Il gesto apparentemente generoso, da parte di de Planitz, di aiutare Johannes Gehlen, tuttavia, non sarebbe rimasto fino a se stesso: già nell’inverno del ’47 l’avvocato avrebbe chiesto all’ex fisico di ricambiare il favore, fungendo da traduttore per il suo cliente Wagener durante il processo, circostanza di cui Johannes si sarebbe lamentato più di una volta nei report spediti al fratello. Il legame con de Planitz sarebbe però presto andato al di là del processo Wagener. Sembrerebbe infatti che, già a partire dal ’47, von Planitz sia diventato un informatore abituale di Johannes, aiutandolo non poco con nuovi contatti e collegamenti durante il processo di costituzione dell’ODEUM Roma <139.
2.1.2. “Una mano lava l’altra”: l’ODEUM Roma, Ferdinand von Thun-Hohenstein e il progetto della “rappresentanza SMOM” in Germania
Per quanto riguarda l’attività di Johannes all’interno dello SMOM menzionata nella succitata lettera, può sorprendere, nonostante la stretta amicizia col conte, che egli da protestante abbia potuto avere accesso agli affari interni dell’Ordine così precocemente. Già verso la fine del ’46 von Thun-Hohenstein, una volta rincontrato il suo vecchio amico e informato della nuova attività di quest’ultimo nel campo d’intelligence, aveva assunto Johannes come suo segretario personale presso la Segreteria degli Affari Esteri dell’Ordine, posizione che avrebbe permesso all’ex fisico nucleare di entrare nella sede dello SMOM in via Condotti e di avere accesso agli svariati collegamenti nazionali ed internazionali di cui un’istituzione simile poteva vantarsi <140. Una volta compiuto tale primo ingresso “ufficiale” nel mondo dell’Ordine, von Thun-Hohenstein, come dimostrano i documenti, si sarebbe affrettato ad allargare lo spazio di manovra del suo amico ancora di più, assegnandogli compiti burocratici all’interno di varie commissioni degli enti caritatevoli dello SMOM. Tali incarichi sarebbero tuttavia stati - ed è importante ripeterlo in vista di quanto sarà detto più avanti - privi di ricompensa, in quanto ufficialmente classificati come “volontariato”.
È a questo punto giustificato porsi la domanda circa la motivazione del conte von Thun-Hohenstein nel collaborare con Johannes e, in senso più vasto, con l’Organisation Gehlen e l’intelligence statunitense. La ragione per ciò sta nella stessa natura degli interessi che il neonato organo spionistico tedesco e i suoi supervisori avevano circa l’Ordine. Come emerge dalle carte del BND, il principale obiettivo dell’”infiltrazione” di Johannes nello SMOM era quello di preparare il terreno per la costituzione di una rappresentanza o “missione” dell’ufficio di von Thun-Hohenstein a Francoforte, allora sotto occupazione statunitense <141. Essendo lo SMOM un organo sovrano ed extra-territoriale, vale a dire un’entità “parastatale” per certi versi <142, la creazione di una simile rappresentanza estera dell’Ordine - controllata da una persona fidata come von Thun-Hohenstein e facilmente influenzabile da parte dell’Organisation Gehlen e del G-2 USFET in Germania - avrebbe costituito una win-win-situation per tutte le parti coinvolte. Infatti l’Operation Rusty, da parte sua, avrebbe potuto profittare della rappresentanza non solo come fonte di contatti ed informazioni, ma avrebbe anche potuto sfruttarla come diretto collegamento con Roma: una simile istituzione, di fatto, avrebbe avuto il potere di fornire documenti di viaggio e passaporti diplomatici dell’Ordine, un vantaggio prezioso e non da sottovalutare nell’immediato dopoguerra. Tutto ciò sembra infatti essere confermato dalle stesse parole di Johannes, scritte a Reinhard nel gennaio del ’47:
"Durch eine Bemerkung aus Deinen Kreisen her angeregt habe ich nun vor einigen Tagen Dir berichten lassen, dass mein Freund sich sehr positiv zu dem Projekt stellt, dass sein Verein bei dem dortigen eine Vertretung einrichtet. Er wird in der weitgehendsten Weise, im Falle dies geht, auf unsere Wünsche über das Personal eingehen. Dadurch wäre mit einem Schlag eine direkte Verbindung zwischen Dir und mir hergestellt, die absolut hieb- und stichfest ist" <143.
