Qualche settimana più tardi, insieme a una cinquantina di giovani dell'Azione Cattolica e della Fuci, che si sono segnalati per il proprio pensiero e la propria attività nel corso degli anni precedenti, Taviani partecipa al convegno di Camaldoli, dal 18 al 23 luglio 1943, organizzato per “non disperdere il patrimonio di uomini, organizzazione e mezzi editoriali realizzato durante il periodo d'oro della Fuci” <69 e in cui viene elaborato un documento, il codice di Camaldoli contenente quelli che saranno i principi cardine della futura politica economica democristiana.
Due giorni più tardi la chiusura del convegno, Mussolini viene arrestato e il fascismo crolla. Taviani a Genova può così partecipare alla fusione del vecchio Partito Popolare con i Cristiano Sociali.
Nelle settimane seguenti come rappresentante del nuovo movimento chiamato Partito Democratico Sociale Cristiano, riveste un ruolo di rilievo, partecipando ai numerosi incontri che si tengono a Roma con gli altri esponenti dei vari partiti cristiani che stanno cercando di riorganizzarsi nel paese e di formare un partito unico che raggruppi i vari cattolici. <70
In questa occasione ha l'opportunità di conoscere importanti personalità della futura Dc come De Gasperi, Scelba, Gronchi, Andreotti e Spataro e di aderire al progetto di De Gasperi, affinché tutte le formazioni politiche cattoliche presenti nel paese assumano la stessa denominazione.
Tuttavia la scelta di Taviani non verrà condivisa dal fondatore dei Cristiano Sociali, Gerardo Bruni, che mantenendo posizioni più vicine ai socialisti, dopo il periodo della resistenza tenterà, con scarso successo, di separarsi, fondando un partito cattolico alleato ai partiti di sinistra.
Nei medesimi mesi Taviani, attraverso le conferenze tenute un po' in tutta Italia sia all'interno dell'Azione Cattolica che delle prime formazioni democristiane, conosce La Pira, Piccioni, e altri importanti personaggi della politica del secondo dopoguerra. <71
Taviani a questo punto è definitivamente inserito tra i grandi personaggi della Dc che nel secondo dopoguerra sono chiamati a svolgere un ruolo determinante per la ricostruzione del paese e delle istituzioni.
Nel settembre del 1943 otteneva il trasferimento a Genova, insieme alla moglie e al primo figlio che era nel frattempo nato e dove finalmente riceveva la cattedra di docente di Demografia presso la locale università. <72
E' all'8 settembre, quando viene annunciato l'armistizio con gli angloamericani e con la fuga del re a Brindisi e la feroce rappresaglia dei nazisti che occupano rapidamente tutto il territorio nazionale da Napoli al Brennero, che inizia il periodo della resistenza.
Durante i 18 mesi successivi Taviani, come rappresentante della Dc all'interno del CNL, alla cui nascita in Liguria presiede, ha modo di partecipare attivamente alla resistenza, occupandosi delle questioni politiche, della stesura dei programmi, e dei contatti tra i politici delle varie forze politiche, svolgendo da collegamento e da mediatore tra le parti, promuovendone la coesione e prendendo spesso parte alle decisioni politiche. <73
Ruolo favorito anche dalla sue simpatie socialiste in campo economico, che lo rendono ben visto da parte dei gruppi socialisti e comunisti, e che assume sempre più importanza nel momento in cui dopo la liberazione di Roma, c'è il rischio che i movimenti nelle regioni del nord Italia possano assumere maggiore autonomia.
Durante questi mesi, può così spostarsi per mediare e trasportare soldi e documenti tra i diversi gruppi partigiani che operano nelle regioni del nord, frequentando e conoscendo i maggiori dirigenti della resistenza democristiana nel nord Italia, tra cui Mentasti <74 e Mattei, e partecipando alla nascita in Liguria delle associazioni giovanili legate alla Dc e al tesseramento dei primi iscritti, conoscendo anche i maggiori esponenti della resistenza degli altri partiti, tra cui il socialista Pertini e il comunista Longo. <75
Taviani è anche l'ideatore del decreto con cui il 10 marzo 1944 viene varato dal Cnl per la Liguria per finanziare l'attività dei partigiani, drammaticamente a corto di fondi per rifornire i loro combattenti di indumenti e alimenti.
