domenica 27 aprile 2025

Il nome di Guillou comparve nell’istruttoria per la strage di Brescia


Il 28 maggio 1974, alle 10.12, nella centralissima piazza della Loggia di Brescia, dove era in corso un comizio dei sindacati contro la violenza dell’estrema destra costata la vita, nei giorni precedenti, a un ragazzo, Silvio Ferrari, una forte esplosione proveniente da un ordigno collocato in un cestino della spazzatura provocò la morte di otto persone e un centinaio di feriti. In un momento in cui stava già emergendo chiaramente una pista di estrema destra riguardo alla strage di piazza Fontana e visto il contesto dell’attentato (una manifestazione contro la «violenza fascista») le indagini relative a piazza della Loggia si indirizzarono verso gli ambienti della destra eversiva, portando alla formulazione della prima istruttoria. Il processo vide, nel 1979, la condanna degli esponenti di estrema destra Ermanno Buzzi, Angelino Papa e Fernando Ferrari, insieme ad alcuni imputati minori. Buzzi, condannato all’ergastolo, fu assassinato nel carcere di Novara dall’estremista nero Pierluigi Concutelli nel 1981. Il processo di appello stabilì l’assoluzione per insufficienza di prove di Papa, mentre gli altri suoi sodali vennero assolti con formula piena. La Cassazione annullò le precedenti assoluzioni indicendo un nuovo processo che, però, terminò nel 1985 con una ulteriore assoluzione per tutti, per insufficienza di prove. Una seconda istruttoria, nata da alcune confidenze interne al mondo carcerario, portò all’incriminazione di Cesare Ferri, Alessandro Stepanoff e Sergio Latini. Nei successivi gradi di giudizio furono tutti assolti e la Cassazione rese il giudizio definitivo (1989).
In seguito a quanto emerso nel corso dell’inchiesta condotta da Guido Salvini, anche per la strage di Brescia venne indetta una nuova istruttoria, la terza, che portò alla sbarra e, nel 2008, rinviò a giudizio gli ordinovisti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi (già giudicati nell’ambito della strage di piazza Fontana), il confidente dei servizi Maurizio Tramonte (la fonte «Tritone»), il militante Giovanni Maifredi (morto nel corso del processo), legato a un altro imputato, l’ex generale dei Carabinieri Francesco Delfino, e Pino Rauti. Il processo di primo grado prosciolse tutti gli imputati (2010) e la sentenza fu confermata in appello (2012), dove fu però confermata la colpevolezza dei defunti Buzzi, Digilio e Marcello Soffiati.
La Cassazione, però, interpellata nel 2014, ribaltò la sentenza, dichiarandola annullata e predisponendo un nuovo processo, terminato in via definitiva nel giugno 2017 con la condanna all’ergastolo di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte.
Il nome di Guillou comparve nell’istruttoria non tanto per la strage di piazza della Loggia in sé, come nel caso di piazza Fontana, quanto per un evento precedente ma considerato legato a essa: la morte di Silvio Ferrari. Ferrari, giovanissimo militante di estrema destra vicino a Ordine Nuovo, scioltasi ufficialmente l’anno prima, era il ragazzo morto nella notte tra il 18 e il 19 maggio 1974 mentre, in sella al suo scooter, trasportava alcuni candelotti di tritolo che, per qualche motivo mai accertato, provocarono l’esplosione uccidendolo sul colpo. In relazione a questo episodio, nella prima istruttoria sulla strage di piazza della Loggia, fu presentato un documento, una lettera scritta da Yves Guillou nel dicembre 1973 in risposta a una precedente missiva di Ferrari, risalente al novembre precedente:
"Porto Belarte 3/12/1973
A seguito vs. 24/11/1973
Stimato signor Ferrari,
riscontro alla vostra sopra citata a stretto giro postale.
Non sono in condizione di dare una risposta ai quesiti da voi postimi, nella loro globalità.
Posso fornirVi i nominativi dei rappresentanti dell’Etnikos Syndesmos Ellinon Spudaston Italias, presso le università di Firenze, Modena, Ferrara, Parma, Milano e Bologna. Essi corrispondono a:
Università di Firenze: Sr. Kostas Saraglov
Università di Modena: Sr. Iannis Athanasiadis
Università di Ferrara: Giorgio Mitsas
Università di Milano: Sr. Statis Vlachovoulos
Università di Bologna: Sr. Nicolas Spanos
E presso la vostra università Sr. Dimitrios Tzifas.
Per quanto alla richiesta del Sr. B.E. di mettersi in contatto col Sr. Kostas P. suggerisco che la miglior soluzione sia per lui di scrivergli direttamente indirizzando alla Casella Postale n. 473 della Posta centrale di Atene. Lo sconsiglio di utilizzare direttamente alla Scuola Militare A. U. Faccia in ogni modo riferimento alla tessera n. 028 dell’A.I.P. personalmente può indirizzare presso la Cedo in Roma a seguito e all’attenzione della risoluzione della Sua
presente questione. Ricambio i cortesi saluti.
Il Direttore Generale - Y. Guerin Serac" <599
Questa lettera, dunque, proverebbe se non una relazione fattuale con Guillou e l’Aginter Presse, essendo evidente dal tono distaccato che i due non si conoscessero intimamente e essendo il Ferrari deceduto poco tempo dopo, quanto meno una conoscenza da parte del militante bresciano dell’influenza del francese. Ferrari, infatti, sembrò rivolgersi a Guillou per essere indirizzato a una persona, in Italia, che fosse vicina al regime dei colonnelli greci.
Purtroppo, non essendo mai stata rinvenuta la lettera scritta dal giovane, non è dato sapere con certezza cosa cercasse di preciso.
Dalla risposta di Guillou, comunque, si può dedurre un’ulteriore prova a sostegno del rapporto intrattenuto dal francese con Kostas Plevris («Kostas P.»), di cui ho parlato nel capitolo precedente della mia tesi e al quale coincidono le informazioni fornite nella lettera, del quale veniva richiesto l’indirizzo da un tale «B.E.», da identificare, secondo Giannuli <600, nel sopracitato Ermanno Buzzi. Infine, Giannuli interpreta la sigla «A.I.P.» come l’Agenzia Inter Presse, ovvero l’Aginter Presse di Guillou di cui, possedendone la tessera, avrebbe senz’altro fatto parte. Infine, per quanto riguarda la Cedo, presumibilmente si trattò del nome francese del Centro Studi Difesa dell’Occidente (Centre Études Defense de l’Occident) che, proprio nel 1973, operava a Roma sotto la direzione di Sandro Saccucci ed era attivo in una serie di iniziative a favore della presenza occidentale in Africa.
Sia per quanto riguarda la strage di piazza Fontana che per quella di piazza della Loggia, dunque, Guillou e l’Aginter Presse risultano attivi e, in qualche modo, legati all’eversione di estrema destra presente nella penisola italiana. Nel 1974, con la già citata caduta del regime portoghese di Marcelo Caetano, Guillou si spostò in Spagna, dove animò il cosiddetto «gruppo di Madrid» prima di scomparire nel nulla.
[NOTE]
599 A. GIANNULI, E. ROSATI, Storia di Ordine Nuovo, cit., p. 80.
600 Ivi, pp. 79-81.
Veronica Bortolussi, I rapporti tra l’estrema destra italiana e l’Organisation de l’Armée Secrète francese, Tesi di Laurea, Università Ca' Foscari Venezia, Anno Accademico 2016-2017