domenica 6 novembre 2022

Ilhan Selçuk, tu stai di fronte alla Kontergerilla


In conseguenza della sconfitta subita alla fine della prima guerra mondiale, si ebbe la fondazione nel 1923 della "Repubblica Democratica di Turchia", come risultato materiale dello sgretolamento dell'Impero Ottomano.
La nascita della nuova repubblica fu il frutto dell’impegno di una squadra di ufficiali capeggiata da Mustafa Kemal; Atatürk ne sarà il primo presidente e portavoce del Partito Repubblicano del Popolo (Cumhuriyet Halk Partisi, CHP) che rimarrà partito di maggioranza sino al '45. Al momento della sua morte, nel ’38, il presidente Atatürk fu rimpiazzato dal suo fedele primo ministro, Ismet Inönü (CHP) (1923-1938). Nonostante il tentativo di voler guidare il Paese, con saggezza e coerenza, con una politica di neutralità, si trovava ad avere a che fare con una Turchia, quella degli anni ’50, che tardava a raggiungere una situazione economica e militare stabile e indipendente. Fu allora che, anche se in disaccordo con i suoi stessi principi politici, alla fine del secondo conflitto mondiale si trovò costretto a negoziare con gli Stati Uniti ed entrare a far parte al grande blocco anti-sovietico.
Da lì a poco la Turchia sarebbe divenuta, ufficialmente, un Paese membro della NATO, prendendo persino parte alla guerra di Corea, inviando truppe a sostegno degli alleati Stati Uniti.
Nel 1950, a causa degli insuccessi della politica economica, a Inönü successe l’opposizione rappresentata dal binomio Menderes e Bayar; quest’ultimo era già stato destituito, all’epoca, dal ruolo primo ministro, per conflitti d’idee.
Il partito democratico (DP) di Bayar rimase al governo, affiancato dal primo ministro Menderes durante i dieci anni successivi, che saranno ribattezzati l’«era multipartitica». Ad una rapida crescita economica iniziale seguì un’altrettanto rapida fase di decrescita economica che portò, a partir dalla seconda metà degli anni ’50, ad un periodo di instabilità politica e di scontento generale; un vero e proprio collasso. Questa fase si risolse con la presa del governo da parte del generale Cemal Gürsel e delle sue truppe armate: era il 27 maggio 1960 e si trattò del primo Coup d’Etat dalla fondazione delle Repubblica di Turchia.
1.3. Il Golpe del 60 e la figura di Türkeş.
Il comunicato dell'avvenuto Colpo di Stato fu trasmesso alla radio la mattina del 27 maggio del 1960 per conto del Colonnello Alparslan Türkeş; rivendicava la presa del governo da parte dei militari, con la scusa di proteggere il Paese dal pericolo della guerra civile.
Il DP di Menderes ormai da anni aveva disilluso il suo elettorato e gli scontri, negli ultimissimi mesi, dovuti al malcontento generale, avevano messo a nudo non solo le insicurezze del governo, ma anche il suo atteggiamento repressivo nei confronti dei cittadini.
Non c'era occasione in cui non si manifestassero tensioni tra i partiti, e gli attacchi si intensificavano sempre di più sia da una parte che dall'altra.
Una commissione investigativa, composta di soli membri democratici, fu istituita dal DP per un’indagine, da concludersi nel termine di tre mesi, sull'operato dell'opposizione. Quando un gruppo di giuristi e docenti universitari, si permise di giudicarla incostituzionale, furono accusati di “impegno politico” e dunque allontanati dalla carica; la notizia scatenò una rivolta popolare.
Menderes, intimorito, accelerò i lavori della commissione e quando annunciò la pubblicazione dei risultati cui erano pervenuti, la reazione fu la più prevedibile: il governo fu destituito, mentre il Presidente Bayar e il Primo Ministro Menderes furono arrestati e condannati a morte (la pena di Bayar venne poi sospesa per questioni d'età e salute).
Il Golpe fu accolto con favore dal popolo e dagli studenti nelle due principali città; i militari dichiararono che un “Comitato di unità Nazionale” (Milli Birlik Komitesi), guidato da Gürsel, avrebbe amministrato il governo.
