realizzano e poi si ampliano a più riprese l'area industriale di Casale e aree industriali nei comuni di Ticineto, di Coniolo, di Occimiano. Casale e altri comuni dovettero affrontare le gravi emergenze dell'inquinamento dell'acquedotto, della doppia alluvione del 1994 e 2000. Le emergenze vennero superate con un grande sforzo collettivo di varie amministrazioni collegate e rapportate con la Regione, i ministeri competenti, la Provincia. L'ambiente ferito dalla vicenda Eternit e dall'inquinamento dell'acquedotto sarà un forte collante propositivo per Casale e tutti i comuni del Monferrato; si realizzò una alleanza forte fra istituzioni, la Chiesa locale, il sindacato e le associazioni ambientaliste.
Nell'intero '900 i quattro periodi (1900-1921, 1921-1945, 1945-1972, 1972-2000) hanno avuto una declinazione differente, perchè i contesti normativi sono stati molto diversi e pure i contesti storici economici-sociali complessi e articolati.
L'area del casalese ha sempre, tuttavia, espresso una classe dirigente amministrativa di grande efficienza e preparazione. Solo la parentesi coincidente con il Regime Fascista ha visto il blocco della democrazia, della rappresentanza, delle libertà singole e di pensiero, dello sviluppo naturale delle attività economiche e della socialità.
La storia amministrativa del Monferrato nel '900 si può così riassumere:
- ruolo guida della città di Casale Monferrato, con l'economia trainante e le attività terziarie e commerciali di completamento.
- funzione di Casale quale centro di erogazione dei servizi fondamentali come l'istruzione, la sanità, l'assistenza, la viabilità e collegamenti autostradali e ferroviari.
- presenza di una rete di comuni collinari e nella pianura che si sono sempre sentiti parte di una realtà amministrativa e economico-sociale più ampia, alimentando sempre una costruttiva collaborazione e mai inutile competizione.
- il passaggio da una matrice culturale risorgimentale, liberale verso una crescente matrice pluralista con presenze forti cattoliche, socialiste e comuniste.
- la fase resistenziale ha consolidato i rapporti di fiducia e sinergia fra collina e pianura, fra Casale e la rete di comuni periferici.
- la classe amministrativa nei comuni recepì da subito le novità legislative e assunse anche una valenza di prima esperienza nelle procedure e nell'informatizzazione (Ancitel, Progetto FEPA, patti territoriali, Piani di sviluppo; accordi di programma, progetti UE). Si decisero nuovi assetti nelle società partecipate, si crearono il consorzio MONDO per l'attrattività turistica, il consorzio per lo smaltimento dei rifiuti, sempre a vantaggio dell'intera area del Monferrato.
- le presenze all'interno del Consiglio Regionale e della Giunta Regionale furono connotate da originalità, trasparenza e immediato ritorno verso il territorio. Grande la stima nel resto del Piemonte.
- i parlamentari espressi dal Monferrato, perchè provenienti da una scuola nel partito o espressione diretta della società, del sindacato, del mondo associativo, si rivelarono subito competenti e collaboranti.
- i sindaci e le giunte comunali, nate con formule diverse, si connotarono da visioni e obiettivi di medio termine, mai dal solo congiunturale. Gli amministratori scelsero nell'interesse dell'area, del territorio, del futuro. Non si scelse l'effimero o solo il tempo libero, ma soprattutto i servizi, le strutture.
- le risposte alle emergenze ambientali dell'Eternit, dell'inquinamento dell'acquedotto si rivelarono banco di prova per molte amministrazioni, per il rapporto corretto con la gente. Casale, la Provincia e la Regione si impegnarono con un fronte comune, una stretta alleanza. I piccoli comuni fecero rete convintamente.
Il rapporto con l'informazione, negli ultimi decenni del secolo, potè contare su media attenti anche ai punti critici, ai problemi; non si limitarono a narrare il presente, ma a capire l'oggi e il futuro del Casalese.
Diceva Ferraris: "dobbiamo amministrare bene non per il consenso, ma per il futuro migliore del nostro territorio e dei cittadini".
Sergio Favretto, schema dell'intervento La buona amministrazione locale. L'esperienza casalese nel Novecento svolto venerdì 22 ottobre 2021 a Casale, all'interno della XIII Settima delle Autonomie Locali, promossa dall'Università Cattolica di Milano, dall'UPO Università del Piemonte Orientale di Alessandria e dall'Associazione Paolo Ferraris
Sergio Favretto mentre svolge il suo intervento al Convegno qui citato |
[ Tra le pubblicazioni di Sergio Favretto: Il papiro di Artemidoro: verità e trasparenza nel mercato dei beni culturali e delle opere d’arte, LineLab, Alessandria, 2020; Con la Resistenza. Intelligence e missioni alleate sulla costa ligure, Seb27, Torino, 2019; Una trama sottile. Fiat: fabbrica, missioni alleate e Resistenza, Seb27, 2017; Fenoglio verso il 25 aprile, Falsopiano, 2015; La Resistenza nel Valenzano. L’eccidio della Banda Lenti, Comune di Valenza, 2014; Resistenza e nuova coscienza civile. Fatti e protagonisti nel Monferrato casalese, Edizioni Falsopiano, Alessandria, 2009; Giuseppe Brusasca: radicale antifascismo e servizio alle istituzioni, Atti convegno di studi a Casale Monferrato, maggio 2006; Casale Partigiana, Libertas Club, 1977 ]