martedì 14 marzo 2023

Il Corriere letterario ai tempi della direzione di Spadolini


Questo elaborato prende in analisi il "Corriere letterario", pagina speciale del «Corriere della Sera», analizzandone la pubblicazione nel periodo compreso tra il 1967 e il 1972. Sono gli anni nei quali la direzione del giornale è nelle mani di Giovanni Spadolini, mentre la guida delle pagine culturali è affidata a Giovanni Grazzini, già critico cinematografico della testata. Al fine di restituire una fotografia, quanto più fedele possibile, di quella che è stata l’informazione letteraria sulle pagine del «Corriere della Sera» a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del Novecento, è necessario ricostruire le tappe evolutive del quotidiano che, ancora oggi, vanta la maggior tiratura e diffusione in Italia.
Per cogliere la temperatura di quegli anni, è importante, però, svolgere anche un’indagine sul contesto sociale, culturale e politico all’interno del quale il quotidiano si è trovato a muovere i propri passi. Il Sessantotto ha segnato, per il nostro paese, uno spartiacque: gli scontri, le contestazioni studentesche hanno avuto un impatto violentissimo che ha portato a profonde trasformazioni politico-sociali: dalla riorganizzazione delle università, al riconoscimento delle rivendicazioni operaie, all’affermazione dell’identità sessuale.
Il terremoto culturale che ha investito la società italiana ha avuto, da un punto di vista giornalistico, un effetto immediato sulla produzione e diffusione della cultura: si assiste a un profondo mutamento della domanda dei lettori, non solo di libri, ma anche e soprattutto di quotidiani; si avverte la necessità di ampliare l’offerta per soddisfare le nuove esigenze e appagare la crescente sete di informazione, svincolata dal controllo politico, da parte dei più giovani. È in questo contesto di mutamento che molte testate decidono di apportare dei rinnovamenti; in alcuni casi, questo si traduce in un passaggio di testimone della direzione stessa del quotidiano.
È il caso di Alfio Russo, che proprio nel febbraio 1968, all’alba dei primi scontri studenteschi, viene sostituito da Giovanni Spadolini il quale rimarrà in carica fino al 1972, data del suo debutto in politica. Non sono anni semplici per il nuovo direttore, che, nonostante la sua attitudine riformista e la sua simpatia per il centro sinistra, guarderà sempre con un po’ di scetticismo alle agitazioni studentesche e operaie, arrivando addirittura, nel maggio 1968, a definire la contestazione come «la ventata nichilista e protestataria» <1.
Come si è detto, durante il quadriennio preso in esame il responsabile delle pagine culturali, in realtà già alla direzione del "Corriere letterario" a partire dal 1967, era Giovanni Grazzini. In questi anni di grandi trasformazioni, anche la consueta pubblicazione settimanale della pagina speciale cambierà cadenza, inaugurando l’uscita bisettimanale, il giovedì e la domenica, per poi tornare esclusivamente domenicale nel 1973. In un contesto in cui l’informazione letteraria è sempre più assente e il lavoro di ricerca letteraria maggiormente concentrato sulla poesia rispetto alla narrativa, il doppio appuntamento settimanale del "Corriere letterario" costituisce un punto di riferimento per il mondo culturale di quegli anni.
Questa prospettiva è rafforzata dalle diverse rubriche che vengono varate sulle pagine del "Corriere letterario" nel corso di questo quinquennio: particolare attenzione meritano quelle tenute da Alberto Arbasino, una delle firme più prestigiose arrivata dal «Giorno» di Milano, che si occuperà soprattutto dello stato di salute dell’editoria nel paese.