Se dunque per i fratelli e per l’intelligence statunitense il carattere internazionale ed extra-territoriale degli uffici dello SMOM sembra essere stata la motivazione principale per impegnarsi affinché una rappresentanza della Segreteria di von Thun-Hohenstein fosse istituita su territorio tedesco-occidentale, per il conte ciò avrebbe significato non solo ampliare il suo potere personale <144, ma anche sistemare alcune faccende interne all’Ordine. Infatti i documenti lasciano intuire che nei tardi anni Quaranta si stesse combattendo una sorta di “guerra fredda” all’interno della sede di via Condotti, causata dal formarsi di vari schieramenti in lotta per il predominio sugli affari esteri dello SMOM. Questo aspetto sarà approfondito in dettaglio più avanti, ma si può qui specificare come von Thun-Hohenstein, che parallelamente al suo incarico di capo della Segreteria estera svolgeva anche la prestigiosa funzione di Segretario generale per il Gran Maestro dello SMOM, avesse palesemente degli interessi da difendere, interessi che probabilmente vedeva sempre più minati dalle lotte intestine dell’Ordine.
2.1.3. Il “nuovo inizio” a Roma tra difficoltà e speranza
Sulla base della documentazione presa in esame qui è dunque lecito affermare che il collegamento con lo SMOM abbia costituito senz’altro il perno delle attività di Johannes a Roma durante il periodo 1946-1949. Sempre grazie ai contatti che egli sarebbe riuscito a tessere durante il proprio lavoro come segretario del conte, iniziarono a nascere anche i contatti con i futuri più stretti collaboratori dell’ex fisico nucleare. I primi passi in tale direzione avrebbero portato Johannes già nel ’47 presso il Collegium Germanicum et Hungaricum di Roma. Oltre alle conoscenze con esponenti del clero che Johannes presso il cosiddetto “Germanicum” gesuita, lì l’ex fisico nucleare avrebbe anche incontrato due uomini fondamentali per trasformare la sua “battaglia solitaria” a Roma in lavoro di gruppo: Willy Friede e Jean Henry Guignot. Friede e Guignot sarebbero diventati presto due elementi cruciali per l’attività dell’ODEUM Roma, essendo attivi, per conto di Johannes, in svariati ambienti della capitale italiana e contribuendo così a soddisfare le richieste di Reinhard e dei suoi supervisori statunitensi. Mentre le figure di Friede e di Guignot saranno al centro del seguente paragrafo, l’attività specifica del nascente ODEUM Roma - vale a dire del gruppo costituitosi attorno a Johannes tra il ’47 e il ’48 - sarà oggetto di analisi del terzo capitolo.
Una volta iniziato il lavoro dell’ex fisico nucleare per conto dell’Organisation Gehlen nello SMOM, grazie anche a von Thun-Hohenstein, tutto sembrava dunque andare nel verso giusto per i due fratelli: Reinhard era riuscito a vincere la sua battaglia personale contro Hermann Baun ponendosi a capo dell’Operation Rusty, trasformandola in Organisation Gehlen a tutti gli effetti, mentre a Roma Johannes gettava le basi per il suo nuovo lavoro d’intelligence. Tuttavia nella tarda primavera del ’47, come già detto prima, una serie di preoccupazioni attanagliavano ancora il maggiore dei fratelli Gehlen. l suoi problemi principali risultavano essere la situazione economica, da una parte, e la perdurante assenza della famiglia, dall’altra, fattori aggravati dalle scarse possibilità di contatto con Reinhard e il resto del personale dell’Operation Rusty in Germania. In una lettera scritta al fratello il 1° maggio del ’47, poco dopo l’attesa visita di un membro dell’Operation Rusty a Roma, Johannes scrive:
"Ich bin sehr erfreut über den Besuch Deiner Freunde, der mich aus einem Zustand der Spannung erlöst hat, der mich sehr belastete. […] Trotzdem ich mich gänzlich verlassen fühlte, so verlassen, dass ich an eine definitive Auswanderung denken musste, habe ich in absolutem Glauben an unsere Sache weiter gewartet […]. Ich weiss nun, dass ich nicht vergessen worden bin und habe Deinem Freund alle meine Sorgen ausgeschüttet. […] Ich habe unserem Freund auch etwas von meinen Persönlichen Bedürfnissen und Agdas Verhältnissen erzählt und bitte Dich, besonders an Agda denken zu wollen […]. Mein eigener Wunsch ist, wenn ich einen persönlichen Wunsch ausdrücken darf, sobald wie möglich ein geregeltes Familienleben […] aufzunehmen. Wenn es im Rahmen der Aktion geht, umso besser, somit werde ich weiter Geduld haben" <145.