Da subito fu nominato Presidente della Repubblica il Generale Gürsel il quale inizialmente ricoprì anche la carica di Primo Ministro, come successore di Menderes, e Ministro della Difesa: un potere assoluto superiore anche a quello detenuto da Atatürk.
Il golpe sembrava portare il Paese verso la costituzione di un regime totalitario, ma dopo l'allontanamento del Colonnello Türkeş che non celava la sua anima estremista pan-turchista1, fu approvata il 9 luglio '61, una nuova costituzione dalle vedute più liberali con la concessione anche di nuove elezioni, a patto che la presidenza restasse in capo a Gürsel.
Inönü fu rieletto, e il DP, ricostituitosi nel “Partito della Giustizia” (Doğru Yol Partisi), non vinse le elezioni del ’61 solo per pochi voti: ciò avvenne però quattro anni dopo, nel ’65, riconfermandosi poi nel ’69.
Negli stessi anni si formarono partiti d'estrema destra, ispirati al pensiero di Türkeş, come del resto prendeva corpo una rete studentesca d'estrema sinistra, alimentata dalle dottrine repubblicane Kemaliste.
In seguito si scoprirà che Türkeş <3, oltre ad esser stato uno dei primissimi cadetti militari addestrati dagli Stati Uniti per formare il gruppo di Stay-Behind turco, detta Kontergerilla, militava tra le fila del movimento neo-fascista nominato Lupi Grigi <4 (Bozkurt o Ülkü Ocakları).
Egli tesseva relazioni con importanti figure politiche, di aperte tendenze anti-sovietiche, quali il Presidente della Repubblica dell’Azeirbajan, Elçibay, nazionalista pro-occidentale e convinto sostenitore degli ideali pan-turchi, e con il Presidente della Repubblica Armena, Ter-Petrosyan, rappresentante del Movimento Nazionale Pan-Armeno.
Fu allora, dalla adesione della Turchia all’alleanza NATO e dalla ristrutturazione degli apparati del governo che cominciò a delinearsi il Derin Devlet, figlio del tentativo americano di creare in ogni Stato membro un corpo paramilitare clandestino, con il medesimo obiettivo: creare le basi per un movimento di resistenza in caso di invasione e occupazione da parte delle forze del Patto di Varsavia.
Questi apparati para-militari furono spesso definiti come organizzazioni "Gladio", in conseguenza della scoperta della Gladio Italiana <5, primo riconoscimento pubblico dell’esistenza di strutture paramilitari Stay-Behynd; gran parte di queste organizzazioni fu creata durante la prima metà degli anni ‘50 ed è rimasta, per lungo tempo, uno dei segreti più gelosamente custoditi della NATO fino alla fine della Guerra Fredda.
Nel frattempo, il pensiero idealista (Atatürklkücü) di Türkeş <6, (mano e mente del colpo di stato del ’60), che in un primo momento fece da base ed ispirazione del movimento dei Bozkurt (movimento nato per essere usato come truppa d'assalto contro i gruppi di sinistra), nel 1965 divenne la base ideologica di un vero e proprio partito politico, dichiaratamente fascista, dal programma sorprendentemente nazionalista e reazionario: il Partito d'azione nazionalista o MHP.
1.4. 12 Marzo 1971
Le crescenti tensioni politiche, le difficoltà economiche del tardo decennio ’60 e il crescente anti-americanismo che si faceva largo tra gli intellettuali di sinistra, costituirono la ragione per la quale i leader militari presentarono un ultimatum al governo, il 12 Marzo 1971, affinché il Paese venisse riformato secondo lo spirito della ideologia di Mustafa Kemal Atatürk.
Fu imposta la legge marziale, che avrebbe dovuto durare per due anni e mezzo. Furono banditi l’associazionismo giovanile, le riunioni pubbliche, gli scioperi; il movimento di sinistra fu decimato e molti dei suoi militanti costretti in clandestinità, giacché a loro non era riconosciuto alcun tipo protezione dai vari regimi di destra del Fronte Nazionale, di cui il Partito d'azione nazionalista faceva parte.
