sabato 2 aprile 2022

Nel gennaio 1947 la netta maggioranza della Federazione di Francia rimase quindi nel PSI


La storia della Federazione di Francia del PSI merita infatti di essere approfondita, specialmente sul finire degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, non solo perché rappresenta in re ipsa una delle importanti sfaccettature del rapporto tra socialisti italiani e francesi, ma anche per il ruolo di “cucitura” tra Roma e Parigi di cui essa stessa si voleva tra i principali protagonisti.
Come scritto dall’allora segretario federale Francesco Buffoni direttamente a Nenni, la Federazione di Francia del PSI (allora PSIUP-Partito socialista italiano di unità proletaria) si era (ri)costituita nel gennaio 1945 e poteva contare su ben quarantasei sezioni sparse sul territorio francese, raggruppando poco più di mille iscritti, per la stragrande maggioranza emigrati o fuoriusciti in Francia nel corso dei due decenni precedenti <2. La Federazione si voleva in effetti la diretta erede, o meglio la continuatrice, dell’esperienza socialista e antifascista in Francia negli anni tra le due guerre, che aveva potuto contare su oltre duemilacinquecento militanti socialisti <3. Nella sua lettera Buffoni lamentava dei pochi contatti che la direzione socialista italiana aveva con i socialisti in Francia. Questi ultimi, così, erano costretti ad informarsi sulla situazione politica italiana solo attraverso «l’attento spoglio di certi giornali svizzeri e inglesi, che però non sempre si riesce a rintracciare, e dei fogli di talune agenzie specializzate» <4. «Perché ci lasciate così senza notizie, senza istruzioni?» - si chiedeva il rappresentante dei socialisti italiani in Francia - trovando «strano» (ma era pur sempre il febbraio 1945!) che non ci fosse stato ancora il modo di inviare a Parigi «almeno qualche copia dei giornali e delle pubblicazioni del partito» <5.
Pur tra queste difficoltà - destinate d’altronde a rappresentare anche in seguito un motivo di costante frizione tra i socialisti italiani in Francia e la direzione di Roma - la Federazione crebbe di numero negli anni immediatamente successivi al conflitto mondiale, aumentando i suoi effettivi fino a superare la cifra di circa 1700 iscritti <6. Le sezioni più rilevanti erano ovviamente quelle presenti nei principali centri dell’emigrazione italiana e del fuoriuscitismo degli anni Venti e Trenta: nel Nord (Roubaix, Lille e Tourcoing), nel vicino Sud-Est (Nizza, Marsiglia), nelle maggiori città del versante francese delle Alpi (Lione, Grenoble), nei centri estrattivi e siderurgici della Lorraine (specialmente Metz e Nancy), e infine ovviamente nel popolato polo dell’emigrazione rappresentato da Parigi e dall’Ile-de-France <7.
Un interessante spaccato della presenza dei socialisti italiani in Francia, e soprattutto della loro situazione nell’immediato dopoguerra, è offerto da una lettera di Andrea Caprini a Nenni dell’aprile 1946 <8.
[...] Un importante strumento nelle mani dei socialisti italiani di Francia era il giornale della Federazione, «l’Avanti! di Francia», che aveva raccolto l’eredità dell’organo socialista pubblicato a Parigi tra le due guerre e soprattutto si poneva l’ambizioso obiettivo di costituire un imprescindibile legame tra e per i militanti socialisti italiani in Francia. Come rivelato direttamente nell’editoriale del primo numero del maggio 1946, l’obiettivo del giornale era infatti quello di discutere dei principali problemi italiani (specialmente politici), delle questioni relative all’emigrazione e, più in generale, delle vicende interne del partito e della sua Federazione di Francia <11.
La pubblicazione e la diffusione de «l’Avanti! di Francia» - che al suo apice avrebbe toccato le diecimila copie <12 - assorbiva in larga parte le esigue risorse finanziarie della stessa organizzazione. Tanto che gli stessi ambienti della Federazione dovettero con enfasi chiedere alla direzione centrale di Roma un aiuto economico per evitare di sospendere «il foglio che rappresenta[va] la voce del Partito in Francia e praticamente l’unico legame fra l’esecutivo della Federazione e i compagni sparsi in questo vasto paese» <13.