Il passaggio appena citato non solo rivela le difficoltà di Johannes legati al denaro e alla famiglia, ma anche quelle relative alle dinamiche comunicative, o, in altre parole, alle catene di comando. Come si vedrà nel quarto paragrafo di questo capitolo, la questione del controllo e della supervisione di Johannes e del suo lavoro nell’Organisation Gehlen non sarebbe mai stata davvero chiarita e avrebbe, non di rado, comportato serie frizioni interne.
In generale si può dunque dire che l’inizio dell’attività d’intelligence di Johannes a Roma tra il ’46 e il ’47 fu segnato da apparenti successi, ma anche da difficoltà pratiche, legate tanto a questioni logistiche quanto all’effettiva inesperienza dell’ex fisico nucleare nel mondo dei servizi segreti. Tali aspetti contrastanti, per certi versi, sarebbero poi stati accentuati dall’affacciarsi di tre personaggi: i già menzionati Willy Friede e Jean Henry Guignot e Alix von Fransecky. Sarebbero stati infatti loro tre a costituire, sotto guida di Johannes Gehlen, l’ODEUM Roma, la prima cellula spionistica dell’Organisation Gehlen attiva sul territorio italiano.
[NOTE]
139 Besprechung mit S-1933 am 9. September 1948, 14 settembre 1948, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000411.
140 R.D. Müller, Reinhard Gehlen, cit., p. 451.
141 Un riferimento concreto al tentativo di istituire la rappresentanza della Segreteria estera sotto guida di von Thun-Hohenstein si trova, fra gli altri, anche in un documento del 24 aprile 1948, scritto da Johannes Gehlen: «Questo è un passo decisivo nella giusta direzione. Se la questione della rappresentanza si risolverà a nostro favore, allora potrei dire che il primo […] dei due compiti assegnatimi è stato portato a termine», Bericht N° 16, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 26 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 099-101, qui 101; inoltre cfr. Bericht N°1, 16 novembre 1947, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 228015, doc. 182.
142 Per la storia del Sovrano Militare Ordine di Malta e la sua evoluzione cfr. R. Stark, God’s Battalions: The Case for the Crusades, HarperCollins, New York 2009; R. Prantner, Malteserorden und Völkergemeinschaft, Duncker und Humboldt, Berlin 1974.
143 Lettera di Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 26 gennaio 1947, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000047.
Dietro indicazione sollecitata dai tuoi ambienti, ti ho fatto sapere alcuni giorni fa che il mio amico [von Thun-Hohenstein] vede pienamente di buon occhio il progetto di istituire lì una rappresentanza locale della sua associazione. Egli cercherà nel modo più ampio, nel limite del possibile, di tenere conto delle nostre preferenze riguardo al personale. In questo modo si costituirebbe in un colpo solo un legame diretto, solido e sicuro tra me e te.
144 Secondo quanto scritto esattamente un anno più tardi da Johannes al fratello, la collaborazione con von Thun-Hohenstein sarebbe dovuta essere un classico caso di “una mano lava l’altra”: «Attraverso il nostro aiuto possiamo […] portare F.[erdinand von Thun-Hohenstein] in cima a tutto, e così anche noi avremmo tutto l’Ordine in mano». Bericht N° 6, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 1° gennaio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 150.