Tale decreto stabilisce l'emissione di buoni di prestito che sarebbero stati rimborsati una volta conclusa la guerra, per evitare il pericolo di falsificazioni o ancora peggio il rintracciamento da parte del nemico delle stamperie utilizzate per la loro stesura. Pittaluga, questo era il suo nome di battaglia, adotta il semplice, ma efficace stratagemma di utilizzare delle normali banconote, forate con una stella e il cui valore è cento volte quello nominale; la loro validità veniva inoltre ristretta ad un limitato numero di serie, così da permetterne il controllo dell'emissione ed evitare falsificazioni. <76
A luglio 1944 nasce anche il secondogenito di Taviani che viene battezzato il giorno dopo la nascita in gran segreto a causa dei pericoli che incombono sul padre, ricercato dalle autorità repubblichine.
Qualche settimana dopo, gli viene presentato un agente inglese, inviato in Liguria per avvertire e preparare i partigiani ad un imminente sbarco degli alleati, così come al possibile tentativo tedesco di ritirarsi verso il Po, organizzando a Genova una piazzaforte assediata, che grazie alla conformazione fisica del territorio si sarebbe ben prestata ad una resistenza ad oltranza tesa ad ostacolare le operazioni alleate.
Dopo alcuni giorni è ancora lui a scortare l'ufficiale britannico e ad accompagnarlo sino al confine con la Francia, dove ha occasione di incontrare alcuni partigiani francesi che lo ospitano per una notte in una loro tenda, e gli rivelano l'intenzione del loro governo di reclamare all'Italia tutta la zona alpina da Dronero a San Remo una volta conclusa la guerra.
A fine agosto gli alleati sbarcheranno davvero, ma in Costa Azzurra anziché in Liguria e dopo aver rapidamente raggiunto il confine italiano punteranno a nordovest per ricongiungersi con le truppe provenienti dalla Normandia invece di valicare le Alpi; ciò causa la delusione e il malumore della popolazione ligure e degli stessi partigiani che capiscono di essere stati utilizzati dagli alleati per ingannare le truppe dell'Asse e spingerle così a spostare la loro attenzione. <77
L'inverno seguente vede Pittalunga sempre più impegnato nelle operazioni della resistenza verso cui le truppe dell'asse tentano con crescente ferocia, ma minori risultati di rispondere, per fermare i numerosi attacchi che vengono compiuti sulle linee di comunicazione tra la pianura padana e la costa e che renderebbero difficoltoso un eventuale ripiegamento delle loro forze costiere verso il Po. <78
A conclusione di questo periodo, la notte del 23 aprile 1945, Taviani partecipa come presidente alla riunione tra i capi del Cln Liguria in cui, a dispetto del fatto che le truppe alleate pur avendo sfondato il fronte non erano giunte nemmeno a La Spezia, si doveva decidere se e quando lanciare l'insurrezione di Genova, correndo il rischio che, nel caso le divisioni di stanza sulle riviere si fossero ricongiunte con le forze acquartierate a Genova o che gli alleati fossero stati bloccati lungo la loro avanzata, essa fallisse e venisse soffocata nel sangue come era successo a Varsavia pochi mesi prima.
Il pericolo è reale, in quanto a Genova è schierato un intero corpo d'armata tedesco che oltre alla città, controlla l'artiglieria pesante dislocata nei forti che la sovrastano e nel porto, e può contare sull'appoggio dalle milizie repubblichine e dal corpo scelto del X Flottiglia MAS, inoltre tra la posizione delle truppe alleate e Genova; ci sono, inoltre, 100km di strade strette e tortuose che ben si prestano ad una strenua resistenza tedesca per bloccare l'avanzata degli alleati. La discussione si protrae sino a notte fonda e i presenti pur unanimi sulla necessità di lanciare l'insurrezione, sono profondamente divisi sui tempi, alcuni la vorrebbero subito, mentre altri preferirebbero prendere tempo e aspettare alcuni giorni per dare il tempo alle truppe alleate di avvicinarsi a Genova.
Alla fine l'intervento di Taviani è nuovamente decisivo per chiudere la riunione e scongiurare una rottura tra le diverse forze politiche della resistenza genovese, proposto di votare dapprima il metodo con cui si deciderà la data dell'insurrezione e poi la data stessa: si stabilisce il voto a maggioranza semplice visto che l'unanimità non esiste, e così per quattro voti favorevoli contro due contrari si decide che l'insurrezione inizierà la sera stessa.