La situazione della Federazione peggiorò rapidamente in seguito alle divisioni vissute dai socialisti italiani tra il 1947 e il 1949. Infatti, come in Italia, anche la Federazione di Francia fu presto percorsa da profondi e laceranti dissensi interni, come rivelato dagli stessi protagonisti <14. Più che la scissione di Saragat a Palazzo Barberini del gennaio 1947, sembra che i socialisti italiani in Francia si siano divisi soprattutto in seguito all’allontanamento di Giuseppe Romita dal partito nel maggio 1949, e con la conseguente fondazione del terzo polo socialista, il Partito Socialista Unitario-PSU, nel dicembre dello stesso anno <15.
La prima scissione fu infatti duramente condannata sulle pagine de «l’Avanti! di Francia», con i fuoriusciti dal partito causticamente definiti come «i beniamini della “rivoluzionaria” aristocrazia romana […], certamente tronfi di aver rotto finalmente i ponti con i volgari proletari», e non a caso simbolicamente riunitisi in «un superbo palazzo», così lontano dalle vere tradizioni socialiste del partito <16.
Nel gennaio 1947 la netta maggioranza della Federazione di Francia rimase quindi nel PSI, con la “fedeltà” al partito confermata praticamente in tutte le sezioni in terra francese <17. Nonostante la scissione - che aveva comunque portato alla creazione in Francia di una piccola federazione del PSLI (Partito socialista dei lavoratori italiani) - i rapporti tra le due anime socialiste in terra francese non furono troppo burrascosi, registrando anzi il permanere di un certo rispetto e della volontà di non disfare dei legami anche personali tra emigrati <18.
Radicalmente diversa invece la situazione vissuta soltanto due anni dopo. Sembra infatti che gravi contrasti sorsero anche in Francia, soprattutto dopo il fallimento elettorale del Fronte Democratico Popolare alle consultazioni dell’aprile 1948, con il progressivo allontanarsi della Federazione di Francia dalle posizione frontiste e filo-comuniste. I successivi congressi federali dell’organizzazione (settembre 1948, aprile e novembre 1949) videro infatti la maggioranza dei socialisti italiani in Francia schierarsi nettamente contro il patto di unità d’azione con il PCI e per la progressiva adesione al movimento di Romita, contrastando quella che appariva «la liquidazione e la bolscevizzazione della Federazione» <19. La sempre più ampia distanza dalle posizioni di Roma era sicuramente dettata dalla vicinanza agli ambienti della SFIO, nettamente anti-comunista e in forte contrasto politico-sindacale con il PCF proprio in quegli anni <20. Per la Federazione era quindi sempre più difficile mantenere il delicato equilibrio tra il frontismo dei socialisti della penisola e l’anticomunismo dei “cugini” dell’Esagono. Ormai costretti a scegliere in maniera definitiva tra le due opzioni, i socialisti di Francia si schierarono così con i compagni francesi e contro la direzione italiana <21.
Oltre all’”attrazione” esercitata dalla SFIO, un ruolo preminente in questo progressivo “scivolamento” della Federazione sembra esser stato svolto anche da Siro Burgassi, uno degli esponenti più influenti e carismatici tra i socialisti italiani in Francia <22. Il suo breve portrait di Romita sulle pagine de «l’Avanti! di Francia» è in tale senso emblematico. Il socialista piemontese veniva definito con tono apologetico «il Padre della Repubblica Italiana», in «azione vigilante» nel corso delle elezioni del 2 giugno 1946 per impedire alla «cricca monarchico-militare di tentare un colpo di Stato», e soprattutto «l’apostolo dell’unità» (tra le anime socialdemocratiche), capace di riaccendere anche le speranze di tutti i socialisti italiani di Francia <23.