145 Lettera di Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 1° maggio 1947, BND-Archiv, 220814_OT, 000051.
La visita dei tuoi amici mi ha fatto davvero molto piacere, in quanto mi ha liberato da uno stato di tensione che mi opprimeva molto. […] Anche se mi ero sentito completamente abbandonato, tanto da dover pensare a lasciare definitivamente il paese, ho comunque continuato nell’attesa, […] con fiducia assoluta nei nostri propositi. Ora so di non essere stato dimenticato e ho confidato al tuo amico tutte le mie preoccupazioni. […] Ho raccontato al nostro amico anche le mie esigenze personali e le circostanze riguardanti Agda e ti prego di voler pensare soprattutto a lei […].È mio desiderio, se posso esprimerne uno, di condurre quanto prima possibile una regolata vita familiare […]. Se ciò fosse conciliabile anche con il progetto, ancora meglio, allora continuerò ad avere pazienza.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L'Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 2022
2.1.2. “Una mano lava l’altra”: l’ODEUM Roma, Ferdinand von Thun-Hohenstein e il progetto della “rappresentanza SMOM” in Germania
Per quanto riguarda l’attività di Johannes all’interno dello SMOM menzionata nella succitata lettera, può sorprendere, nonostante la stretta amicizia col conte, che egli da protestante abbia potuto avere accesso agli affari interni dell’Ordine così precocemente. Già verso la fine del ’46 von Thun-Hohenstein, una volta rincontrato il suo vecchio amico e informato della nuova attività di quest’ultimo nel campo d’intelligence, aveva assunto Johannes come suo segretario personale presso la Segreteria degli Affari Esteri dell’Ordine, posizione che avrebbe permesso all’ex fisico nucleare di entrare nella sede dello SMOM in via Condotti e di avere accesso agli svariati collegamenti nazionali ed internazionali di cui un’istituzione simile poteva vantarsi <140. Una volta compiuto tale primo ingresso “ufficiale” nel mondo dell’Ordine, von Thun-Hohenstein, come dimostrano i documenti, si sarebbe affrettato ad allargare lo spazio di manovra del suo amico ancora di più, assegnandogli compiti burocratici all’interno di varie commissioni degli enti caritatevoli dello SMOM. Tali incarichi sarebbero tuttavia stati - ed è importante ripeterlo in vista di quanto sarà detto più avanti - privi di ricompensa, in quanto ufficialmente classificati come “volontariato”.
È a questo punto giustificato porsi la domanda circa la motivazione del conte von Thun-Hohenstein nel collaborare con Johannes e, in senso più vasto, con l’Organisation Gehlen e l’intelligence statunitense. La ragione per ciò sta nella stessa natura degli interessi che il neonato organo spionistico tedesco e i suoi supervisori avevano circa l’Ordine. Come emerge dalle carte del BND, il principale obiettivo dell’”infiltrazione” di Johannes nello SMOM era quello di preparare il terreno per la costituzione di una rappresentanza o “missione” dell’ufficio di von Thun-Hohenstein a Francoforte, allora sotto occupazione statunitense <141. Essendo lo SMOM un organo sovrano ed extra-territoriale, vale a dire un’entità “parastatale” per certi versi <142, la creazione di una simile rappresentanza estera dell’Ordine - controllata da una persona fidata come von Thun-Hohenstein e facilmente influenzabile da parte dell’Organisation Gehlen e del G-2 USFET in Germania - avrebbe costituito una win-win-situation per tutte le parti coinvolte. Infatti l’Operation Rusty, da parte sua, avrebbe potuto profittare della rappresentanza non solo come fonte di contatti ed informazioni, ma avrebbe anche potuto sfruttarla come diretto collegamento con Roma: una simile istituzione, di fatto, avrebbe avuto il potere di fornire documenti di viaggio e passaporti diplomatici dell’Ordine, un vantaggio prezioso e non da sottovalutare nell’immediato dopoguerra. Tutto ciò sembra infatti essere confermato dalle stesse parole di Johannes, scritte a Reinhard nel gennaio del ’47:
"Durch eine Bemerkung aus Deinen Kreisen her angeregt habe ich nun vor einigen Tagen Dir berichten lassen, dass mein Freund sich sehr positiv zu dem Projekt stellt, dass sein Verein bei dem dortigen eine Vertretung einrichtet. Er wird in der weitgehendsten Weise, im Falle dies geht, auf unsere Wünsche über das Personal eingehen. Dadurch wäre mit einem Schlag eine direkte Verbindung zwischen Dir und mir hergestellt, die absolut hieb- und stichfest ist" <143.