L'insurrezione inizia la sera del 23 e dura due giorni, ma alla fine, grazie al supporto delle bande partigiane che in tutto il territorio ligure alla notizia della sollevazione in corso nel capoluogo hanno attaccato le divisioni tedesche in ritirata impedendone il ricongiungimento, e al sostegno attivo della popolazione genovese che si schiera in aperta rivolta: l'obiettivo viene raggiunto.
La sera del 25 aprile il Generale Meinhold comandante delle forze tedesche a Genova, constatata l'impossibilità di eseguire gli ordini e di ritirarsi verso il Po, ordina a tutte le forze tedesche sotto il suo comando, a partire dalle 9 del giorno successivo la cessazione delle ostilità.
La mattina del 26 aprile, dalle alture di Genova è ancora Taviani a sfidare gli ultimi colpi delle artiglierie nemiche e ad annunciare dalla stazione radio sulle alture genovesi la liberazione della città, in un discorso che verrà ripreso e trasmesso dalla Bbc.
Le truppe angloamericane arriveranno a Genova solamente la mattina seguente, trovando davanti a se, per la prima volta dall'inizio della campagna d'Italia, una città già libera. <79
Due giorni più tardi la chiusura del convegno, Mussolini viene arrestato e il fascismo crolla. Taviani a Genova può così partecipare alla fusione del vecchio Partito Popolare con i Cristiano Sociali.
Nelle settimane seguenti come rappresentante del nuovo movimento chiamato Partito Democratico Sociale Cristiano, riveste un ruolo di rilievo, partecipando ai numerosi incontri che si tengono a Roma con gli altri esponenti dei vari partiti cristiani che stanno cercando di riorganizzarsi nel paese e di formare un partito unico che raggruppi i vari cattolici. <70
In questa occasione ha l'opportunità di conoscere importanti personalità della futura Dc come De Gasperi, Scelba, Gronchi, Andreotti e Spataro e di aderire al progetto di De Gasperi, affinché tutte le formazioni politiche cattoliche presenti nel paese assumano la stessa denominazione.
Tuttavia la scelta di Taviani non verrà condivisa dal fondatore dei Cristiano Sociali, Gerardo Bruni, che mantenendo posizioni più vicine ai socialisti, dopo il periodo della resistenza tenterà, con scarso successo, di separarsi, fondando un partito cattolico alleato ai partiti di sinistra.
Nei medesimi mesi Taviani, attraverso le conferenze tenute un po' in tutta Italia sia all'interno dell'Azione Cattolica che delle prime formazioni democristiane, conosce La Pira, Piccioni, e altri importanti personaggi della politica del secondo dopoguerra. <71
Taviani a questo punto è definitivamente inserito tra i grandi personaggi della Dc che nel secondo dopoguerra sono chiamati a svolgere un ruolo determinante per la ricostruzione del paese e delle istituzioni.
Nel settembre del 1943 otteneva il trasferimento a Genova, insieme alla moglie e al primo figlio che era nel frattempo nato e dove finalmente riceveva la cattedra di docente di Demografia presso la locale università. <72
E' all'8 settembre, quando viene annunciato l'armistizio con gli angloamericani e con la fuga del re a Brindisi e la feroce rappresaglia dei nazisti che occupano rapidamente tutto il territorio nazionale da Napoli al Brennero, che inizia il periodo della resistenza.
Durante i 18 mesi successivi Taviani, come rappresentante della Dc all'interno del CNL, alla cui nascita in Liguria presiede, ha modo di partecipare attivamente alla resistenza, occupandosi delle questioni politiche, della stesura dei programmi, e dei contatti tra i politici delle varie forze politiche, svolgendo da collegamento e da mediatore tra le parti, promuovendone la coesione e prendendo spesso parte alle decisioni politiche. <73
Ruolo favorito anche dalla sue simpatie socialiste in campo economico, che lo rendono ben visto da parte dei gruppi socialisti e comunisti, e che assume sempre più importanza nel momento in cui dopo la liberazione di Roma, c'è il rischio che i movimenti nelle regioni del nord Italia possano assumere maggiore autonomia.
Durante questi mesi, può così spostarsi per mediare e trasportare soldi e documenti tra i diversi gruppi partigiani che operano nelle regioni del nord, frequentando e conoscendo i maggiori dirigenti della resistenza democristiana nel nord Italia, tra cui Mentasti <74 e Mattei, e partecipando alla nascita in Liguria delle associazioni giovanili legate alla Dc e al tesseramento dei primi iscritti, conoscendo anche i maggiori esponenti della resistenza degli altri partiti, tra cui il socialista Pertini e il comunista Longo. <75
Taviani è anche l'ideatore del decreto con cui il 10 marzo 1944 viene varato dal Cnl per la Liguria per finanziare l'attività dei partigiani, drammaticamente a corto di fondi per rifornire i loro combattenti di indumenti e alimenti.
