giovedì 2 febbraio 2023

Il passaggio dal movimento ai gruppi è uno dei due aspetti della fase conclusiva del Sessantotto


Nei dodici mesi che seguono il settembre '68 si consuma - in forma sostanziale - la diaspora dei movimenti studenteschi nati nel precedente anno accademico, che vanno ricomponendosi in alcuni fra i principali gruppi politici nazionali di quella che sarà la nuova sinistra degli anni settanta.
"Nell’ottobre 1968 nasce l’Unione dei comunisti italiani (marxisti-leninisti), con il suo giornale «Servire il popolo»; nel dicembre dello stesso anno esce a Milano il primo numero di «Avanguardia Operaia»; il 1° maggio 1969 è la volta di «La Classe» che si trasformerà in «Potere Operaio» nel settembre dello stesso anno; nel giugno 1969 inizia le pubblicazioni «Il manifesto», mentre nell’autunno il movimento studentesco che fa capo all’università statale di Milano comincia a delinearsi come gruppo autonomo, pur conservando la denominazione generica di “movimento”. Anche la formazione di Lotta Continua avviene nello stesso periodo: tra il maggio giugno 1969 al momento della grande esplosione operaia alla Fiat Mirafiori, dove l’espressione «Lotta Continua» compare come intestazione dei volantini dell’assemblea operai-studenti e il 1° novembre 1969, data dell’uscita del giornale che configura […] il progetto di  un’organizzazione nazionale". <710
Il passaggio dal movimento ai gruppi è uno dei due aspetti della fase conclusiva del Sessantotto: raccontare le agitazioni studentesche del 1968/'69 significa considerare il problema del rapporto tra queste sigle politiche esterne e il movimento.
Si possono ad esempio citare un paio di episodi di minore entità, che hanno per teatro le vicende del movimento romano del 1968/'69.
Si tratta di due momenti che hanno per oggetto dei dissidi tra la combattiva sezione dell'Uci (m-l) e il resto del movimento studentesco romano. Un primo caso di dissenso trova posto nel corso del corteo del 5 dicembre 1968 <711, indetto dalle sigle sindacali in segno di protesta per i fatti di Avola. Una seconda frattura, ancor più evidente, è rappresentata dagli esiti dell'assemblea di Lettere del 29 maggio 1969, quando i militanti dell'Uci (m-l) arrivano a scontrarsi fisicamente con l'altra parte dell'assemblea.
"Alle ore 10.30 di oggi, un centinaio di aderenti alla Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) si è riunito in assemblea generale nell'aula I della locale facoltà di Lettere, pavesata con striscioni di color rosso e ritratti di Mao. Un folto gruppo di essi si è schierato in cordone davanti all'ingresso dell'aula, impedendo ai colleghi del Movimento studentesco di entrarvi. Questi ultimi, che frattanto erano aumentati a circa 200, di forza hanno superato il cordone, insediandosi nell'aula. Al tavolo della presidenza si sono, quindi, alternati elementi del Movimento studentesco e dell'Unione. Ha preso, per primo, la parola lo studente Domenico De Feo, dell'Unione, il quale ha affermato che il Movimento studentesco è superato dal tempo e, pertanto, deve rinunciare al ruolo, finora assunto, della "leadership" della classe studentesca. [...] Al termine, uno studente ha avanzato la proposta di procedere all'occupazione della facoltà. La proposta, appoggiata dagli aderenti all'Unione, è stata decisamente respinta da quelli del "Movimento". Questi ultimi, compatti, sono usciti dall'aula e, dispostisi ad ala lungo il corridoio, hanno invitato, con un megafono portatile, i lì militanti dell'Unione ad abbandonare la sede della facoltà. Costoro, brandendo le aste di bandiere rosse che avevano portato all'interno dell'aula, sono usciti nell'atrio della facoltà e con fare minaccioso hanno fronteggiato il gruppo, più numeroso, degli aderenti al Movimento. Sono nate discussioni piuttosto accese, con scambio di invettive e lancio di pezzi di legno, ricavati anche da sedie e banchi della facoltà, alcuni dei quali hanno colpito qualche studente provocandogli leggere contusioni". <712
Anche a Milano l'anno 1968/'69 fu gravido di trasformazioni: come sottolineato dalla citazione di Bobbio il movimento studentesco milanese fu l'ultimo a istituzionalizzarsi come gruppo politico indipendente, nell'autunno-inverno del 1969, pur mantenendo formalmente il nome di "Movimento Studentesco di Milano" <713.