Se dunque per i fratelli e per l’intelligence statunitense il carattere internazionale ed extra-territoriale degli uffici dello SMOM sembra essere stata la motivazione principale per impegnarsi affinché una rappresentanza della Segreteria di von Thun-Hohenstein fosse istituita su territorio tedesco-occidentale, per il conte ciò avrebbe significato non solo ampliare il suo potere personale <144, ma anche sistemare alcune faccende interne all’Ordine. Infatti i documenti lasciano intuire che nei tardi anni Quaranta si stesse combattendo una sorta di “guerra fredda” all’interno della sede di via Condotti, causata dal formarsi di vari schieramenti in lotta per il predominio sugli affari esteri dello SMOM. Questo aspetto sarà approfondito in dettaglio più avanti, ma si può qui specificare come von Thun-Hohenstein, che parallelamente al suo incarico di capo della Segreteria estera svolgeva anche la prestigiosa funzione di Segretario generale per il Gran Maestro dello SMOM, avesse palesemente degli interessi da difendere, interessi che probabilmente vedeva sempre più minati dalle lotte intestine dell’Ordine.
2.1.3. Il “nuovo inizio” a Roma tra difficoltà e speranza
Sulla base della documentazione presa in esame qui è dunque lecito affermare che il collegamento con lo SMOM abbia costituito senz’altro il perno delle attività di Johannes a Roma durante il periodo 1946-1949. Sempre grazie ai contatti che egli sarebbe riuscito a tessere durante il proprio lavoro come segretario del conte, iniziarono a nascere anche i contatti con i futuri più stretti collaboratori dell’ex fisico nucleare. I primi passi in tale direzione avrebbero portato Johannes già nel ’47 presso il Collegium Germanicum et Hungaricum di Roma. Oltre alle conoscenze con esponenti del clero che Johannes presso il cosiddetto “Germanicum” gesuita, lì l’ex fisico nucleare avrebbe anche incontrato due uomini fondamentali per trasformare la sua “battaglia solitaria” a Roma in lavoro di gruppo: Willy Friede e Jean Henry Guignot. Friede e Guignot sarebbero diventati presto due elementi cruciali per l’attività dell’ODEUM Roma, essendo attivi, per conto di Johannes, in svariati ambienti della capitale italiana e contribuendo così a soddisfare le richieste di Reinhard e dei suoi supervisori statunitensi. Mentre le figure di Friede e di Guignot saranno al centro del seguente paragrafo, l’attività specifica del nascente ODEUM Roma - vale a dire del gruppo costituitosi attorno a Johannes tra il ’47 e il ’48 - sarà oggetto di analisi del terzo capitolo.
Una volta iniziato il lavoro dell’ex fisico nucleare per conto dell’Organisation Gehlen nello SMOM, grazie anche a von Thun-Hohenstein, tutto sembrava dunque andare nel verso giusto per i due fratelli: Reinhard era riuscito a vincere la sua battaglia personale contro Hermann Baun ponendosi a capo dell’Operation Rusty, trasformandola in Organisation Gehlen a tutti gli effetti, mentre a Roma Johannes gettava le basi per il suo nuovo lavoro d’intelligence. Tuttavia nella tarda primavera del ’47, come già detto prima, una serie di preoccupazioni attanagliavano ancora il maggiore dei fratelli Gehlen. l suoi problemi principali risultavano essere la situazione economica, da una parte, e la perdurante assenza della famiglia, dall’altra, fattori aggravati dalle scarse possibilità di contatto con Reinhard e il resto del personale dell’Operation Rusty in Germania. In una lettera scritta al fratello il 1° maggio del ’47, poco dopo l’attesa visita di un membro dell’Operation Rusty a Roma, Johannes scrive:
"Ich bin sehr erfreut über den Besuch Deiner Freunde, der mich aus einem Zustand der Spannung erlöst hat, der mich sehr belastete. […] Trotzdem ich mich gänzlich verlassen fühlte, so verlassen, dass ich an eine definitive Auswanderung denken musste, habe ich in absolutem Glauben an unsere Sache weiter gewartet […]. Ich weiss nun, dass ich nicht vergessen worden bin und habe Deinem Freund alle meine Sorgen ausgeschüttet. […] Ich habe unserem Freund auch etwas von meinen Persönlichen Bedürfnissen und Agdas Verhältnissen erzählt und bitte Dich, besonders an Agda denken zu wollen […]. Mein eigener Wunsch ist, wenn ich einen persönlichen Wunsch ausdrücken darf, sobald wie möglich ein geregeltes Familienleben […] aufzunehmen. Wenn es im Rahmen der Aktion geht, umso besser, somit werde ich weiter Geduld haben" <145.