I forti contrasti del 1949 sono confermati da una lettera proveniente da Nizza, inviata direttamente a Nenni in novembre, che ben chiarisce la netta spaccatura dei socialisti italiani in Francia, con la testimonianza degli sconfitti: la sezione locale aveva registrato la scissione di «circa dieci o dodici defezioni su quaranta iscritti» (ma si trattava dei più importanti esponenti e altri avrebbero presto seguito), oltre che «soprusi» e «arbitrio di abusi» da parte della direzione a maggioranza socialdemocratica e anti-frontista, con Burgassi invitato inutilmente alla moderazione e a non precipitare gli eventi <24. Una speranza rivelatasi poi vana, con una successiva comunicazione, sempre da Nizza, che rivelava come il partito socialista non avesse alla fine perduto nulla dall’esclusione dei «bambocci» socialdemocratici, e che anzi da questo allontanamento ne avrebbe avuto da guadagnare, sia politicamente che soprattutto moralmente <25. Ed evidenziando infine, in una terza lettera questa volta da Parigi, anche il peso rilevante avuto dalla SFIO nella spaccatura del socialismo italiano in Francia: «Era tempo che se ne andassero [i seguaci di Romita], non si poteva andare più ad una riunione senza udire un fesso che si levava per “dovere” e dire: “Basso, Nenni, Morandi e compagni hanno tradito il socialismo” oppure “non sono più dei socialisti” e via di seguito. La stolta politica della SFIO li ha accecati tutti» <26.
Come in Italia, anche in Francia il partito socialista si spaccò quindi in tre: l’originaria Federazione di Francia del PSI (ridotta al lumicino), la Federazione socialdemocratica di Francia (afferente al PSLI di Saragat) e la Federazione di Francia del PSU (di Romita). Contrariamente a quanto avvenuto nella penisola, era proprio quest’ultima ad essere la più numerosa e la più organizzata, avendo anche conservato l’importante giornale dei socialisti italiani emigrati <27. Al congresso federale del novembre 1949, svoltosi a Parigi nei locali della SFIO, una schiacciante maggioranza (85%) diede infatti l’assenso all’adesione al Congresso per l’unificazione socialista di Firenze del mese successivo, che doveva sancire la nascita del PSU, e stabilendone così anche il passaggio dei socialisti italiani in Francia <28. Il successo del partito di Romita oltralpe era rivelato dallo stesso Burgassi, nominato segretario federale, proprio sulle pagine de «l’Avanti! di Francia» nel febbraio 1950: in tutta Francia si riscontrava una situazione «molto soddisfacente» per il PSU; si era registrata una richiesta di tessere superiore rispetto agli anni precedenti; «quasi tutti gli iscritti della vecchia sezione del PSI e i migliori elementi del PSLI» avevano preso parte all’assemblea costitutiva della sezione del PSU di Parigi <29.
Le due anime socialdemocratiche in Francia si riunirono poi alla fine del 1951, seguendo quanto stava accadendo in Italia tra il PSLI e il PSU <30. In settembre fu votato un ordine del giorno da parte di entrambe le federazioni per sancire l’unificazione dei socialdemocratici italiani in Francia; il mese successivo vi fu poi il riconoscimento ufficiale da parte degli organi direttivi di Roma; in dicembre si svolse il primo congresso federale, nella sede della XXa sezione della SFIO, in rue de la Réunion a Parigi; infine, nel gennaio 1952, Burgassi fu ufficialmente presente al congresso di Bologna, a nome della riunita federazione socialdemocratica francese <31. L’«Avanti! di Francia» divenne quindi il giornale di tutti i socialdemocratici italiani in Francia, come testimonia l’esplicita intestazione riscontrabile sulla prima pagina dei numeri pubblicati dagli anni Cinquanta: «organo mensile della Federazione di Francia del Partito Socialista Democratico Italiano (SIIS)» <32.