Il servizio di sicurezza e le forze di polizia, strettamente vincolati al MHP, diedero di conseguenza sempre più libertà d’azione all’ordine dei Bozkurt.
Dal 1970 lo Stato, per mano dei Bozkurt che, come si vedrà in seguito, lavoreranno in parallelo e talvolta persino assieme alla Kontergerilla, cominciò ad attuare una vera e propria strategia del terrore: furono pianificati ed attuati attacchi violenti, terrorismo politico e, molti cittadini che pure non avevano nulla a che fare con la parte ribelle della sinistra d’opposizione, furono assassinati: studenti, insegnanti, dirigenti sindacali, librai e politici vennero perseguitati.
Si è trattato di uno scontro assolutamente impari, nel quale l'ala fascista di ultra-destra godeva, ovviamente, del supporto e della protezione dello Stato. Attraverso provocazioni deliberatamente progettate e poi attuate, il MHP provocò scontri tra i vari gruppi della popolazione, inculcando l'odio, nei cittadini, per le minoranze intellettuali.
Il decennio successivo al 1970 fu anche scenario di pesanti contraccolpi economici, che contribuirono alla destabilizzazione del Paese spingendolo sull'orlo di una guerra civile.
Iniziò un periodo di scontri violenti fra i gruppi estremisti di destra e di sinistra; esistono teorie, che trovano anche qualche fondamento nella realtà delle cose, sulla possibilità che i disordini abbiano avuto origine da un complotto ordito dai militari per gettare le basi di un nuovo colpo di stato <7.
Ricordare e capire il significato della Strategia della Tensione risulta dunque imprescindibile:
"É una tattica che consiste nel commettere degli attentati criminali e attribuirli a qualcun altro. Con il termine tensione ci si riferisce alla “tensione emozionale”, a ciò che crea una sensazione di timore, di paura. Con la parola “strategia”, ci si riferisce a chi fomenta i timori e le paure della gente verso un determinato gruppo dalle determinate caratteristiche. Queste strutture segrete della NATO erano state equipaggiate, finanziate e addestrate dalla CIA, in coordinamento con il MI6 (i servizi segreti britannici), a combattere le forze armate dell'Unione sovietica in caso di guerra, ma anche, secondo le informazioni di cui disponiamo oggi, per commettere attentati terroristici in diversi paesi". <8
Ne è riprova anche quanto accaduto al giornalista investigativo Ugur Mumcu, arrestato e incarcerato immediatamente dopo il Golpe del ’71, torturato e infine assassinato, nel ’93, per aver riportato quanto dichiaratogli dai torturatori:
"Siamo la Kontergerilla. Neanche il presidente della Repubblica può toccarci". <9 <10 o dall'autore Ilhan Selçuk a cui veniva affermato: "Ilhan Selçuk, tu stai di fronte alla Kontergerilla, affiliata dello Stato maggiore, sei nostro detenuto. Non c'è Costituzione o quant'altro qui. L'organizzazione ti ha sentenziato a morte, siamo autorizzati a far qualsiasi cosa vogliamo". >11
[NOTE]
3 Encyclopoædia Universalis, Türkes Alparslan (1917-1997), 7 maggio 2013, http://www.universalis.fr/encyclopedie/alparslan-turkes/
4 Hürriyet Newspaper, 11 aprile 1995, Turkes Jr. Faces Hard Times Ahea, 8 maggio 2013, http://arama.hurriyet.com.tr/arsivnewsmobile.aspx?id=-503120
5 Commissione Parlamentare d’Inchiesta Sul Terrorismo in Italia e Sulle Cause della Mancata Individuazione dei Responsabili delle Stragi 17 maggio 1998, Relazione sull'inchiesta condotta sulle vicende connesse all'operazione Gladio, 5 giugno 2013, http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/archiviostorico/commissioni/X%20LEG_TERRORISMO_DOC_RELAZ/X_%20LEG_TERRORISMO_DOC%20XXIII_51_22.4.92.pdf
6 9 Işık Doktrini, febbraio 2013, http://ulkuculukengellenemez.tr.gg/Dokuz-I%26%23351%3B%26%23305%3Bk.htm
7 Anche su questo è stringente l’analogia con i fatti storico-politici italiani: è degli stessi anni la Strategia della Tensione che culminò con le ricordate stragi di P.zza Fontana, dell’Italicus, della Stazione di Bologna, gli scontri fra terroristi di matrice fascista e gruppi dell’estrema sinistra che provocarono morti e feriti, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, il maldestro tentativo di colpo di stato organizzato dal militare Junio Valerio Borghese; è da inserire in questa strategia anche la collusione fra stato e mafia, per ottenere un cospicuo supporto politico a favore della Democrazia Cristiana contro i "pericolosi" comunisti.