Il passaggio appena citato non solo rivela le difficoltà di Johannes legati al denaro e alla famiglia, ma anche quelle relative alle dinamiche comunicative, o, in altre parole, alle catene di comando. Come si vedrà nel quarto paragrafo di questo capitolo, la questione del controllo e della supervisione di Johannes e del suo lavoro nell’Organisation Gehlen non sarebbe mai stata davvero chiarita e avrebbe, non di rado, comportato serie frizioni interne.
In generale si può dunque dire che l’inizio dell’attività d’intelligence di Johannes a Roma tra il ’46 e il ’47 fu segnato da apparenti successi, ma anche da difficoltà pratiche, legate tanto a questioni logistiche quanto all’effettiva inesperienza dell’ex fisico nucleare nel mondo dei servizi segreti. Tali aspetti contrastanti, per certi versi, sarebbero poi stati accentuati dall’affacciarsi di tre personaggi: i già menzionati Willy Friede e Jean Henry Guignot e Alix von Fransecky. Sarebbero stati infatti loro tre a costituire, sotto guida di Johannes Gehlen, l’ODEUM Roma, la prima cellula spionistica dell’Organisation Gehlen attiva sul territorio italiano.
[NOTE]
139 Besprechung mit S-1933 am 9. September 1948, 14 settembre 1948, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000411.
140 R.D. Müller, Reinhard Gehlen, cit., p. 451.
141 Un riferimento concreto al tentativo di istituire la rappresentanza della Segreteria estera sotto guida di von Thun-Hohenstein si trova, fra gli altri, anche in un documento del 24 aprile 1948, scritto da Johannes Gehlen: «Questo è un passo decisivo nella giusta direzione. Se la questione della rappresentanza si risolverà a nostro favore, allora potrei dire che il primo […] dei due compiti assegnatimi è stato portato a termine», Bericht N° 16, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 26 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 099-101, qui 101; inoltre cfr. Bericht N°1, 16 novembre 1947, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 228015, doc. 182.
142 Per la storia del Sovrano Militare Ordine di Malta e la sua evoluzione cfr. R. Stark, God’s Battalions: The Case for the Crusades, HarperCollins, New York 2009; R. Prantner, Malteserorden und Völkergemeinschaft, Duncker und Humboldt, Berlin 1974.
143 Lettera di Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 26 gennaio 1947, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000047.
Dietro indicazione sollecitata dai tuoi ambienti, ti ho fatto sapere alcuni giorni fa che il mio amico [von Thun-Hohenstein] vede pienamente di buon occhio il progetto di istituire lì una rappresentanza locale della sua associazione. Egli cercherà nel modo più ampio, nel limite del possibile, di tenere conto delle nostre preferenze riguardo al personale. In questo modo si costituirebbe in un colpo solo un legame diretto, solido e sicuro tra me e te.
144 Secondo quanto scritto esattamente un anno più tardi da Johannes al fratello, la collaborazione con von Thun-Hohenstein sarebbe dovuta essere un classico caso di “una mano lava l’altra”: «Attraverso il nostro aiuto possiamo […] portare F.[erdinand von Thun-Hohenstein] in cima a tutto, e così anche noi avremmo tutto l’Ordine in mano». Bericht N° 6, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 1° gennaio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 150.
145 Lettera di Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 1° maggio 1947, BND-Archiv, 220814_OT, 000051.
La visita dei tuoi amici mi ha fatto davvero molto piacere, in quanto mi ha liberato da uno stato di tensione che mi opprimeva molto. […] Anche se mi ero sentito completamente abbandonato, tanto da dover pensare a lasciare definitivamente il paese, ho comunque continuato nell’attesa, […] con fiducia assoluta nei nostri propositi. Ora so di non essere stato dimenticato e ho confidato al tuo amico tutte le mie preoccupazioni. […] Ho raccontato al nostro amico anche le mie esigenze personali e le circostanze riguardanti Agda e ti prego di voler pensare soprattutto a lei […].È mio desiderio, se posso esprimerne uno, di condurre quanto prima possibile una regolata vita familiare […]. Se ciò fosse conciliabile anche con il progetto, ancora meglio, allora continuerò ad avere pazienza.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L'Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 2022