E fu proprio «l’Avanti! di Francia» a informare brevemente di come al congresso di riunificazione tra le due anime socialdemocratiche italiane in Francia, nel dicembre 1951, avesse presenziato anche un non meglio specificato rappresentante del comitato direttivo della SFIO, indizio anche di una certa “vicinanza” ideologica tra i due partiti <33.
D’altronde, accanto all’influenza politica già brevemente citata, gli anni precedenti avevano registrato dei contatti tra i socialisti (e socialdemocratici) italiani in Francia e i socialisti d’oltralpe, che i primi consideravano una parte importante della loro attività. I “cugini” francesi avevano così provveduto a ospitare nei propri uffici prima i socialisti (a rue Victor Massé) e poi anche i socialdemocratici (a boulevard de Magenta prima e poi a rue de la Réunion) <34. Gli italiani in Francia avevano poi fatto da tramite per qualche incontro tra i rappresentanti dei due partiti, come una conferenza dell’allora segretario del partito Ivan Matteo Lombardo nel settembre 1946, avvenuta nel salone de «Le Populaire», il quotidiano della SFIO <35. I rapporti tra le due esperienze erano d’altronde abbastanza regolari, scanditi dalla partecipazione di delegati della Federazione ai congressi della SFIO (e viceversa, per quanto ovviamente in tono minore) <36, dalla comune presenza ad alcune celebrazioni socialiste (come la cerimonia al Muro dei Federati del cimitero di Père-Lachaise o l’anniversario della Rivoluzione Francese) <37, o infine da particolari occasioni di incontro (come i festeggiamenti per il novantesimo compleanno del socialista francese Alexandre Bracke) <38. I contatti tra le due esperienze si registravano anche su “carta”, più precisamente sul giornale federale, sia prima che dopo le scissioni. L’«Avanti! di Francia» ospitò così, ad esempio, un’intervista con Guy Mollet <39, oltre che alcuni contributi (tradotti) di personalità di spicco della SFIO, come Jean Rous <40 o come l’ex-ministro Edouard Depreux <41.
 

[NOTE]
2 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2027, Lettera di F. Buffoni alla Direzione, Parigi, 4 febbraio 1945.
3 «Per quanto riguarda il PSI, un informatore della polizia fascista riferisce, alla fine del 1938, la cifra complessiva di 2.750 iscritti […]; mentre nel marzo 1939 Pietro Nenni, rispondendo ad un questionario dell’Internazionale socialista, fornisce la cifra totale di 3.500 iscritti, 2.500 dei quali residenti in Francia e gli altri sparsi in altri paesi europei ed in America» (L. Rapone, I fuoriusciti antifascisti, la Seconda guerra mondiale e la Francia, in P. Milza, Les italiens en France de 1914 à 1940, Ecole Française de Rome, Roma 1986, p. 344, nota 2).
4 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2027, Lettera di F. Buffoni alla Direzione, cit.
5 Ibidem.
6 Cfr. V. Cirefice, Cultures et imaginaires politiques socialistes, cit., p. 555, nota 325.
7 Cfr. Congresso della Federazione del PSIUP, «l’Avanti! di Francia», 4 gennaio 1947, pp. 2-3.
8 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2029, Lettera di A. Caprini a P. Nenni, Nizza, 9 aprile 1946.
11 «L’Avanti! porterà ai lavoratori emigrati il conforto d’una parola d’amore che rispecchi il loro ideale di suprema giustizia e li incoraggi nella lotta per il riscatto economico e politico della classe lavoratrice» (Resurrezione, «l’Avanti! di Francia», 1° maggio 1946, p. 1). Per una breve storia dell’organo federale cfr. Il 40esimo dell’Avanti! di Francia”, aprile 1967, p. 2.
12 Cfr. V. Cirefice, La federazione francese del PSI nel secondo dopoguerra, cit., p. 76.
13 FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2034, Lettera di A. Desimoni a P. Nenni, 16 febbraio 1948. Nei due anni precedenti il deficit aveva toccato i 120mila e i 200mila franchi (ibidem).