Eppure la storia puntuale delle agitazioni milanesi del Sessantotto va intrecciata con quello che fu senza dubbio il più significativo impegno di lotta nel corso del 1968/'69, l'occupazione dello stabile dell'ex Hotel Commercio in piazza Fontana <714. Anche in questo caso la discontinuità sembra abbastanza evidente.
Si è visto come nel corso del Sessantotto la Cattolica e la Statale fossero andate scambiandosi il ruolo di egemonia - se non di semplice centro ideale - delle agitazioni studentesche milanesi.
Un primo coordinamento a livello cittadino, tentato fin dalla tarda primavera, era stato presto egemonizzato dalla componente politicizzata proveniente dall'università Statale. Proprio questo gruppo facente riferimento al "movimento studentesco cittadino" è animatore della lunga occupazione del centralissimo stabile in disuso, occupazione che attraversa l'intero anno accademico 1968/'69.
E' l'hotel Commercio di piazza Fontana il centro principale dell'attività studentesca milanese in quei mesi, ed è proprio l'esperienza dell'hotel Commercio che segna il confine tra i movimenti studenteschi del Sessantotto milanese e il Movimento Studentesco di Milano - come gruppo politico indipendente facente capo al noto leader Mario Capanna.
La seconda discontinuità oggettiva tra il Sessantotto universitario e il periodo che lo segue immediatamente è rappresentata dalla comparsa di un'agitazione operaia nelle principali fabbriche del triangolo industriale, tra la fine del 1968 e l'estate seguente, a riddosso dei rinnovi contrattuali previsti per l'autunno del 1969. Tra le indiscutibili premesse dell'autunno caldo ci sono infatti le esperienze dei CUB della Pirelli di Milano <715, e le lotte organizzate dall'assemblea operai-studenti che prese a intervenire ai cancelli torinesi della Fiat, a partire dal maggio '69.
"Già prima dell'arrivo dei militanti del Movimento Studentesco torinese riunioni informali si svolgevano tra gruppi di operai e appartenenti alle formazioni operaiste (Potere operaio e Lega studenti-operai) in un bar di Corso Tazzoli, situato a due passi da Mirafiori. L'Assemblea operai e studenti si forma invece nel mese di maggio del 1969, quando finalmente gli studenti decidono di passare dalle riunioni all'Università all'intervento davanti alle porte di Mirafiori. Si tratta questa volta di una scelta radicale e di un impegno totale a fianco della lotta degli operai, che chiude ogni possibile via di ripiegamento verso l'università e il movimento studentesco, con questa scelta esso infatti cessa ufficialmente di esistere. Questa volta, a differenza degli interventi precedenti, gli studenti ci tengono a segnalare che non vengono davanti alle porte per “scambiare quattro chiacchiere” con i lavoratori, vengono per favorire la costruzione di un collegamento tra operai delle diverse squadre e officine, per riunirsi insieme a loro e “decidere insieme le azioni di lotta”. L'unità d'azione tra loro e i gruppi operaisti che già intervengono alla Fiat si consolida su una piattaforma che rivendica: aumenti salariali uguali per tutti, rifiuto dei tempi di produzione, diminuzione dell'orario di lavoro. Più in generale esprimono un giudizio critico verso le forme storiche di organizzazione operaia, partiti di sinistra e sindacati, e sono propensi a non accettare, in qualunque modo e forma, la figura del delegato operaio. <716
Le agitazioni di una parte degli operai Fiat, tra la tarda primavera e l'estate del 1969, culminano nel corteo del 3 luglio, quando una giornata di protesta contro il caro-affitti sfugge di mano alle organizzazioni sindacali e un corteo non autorizzato viene caricato dalle forze dell'ordine, proprio davanti ai cancelli di Mirafiori. Il corteo si ricompone immediatamente e raggiunge il vicino corso Traiano, dove gli scontri diventano cruenti e dilagano a macchia d'olio, coinvolgendo per alcune ore la popolazione della periferia operaia, da Nichelino a Borgo San Pietro, fino a Moncalieri" <717.