Tale decreto stabilisce l'emissione di buoni di prestito che sarebbero stati rimborsati una volta conclusa la guerra, per evitare il pericolo di falsificazioni o ancora peggio il rintracciamento da parte del nemico delle stamperie utilizzate per la loro stesura. Pittaluga, questo era il suo nome di battaglia, adotta il semplice, ma efficace stratagemma di utilizzare delle normali banconote, forate con una stella e il cui valore è cento volte quello nominale; la loro validità veniva inoltre ristretta ad un limitato numero di serie, così da permetterne il controllo dell'emissione ed evitare falsificazioni. <76
A luglio 1944 nasce anche il secondogenito di Taviani che viene battezzato il giorno dopo la nascita in gran segreto a causa dei pericoli che incombono sul padre, ricercato dalle autorità repubblichine.
Qualche settimana dopo, gli viene presentato un agente inglese, inviato in Liguria per avvertire e preparare i partigiani ad un imminente sbarco degli alleati, così come al possibile tentativo tedesco di ritirarsi verso il Po, organizzando a Genova una piazzaforte assediata, che grazie alla conformazione fisica del territorio si sarebbe ben prestata ad una resistenza ad oltranza tesa ad ostacolare le operazioni alleate.
Dopo alcuni giorni è ancora lui a scortare l'ufficiale britannico e ad accompagnarlo sino al confine con la Francia, dove ha occasione di incontrare alcuni partigiani francesi che lo ospitano per una notte in una loro tenda, e gli rivelano l'intenzione del loro governo di reclamare all'Italia tutta la zona alpina da Dronero a San Remo una volta conclusa la guerra.
A fine agosto gli alleati sbarcheranno davvero, ma in Costa Azzurra anziché in Liguria e dopo aver rapidamente raggiunto il confine italiano punteranno a nordovest per ricongiungersi con le truppe provenienti dalla Normandia invece di valicare le Alpi; ciò causa la delusione e il malumore della popolazione ligure e degli stessi partigiani che capiscono di essere stati utilizzati dagli alleati per ingannare le truppe dell'Asse e spingerle così a spostare la loro attenzione. <77
L'inverno seguente vede Pittalunga sempre più impegnato nelle operazioni della resistenza verso cui le truppe dell'asse tentano con crescente ferocia, ma minori risultati di rispondere, per fermare i numerosi attacchi che vengono compiuti sulle linee di comunicazione tra la pianura padana e la costa e che renderebbero difficoltoso un eventuale ripiegamento delle loro forze costiere verso il Po. <78
A conclusione di questo periodo, la notte del 23 aprile 1945, Taviani partecipa come presidente alla riunione tra i capi del Cln Liguria in cui, a dispetto del fatto che le truppe alleate pur avendo sfondato il fronte non erano giunte nemmeno a La Spezia, si doveva decidere se e quando lanciare l'insurrezione di Genova, correndo il rischio che, nel caso le divisioni di stanza sulle riviere si fossero ricongiunte con le forze acquartierate a Genova o che gli alleati fossero stati bloccati lungo la loro avanzata, essa fallisse e venisse soffocata nel sangue come era successo a Varsavia pochi mesi prima.
Il pericolo è reale, in quanto a Genova è schierato un intero corpo d'armata tedesco che oltre alla città, controlla l'artiglieria pesante dislocata nei forti che la sovrastano e nel porto, e può contare sull'appoggio dalle milizie repubblichine e dal corpo scelto del X Flottiglia MAS, inoltre tra la posizione delle truppe alleate e Genova; ci sono, inoltre, 100km di strade strette e tortuose che ben si prestano ad una strenua resistenza tedesca per bloccare l'avanzata degli alleati. La discussione si protrae sino a notte fonda e i presenti pur unanimi sulla necessità di lanciare l'insurrezione, sono profondamente divisi sui tempi, alcuni la vorrebbero subito, mentre altri preferirebbero prendere tempo e aspettare alcuni giorni per dare il tempo alle truppe alleate di avvicinarsi a Genova.