14 Cfr., ad esempio, ivi, u. 2033, Lettera di A. Caprini a O. Mombello, 27 settembre 1947.
15 Sull’uscita di Romita cfr. F. Fornaro, Giuseppe Romita. L’autonomia socialista e la battaglia per la Repubblica, Franco Angeli, Milano 1996, pp. 175-203; D. Pipitone, Il socialismo democratico italiano fra la Liberazione e la legge truffa: fratture, ricomposizioni e culture politiche di un’area di frontiera, Ledizioni, Milano 2013, pp. 69-103; M. Donno, Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-1952), Rubbettino, Soveria Mannelli 2009, pp. 456-462.
16 «L’altro Partito Socialista Unitario, quello di Matteotti il Martire, di Turati, di Treves, che furono dei grandi socialisti e degli uomini modestissimi, non era nato, nella disgraziata estate del 1922, in un palazzo della vecchia nobiltà papale, ma nel baraccone dell’Unione sociale romana, a “l’Andrea Costa”» (Palazzo Barberini, «l’Avanti! di Francia», 16 gennaio 1947, p. 1).
17 Riunione del consiglio federale, «l’Avanti! di Francia», 13 febbraio 1947, p. 2.
18 «Come se la distanza dall’Italia e l’iniziale volontà di non dividere il partito avessero limitato l’acrimonia tra i due partiti», come ben evidenzia Cirefice (V. Cirefice, La federazione francese del PSI nel secondo dopoguerra, cit., p. 82).
19 Il congresso della Federazione di Francia del PSU, «l’Avanti! di Francia», luglio 1950, p. 3.
20 Cfr. R. Mencherini, Guerre froide, grèves rouges. Parti communiste, stalinisme et luttes sociales en France: les grèves «insurrectionnelles» de 1947-1948, Syllepse, Parigi 2017.
21 Cfr. la nota di polizia citata in V. Cirefice, La federazione francese del PSI nel secondo dopoguerra, cit., p. 84.
22 Burgassi, militante socialista di lunga data, originario della Liguria - probabilmente di Chiavari dove era stato consigliere comunale e fondatore di varie cooperative prima dell’avvento del fascismo - era riparato in Francia negli anni Venti, divenendo nel secondo dopoguerra uno dei principali protagonisti della storia dei socialisti italiani in Francia (cfr. È morto il compagno Burgassi, «l’Avanti!», 31 marzo 1972, p. 8).
23 S. Burgassi, Giuseppe Romita, apostolo dell’unità, «l’Avanti! di Francia», gennaio 1950, p. 1. Sulla stessa linea anche il reportage dal congresso di Firenze del PSU (dicembre 1949): id., Il congresso della speranza, «l’Avanti! di Francia», gennaio 1950, p. 1.
24 «Quanta miseria umana ha invaso anche gli animi di vecchi compagni!» (FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2038, Lettera della Sezione delle Alpes-Maritimes a P. Nenni, Nizza, 8 novembre 1949).
25 «Sono uomini corrotti, sorpassati fino a dimenticare che essi pure furono dei modesti operai. Oggi, in possesso di quattro miserabili soldi, hanno perduto ogni ritegno di decenza diventando ogni sempre più i bieghi [sic] agenti del Capitalismo, parandosi dal più puro anticomunismo, fino alla più bassa frenesia isterica, sì da sollevare, sdegno e disgusto fra la massa emigrata» (FN, Fondo P. Nenni, s. 1, ss. 3, u. 2040, Lettera a P. Nenni, Nizza, 14 novembre 1949).
26 Ivi, u. 2038, Lettera di A. Masini a P. Nenni, Parigi, 18 novembre 1949.
27 «Al 30 aprile 1950 il 66% dei tesserati aveva preso la tessera del PSU» (Il congresso della Federazione di Francia del PSU, «l’Avanti! di Francia», luglio 1950, p. 3). Già nel gennaio 1950 «l’Avanti! di Francia» era divenuto «l’organo della Federazione di Francia del Partito Socialista Unitario” italiano» (Comunicazione della Redazione, «l’Avanti! di Francia, gennaio 1950, p. 2).