A mio avviso gli scontri di corso Traiano segnano una delle discontinuità più evidenti tra il Sessantotto universitario e il Sessantanove operaio, che dopo l'estate avrebbe preso pieno possesso della ribalta pubblica.
Un rapporto prefettizio della fine di giugno, a pochi giorni dal corteo, riassume sinteticamente il quadro che aveva contraddistinto le agitazioni alla Fiat. Vi si possono leggere in controluce molti dei particolari ricorrenti nelle varie ricostruzioni offerte dalla storiografia e dalla memorialistica in materia: in questo senso il prefetto sorprende per la sua puntualità di giudizio e per la precisione sintetica con cui dipinge le posizioni dei vari attori coinvolti.
"I risultati ottenuti alla Fiat, dove gruppi di operai, manovrati dalle forze extrasindacali con fermate interne di reparto che si susseguono da circa un mese, hanno praticamente bloccato la produzione, hanno ridato slancio e vigore ai movimenti contestatori, i cui attivisti, spesso in polemica con i sindacati, svolgono un'intensa, continua azione di propaganda e di agitazione, promuovendo riunioni ed incontri che si svolgono nei bar, nelle sedi universitarie, all'ospedale Molinette, sovente con la presenza di dirigenti estremisti "calati" da tutta Italia, che hanno visto aprirsi, con l'inattesa breccia della lotta rivoluzionaria nel paese". <718
Da un lato a cavallo dell'estate '69 si completa in via quasi definitiva il processo di istituzionalizzazione dei vari gruppi studenteschi nei nuovi partiti minoritari della sinistra extraparlamentare, con la diaspora dei gruppi che intervenivano alla Fiat di Torino e la nascita di Potere Operaio e di Lotta Continua.
Dall'altro la stagione dei rinnovi contrattuali nazionali apertasi nell'autunno 1969 vede l'emersione di uno strato operaio dequalificato e particolarmente combattivo, prevalentemente non inquadrato nei sindacati tradizionali e capace di mettere in crisi il modello fordista di produzione a partire da uno dei centri più prestigiosi della grande industria nazionale, il complesso Fiat degli Agnelli.
La ricomposizione politica nei gruppi extraparlamentari e l'innesco di una crisi di medio periodo nei rapporti industriali aprono oggettivamente nuovi capitoli della storia recente del nostro paese, mentre la breve stagione dei movimenti studenteschi del Sessantotto universitario può dichiararsi conclusa, o almeno superata da nuovi problemi e da nuovi protagonismi.
[NOTE]
710 Da L. Bobbio. Storia di Lotta Continua cit., p. 3.
711 Per i dettagli sullo spezzone studentesco al corteo del 5 dicembre 1968 vedi la comunicazione riservata del questore del 6/12/1968 in ACS [Archivio Centrale dello Stato], Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 354, fasc. 15.584/69, Roma Università, sottofasc. 2.
712 Dalla comunicazione riservata del questore del 29/5/1969 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 354, fasc. 15.584/69, Roma Università, sottofasc. 2.
713 La trasformazione del movimento studentesco milanese in 'partito' d'ispirazione esplicitamente marxista-leninista viene fatto coincidere con l'approvazione del documento La situazione attuale e i compiti politici del Movimento Studentesco da parte di un'assemblea generale il 18 dicembre 1968. Il documento venne subito dato alle stampe, per un'edizione ufficiale vedi quindi (a cura del) Movimento studentesco della Statale di Milano, La situazione attuale e i compiti politici del Movimento Studentesco, Milano, Sapere dicembre 1969. Naturalmente le fonti di polizia avevano seguito attentamente il dibattito interno al gruppo milanese (e per esempio sulle differenze tra i due leader Mario Capanna e Salvatore Toscano vedi la comunicazione riservata del prefetto del 8/11/1969 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6), tanto che la genesi e l'impatto di questo documento trovano ampio riscontro tra le mie fonti d'archivio. Una primissima versione del documento fondativo del 'nuovo' Movimento Studentesco di Milano viene tra l'altro allegata ad una comunicazione prefettizia del 9 dicembre 1969 (ora raccolta in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2), che avvisava il Ministero come nel documento, presentato all'assemblea ma ancora in fase di discussione, fossero state tracciate "le linee dell'azione e dei compiti futuri del Movimento Studentesco".