Alla fine l'intervento di Taviani è nuovamente decisivo per chiudere la riunione e scongiurare una rottura tra le diverse forze politiche della resistenza genovese, proposto di votare dapprima il metodo con cui si deciderà la data dell'insurrezione e poi la data stessa: si stabilisce il voto a maggioranza semplice visto che l'unanimità non esiste, e così per quattro voti favorevoli contro due contrari si decide che l'insurrezione inizierà la sera stessa.
L'insurrezione inizia la sera del 23 e dura due giorni, ma alla fine, grazie al supporto delle bande partigiane che in tutto il territorio ligure alla notizia della sollevazione in corso nel capoluogo hanno attaccato le divisioni tedesche in ritirata impedendone il ricongiungimento, e al sostegno attivo della popolazione genovese che si schiera in aperta rivolta: l'obiettivo viene raggiunto.
La sera del 25 aprile il Generale Meinhold comandante delle forze tedesche a Genova, constatata l'impossibilità di eseguire gli ordini e di ritirarsi verso il Po, ordina a tutte le forze tedesche sotto il suo comando, a partire dalle 9 del giorno successivo la cessazione delle ostilità.
La mattina del 26 aprile, dalle alture di Genova è ancora Taviani a sfidare gli ultimi colpi delle artiglierie nemiche e ad annunciare dalla stazione radio sulle alture genovesi la liberazione della città, in un discorso che verrà ripreso e trasmesso dalla Bbc.
Le truppe angloamericane arriveranno a Genova solamente la mattina seguente, trovando davanti a se, per la prima volta dall'inizio della campagna d'Italia, una città già libera. <79
[NOTE]
69 PAOLO EMILIO TAVIANI, Politica a memoria d'uomo, p.28
70 Ibid., pp.242-243
71 CARLO BRIZZOLARI, Profilo di un protagonista: posizione e attività di Taviani fino al 25 luglio, in <<Un Archivio della resistenza in Liguria>>, Genova, Di Stefano, 1974 pp.375-385
72 DANIELA PREDA, L'Europa di Paolo Emilio Taviani... cit., p.170
73 Al racconto dell'esperienza della resistenza Taviani dedica un intero volume: PAOLO EMILIO TAVIANI, Pittalunga racconta, Bologna, Il Mulino, 1999.
74 Piero Mentasti, nato a Treviglio in provincia di Bergamo nel 1897, politico e deputato del partito popolare, durnate la resistenza fu segretario della Dc per l'alta Italia, morì a Venezia nel 1958 dopo essere stato membro della costituente.
75 DANIELA PREDA, L'Europa di Paolo Emilio Taviani... cit., p.171
76 PAOLO EMILIO TAVIANI, Pittalunga racconta, cit., p74
77 Ibidem, p.86
78 Ibidem, pp.91-101
79 PAOLO EMILIO TAVIANI, Breve storia dell'insurrezione di Genova, Firenze, Le Monnier, 1982
Federico Actite, Taviani e la politica estera italiana degli anni cinquanta (1949-1954), Tesi di dottorato, Middlesex University, 2011
69 PAOLO EMILIO TAVIANI, Politica a memoria d'uomo, p.28
70 Ibid., pp.242-243
71 CARLO BRIZZOLARI, Profilo di un protagonista: posizione e attività di Taviani fino al 25 luglio, in <<Un Archivio della resistenza in Liguria>>, Genova, Di Stefano, 1974 pp.375-385
72 DANIELA PREDA, L'Europa di Paolo Emilio Taviani... cit., p.170
73 Al racconto dell'esperienza della resistenza Taviani dedica un intero volume: PAOLO EMILIO TAVIANI, Pittalunga racconta, Bologna, Il Mulino, 1999.
74 Piero Mentasti, nato a Treviglio in provincia di Bergamo nel 1897, politico e deputato del partito popolare, durnate la resistenza fu segretario della Dc per l'alta Italia, morì a Venezia nel 1958 dopo essere stato membro della costituente.
75 DANIELA PREDA, L'Europa di Paolo Emilio Taviani... cit., p.171
76 PAOLO EMILIO TAVIANI, Pittalunga racconta, cit., p74
77 Ibidem, p.86
78 Ibidem, pp.91-101
79 PAOLO EMILIO TAVIANI, Breve storia dell'insurrezione di Genova, Firenze, Le Monnier, 1982
Federico Actite, Taviani e la politica estera italiana degli anni cinquanta (1949-1954), Tesi di dottorato, Middlesex University, 2011