28 Il congresso della Federazione di Francia, «l’Avanti! di Francia», gennaio 1950, p.3.
29 La vita del partito unificato. Federazione di Francia del PSU, «l’Avanti! di Francia», febbraio 1950, p. 2. Cfr. anche S. Burgassi, Siamo sulla buona strada, «l’Avanti! di Francia», febbraio 1950, p. 1.
30 Sulla riunificazione socialdemocratica cfr. F. Fornaro, Giuseppe Romita, cit., pp. 204-210; D. Pipitone, Il socialismo democratico italiano, cit., pp. 217-253; M. Donno, Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI, cit., pp. 510-528.
31 Cfr.: L’esecutivo del partito riconosce e approva le decisioni dei compagni in Francia e Il PS (SIIS) ha inizio la sua vita in Francia, «l’Avanti! di Francia», ottobre 1951, pp. 1-2; S. Burgassi, Ed ora, rafforziamo il partito!, «l’Avanti! di Francia», dicembre 1951, p. 1; id., Rimettiamoci al lavoro, «l’Avanti! di Francia», gennaio 1952, p. 1.
32 Si veda, a titolo di esempio, l’intestazione del numero di gennaio 1952.
33 S. Burgassi, Ed ora, rafforziamo il partito!, cit.
34 «Al Partito Socialista francese SFIO il Comitato ha inviato il più fervido ringraziamento per l’ospitalità generosa e cordiale che ci ha concesso qui, nei suoi locali della rue Victor Massé ove, oltre che tenevi le nostre assemblee, hanno sede ufficiale la Federazione, la nostra sezione e il nostro Avanti!, dando così prova di quella comprensione e solidarietà internazionali che noi non possiamo che ammirare e tenere presente» (Assemblea sezione Parigi, Rapporti col Partito Socialista SFIO, «l’Avanti! di Francia», 22 gennaio 1948, p. 2). Cfr. anche Congresso federale, «l’Avanti! di Francia», ottobre 1951, p. 2.
35 Conferenza del compagno Lombardo, «l’Avanti! di Francia», 5 settembre 1946, p. 4.
36 Cfr.: Il congresso della SFIO, «Avanti! di Francia», 5 settembre 1946, p. 4; Il congresso della Federazione di Francia del PSU, «l’Avanti! di Francia», luglio 1950, p. 3 (in questa occasione Paolo Vittorelli della direzione del PSU aveva potuto constatare «l’uniformità della linea seguita dal PSU e dalla SFIO»); Il 45esimo congresso Nazionale della SFIO, «l’Avanti! di Francia», luglio-agosto 1953, p. 4.
37 Cfr.: Assemblea sezione Parigi, Rapporti col Partito Socialista SFIO, «l’Avanti! di Francia», cit., p. 2; L’atti-vità della Federazione nel 1951, «l’Avanti! di Francia», dicembre 1951, p. 1.
38 L’attività della Federazione nel 1951, «l’Avanti! di Francia», dicembre 1951, p. 1.
39 D.A. Lemmi, Un’intervista con Guy Mollet, «l’Avanti! di Francia», 7 novembre 1946, p. 1.
40 J. Rous, I problemi del socialismo francese, «l’Avanti! di Francia», 16 gennaio 1947; id., La “Terza Forza”, «l’Avanti! di Francia», 22 gennaio 1948, p. 1.
41 E. Depreux, Stalinismo contro comunismo, «l’Avanti! di Francia», febbraio 1952, p. 1.

Samuele Sottoriva, Un’amicizia difficile: il Partito socialista italiano (PSI) e il Parti socialiste français (PS) nei lunghi anni Settanta (1969-1983), Tesi in cotutela con Università Paris-Sciences Po, Università degli Studi Roma Tre, 2021


Virgile Cirefice, La federazione francese del PSI nel secondo dopoguerra (1945-1950). Appunti per una storia dell’impegno politico extra-territorializzato, Rivista storica del socialismo, V/2, 2020