714 In realtà già la prima assemblea studentesca del nuovo anno accademico era stata organizzata negli spazi dell'albergo di piazza Fontana (vedi la comunicazione riservata del prefetto del 9/9/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2). I locali dell'Hotel Commercio vengono comunque ufficialmente occupati solo il 28 novembre 1968, in seguito ad un corteo studentesco (sull'occupazione e sulle reazioni delle autorità comunali vedi ad esempio L'ex albergo Commercio adibito a casa provvisoria dello studente, «Corriere della Sera», 30/11/1968, p. 8). Le forze di polizia intervengono con lo sgombero solo nella mattinata del 19 agosto 1969, in piena estate (sullo sgombero vedi il telegramma prefettizio del 19/8/1969 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2). Per una ricostruzione soggettiva dell'esperienza dell'occupazione dell'Hotel Commercio vedi il celebre phamplet 'Un pugnale nel cuore della città capitalistica', «Aut Aut», n. 108, Milano 1968, Lampugnani Nigri Editore, pp. 115-120.
715 La partecipazione studentesca all'esperienza dei Comitati Unitari di Base fu notata anche dalle forze dell'ordine: "Di seguito a precedenti segnalazioni, si comunica che l'attività del Movimento Studentesco milanese segue attualmente il passo sia per le divisioni politiche verificatesi nel suo interno in questi ultimi tempi, sia per le sessioni autunnali di esami, tuttora in corso. Vari tentativi diretti ad allargare la base del Movimento ed ad estendere il seme della contestazione a livello di istituti medi e a livello cittadino, attraverso la cosidetta "politica di quartiere" non hanno dato finora i risultati sperati, come è stato anche rilevato nel corso di una recente assemblea del Movimento studentesco cittadino. Il collegamento con il movimento operaio è invece, attualmente, l'unico campo in cui si nota un certo successo. I picchettaggi alle varie fabbriche in occasione di agitazioni sindacali, la distribuzione di volantini furante gli scioperi, la partecipazione attiva ai cosiddetti "comitati unitari di base" sono le espressioni più appariscenti. L'atteggiamento degli studenti in seno ai "comitati unitari di base" è diretta, tra l'altro, ad ottenere l'istituzione dell'assemblea di fabbrica allo scopo di contrapporsi all'azione dei sindacati, sull'esempio delle ultime esperienze degli studenti e degli operai francesi."; dalla comunicazione riservata del prefetto del 25/10/'68 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2. Per una descrizione 'tipica' dei volantinaggi degli studenti milanesi davanti gli stabilimenti vedi ad esempio il telegramma prefettizio del 28/3/1969 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6
716 Da D. Giachetti, Il giorno più lungo. La rivolta di Corso Traiano. Torino 3 luglio 1969, Pisa, Biblioteca Franco Serantini 1997, pp. 56-57.
717 Per una ricostruzione puntuale sul corteo del 3 luglio e sulle agitazioni che lo precedettero vedi in primo luogo D. Giachetti, Il giorno più lungo. La rivolta di Corso Traiano cit. Per la cronaca giornalistica vedi ad esempio 'Gravi incidenti a Torino. I dimostranti erigono barricate', «Corriere della Sera», 4/7/1969, p. 1.
718 Dalla comunicazione riservata del prefetto del 27/6/1969, in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 355, fasc. 15.584/81, Torino Università, sottofasc. 1.
Fabio Papalia, Il Sessantotto italiano nella dinamica delle occupazioni e dei cortei. Un confronto tra i movimenti studenteschi di Torino, Milano e Roma, Tesi di dottorato, Università degli Studi Roma Tre, Anno accademico 2010/2011