8 Silvia Cattori, 29 dicembre 2006, Le terrorisme non revendiqué de l’OTAN, 3 maggio 2013, http://www.voltairenet.org/article144415.html
9 Lucy Komisar, Turkey’s Terrorists: A CIA Legacy Lives On. In: The Progressive, April 1997
10 Analogia con “noi siamo la Mafia” ALMA SHALABAYEVA STATEMENT, 22 giugno 2013, (pp 4) 01 luglio 2013, http://www.linkiesta.it/sites/default/files/uploads/articolo/memoriale_shalabayeva.pdf
11 Ertuĝrul mavioĝlu, Counter-guerilla becoming the State, the State becoming th Counter-guerilla. PERSPECTIVE political analysis and commentary from Turkey, Istanbul, 9 giugno 2012


Giulia Fiordelli, Dalla Konterguerilla ad Ergenekon. Evoluzioni del Derin Devlet, tra mito e realtà nella Turchia contemporanea: analogia con la stay-behind italiana, Tesi di laurea, Università Ca' Foscari Venezia, Anno Accademico 2012/2013 


Durante la Guerra Fredda, la Turchia era già il più grande esercito della NATO in Europa e il secondo dell’Alleanza dopo gli Stati Uniti. Possedeva inoltre un terzo del confine NATO a contatto diretto con i paesi membri del Patto di Varsavia. La Turchia quindi era strategicamente fondamentale per l’Alleanza Atlantica e così, già anni prima che il paese entrasse a far parte del Patto Atlantico, vi era presente un’organizzazione stay-behind denominata “Counter-Guerrilla”.
L’organizzazione è stata attiva per tutto il periodo della Guerra Fredda, conducendo alcune delle missioni più importanti delle forze armate turche [11]. Dopo la divulgazione dell’operazione Gladio in Italia, il Generale Kemal Yilmaz, capo delle forze speciali turche, nel 1990 confermò l’esistenza della rete NATO in Turchia. Yilmaz spiegò che l’organizzazione era sotto il comando delle forze speciali turche e aveva come obiettivo l’organizzazione di una resistenza in caso di occupazione comunista.
L’ex Primo Ministro turco Bulent Ecevit confermò alla stampa di aver appreso dell’esistenza di “Counter-Guerrilla” e del collegamento con le forze speciali nel 1974. All’epoca, il Generale Semih Sancar lo informò del finanziamento all’organizzazione da parte degli Stati Uniti sin dai primi anni del post-guerra mondiale. L’ex Primo Ministro dichiarò inoltre di sospettare dell’organizzazione e del suo coinvolgimento nel massacro di Piazza Taksim ad Istanbul nel 1977, dove 36 manifestanti vennero assassinati da un estremista di destra durante la Festa dei Lavoratori del 1 maggio [12].
[NOTE]
[11] Selahattin Celik, Türkische Konterguerilla. Die Todesmaschinerie, Mesopotamien Verlag, 1999 p.44.
[12] Celik, Türkische Konterguerilla, p.41;  Lucy Komisar, Turkey’s Terrorists: A CIA Legacy Lives On, The Progressive, 1997.
Francesco Generoso, Le operazioni Stay-Behind della Nato. Gladio e le altre organizzazioni, Opinio Juris, 5 novembre 2019