Gli estremi temporali presi in considerazione per la stesura dell’indice fanno riferimento alle date di insediamento di Giovanni Spadolini alla direzione di via Solferino e a quella del suo definitivo abbandono del «Corriere della Sera». L’ultimo numero che figura sotto la direzione di Spadolini è quello del 15 marzo 1972, formalmente la data del suo licenziamento, in realtà, proprio a causa di questo improvviso cambio nella direzione della testata, il Comitato di Redazione aveva annunciato uno sciopero per la pubblicazione del «Corriere della Sera» del 4 marzo e del «Corriere d’Informazione» del 4-5 marzo, successivamente ritirati.
Si è deciso di prendere come punto di riferimento cronologico la permanenza al quotidiano del direttore del «Corriere della Sera», Spadolini, e non quella del direttore del "Corriere letterario", Giovanni Grazzini, in quanto quest’ultimo, già nominato direttore della pagina speciale dopo la morte di Enrico Emanuelli nel luglio 1967, rimarrà in carica fino al 1974, disegnando così un orizzonte temporale decisamente troppo ampio per poter essere analizzato in questa sede. Si cercherà di offrire una panoramica, quanto più completa possibile, del "Corriere letterario", che in quegli anni raggiunse un grande lustro, grazie soprattutto alle nuove collaborazioni acquisite da Grazzini: Claudio Gorlier per la letteratura nordamericana, Mario Luzi per quella ispano-americana, Alberto Arbasino, che, attraverso le sue rubriche settimanali, si dimostrerà un maestro nel cogliere con grande sensibilità i mutamenti in atto nella società, Goffredo Parise, Leonardo Sciascia e molti altri.
Dopo una prima parte in cui viene raccontata l’origine del "Corriere letterario" e presentato il ruolo che ha avuto il direttore Alfio Russo nel lancio di questa pagina speciale, si espone la gestione del foglio milanese da parte del duo Spadolini-Grazzini, coppia che ha saputo trovare il proprio equilibrio, proponendo ai lettori per quattro anni un’impeccabile offerta culturale sulle pagine del quotidiano.
Successivamente si passa all’analisi vera e propria del contenuto della pagina speciale del «Corriere», per arrivare infine all’indice del "Corriere letterario" (9 luglio 1967-15 marzo 1972). Seppure ultima, questa sezione costituisce il cuore del lavoro svolto in questi mesi, creando di fatto il punto di partenza per gli approfondimenti e le considerazioni svolte sul contesto storico e culturale.
Lo scopo di questo studio è quello di cogliere il punto di vista di tutti gli agenti coinvolti nell’industria culturale post boom economico; questa tipologia di ricerca è stata possibile grazie all’analisi di numerosi appuntamenti del "Corriere letterario", al fine di sviluppare uno studio trasversale, che prendesse in considerazione le varie rubriche nel corso degli anni, contribuendo alla creazione di un’indagine ad ampio spettro.
Si è deciso, per questo motivo, di porre l’accento su quegli articoli che in qualche modo descrivessero la situazione della filiera dell’editoria libraria in Italia, seguendo una sorta di fil rouge che legasse le edizioni prese in esame: fondamentali sono state le inchieste di Grazia Livi, Giuliano Zincone, Corrado Stajano e molti altri illustri collaboratori del «Corriere», sui gusti dei lettori, sui mutamenti della critica, sul confronto tra le varie generazioni di scrittori, sulle future prospettive di vita del libro e sulle misure adottate al fine di dare un nuovo impulso all’industria culturale. In questa sede, non verrà quindi analizzata la struttura della pagina speciale, ma si cercherà, piuttosto, di svolgere una disamina di quegli articoli pubblicati sul "Corriere letterario", che consentono di delineare un quadro, quanto più reale possibile, sui dubbi, sui timori, sui cambiamenti e sulle prospettive di un’industria libraria in continuo cambiamento.
1 Giovanni Spadolini, Guardie rosse e guardie nere, «Corriere della Sera», 5 maggio 1968, p. 1.
Nicole Menconi, Il Corriere letterario (1967-1972), Tesi di laurea, Univerità degli Studi di Genova, Anno accademico 2021/2022