giovedì 4 dicembre 2014

Lago Pigo in Alta Val Nervia

Lago Pigo - tra Pigna e Castelvittorio, provincia di Imperia, Alta Val Nervia - è l'evoluzione linguistica di un toponimo ligure-romano collegato ad una grossa sorgente, importante per l'allevamento.
E' da ritenere che il paleoligure "bormos" abbia perso, nella romanità imperiale, il vecchio significato specifico di "caldo" per assumere l'accezione di "sorgente": il sito in cui sorge ha probabilmente costituito da sempre un punto nevralgico dei PERCORSI DI VAL NERVIA e l'importanza strategico-politica (ribadita attraverso i secoli e particolarmente in CARTE DEL 1600) fu tale che addirittura sul PONTE DI LAGO PIGO nel XIV secolo venne sancita l'omonima PACE, grazie alla quale non solo la Valle, ma tutto il vasto territorio tra Monaco e Bordighera conobbe un periodo di quiete e prosperità dopo anni di saccheggi.
Se si calcola che non lungi da tal sito si trova il toponimo *Lixe che risale ad un *in lucis (bosco sacro) ligure-romano, vien dato pensare che vi fosse stato qualcosa di simile al LUCUS BORMANI (o Bosco Sacro di Diano Marina), ove non è notizia di una fonte termale, ma certamente stavano un Lucus ed una sorgente consacrati al dio Bormanus, poi assimilato dalla mitologia ligure-romana dell'Impero nell'aretalogia di Diana-Artemide: e dove si sarebbe evoluta l'importante STAZIONE STRADALE del LUCUS BORMANI.
Il toponimo Luvaira (dialettale, da un collettivo in -aria derivato da lupus) prepara nel pignasco l'accesso alla gran fonte di Lago Pigo (Ad Lacum Putidum).
Sotto il profilo linguistico tale toponimo latino, poi alterato in Lagu Pigu dall'etimologia popolare, non presenta difficoltà interpretative: indubbiamente era ed è il "Lago che puzza" o meglio ancora "quel punto del torrente ove esiste una sorgente termale solforosa" (Noi - i Celti - veneriamo la sorgente dei grandi fiumi: altari segnano il luogo dove il fiume è scaturito. Si onorano con un culto le sorgenti di acque termali. Il colore cupo e l'insondabile profondità delle loro acque hanno conferito ad alcuni stagni un carattere sacro = SENECA, Epistole morali a Lucilio, 41,3).


Sin dal XIII sec. l'area di LAGO PIGO costituì un punto di riferimento strategico, viario e quasi sicuramente culturale (é in un luogo ove l'acqua del Nervia rallenta il corso formando una sorta di lago, mentre nei pressi esiste una fonte termale di acqua solforosa. che, pur attraverso l'altalenante fortuna nel mondo occidentale del CONCETTO DI ABLUZIONE ED IGIENE PUBBLICA / PRIVATA, è andata a costituire un sistema di TERME o COMPLESSO TERMALE piuttosto significativo ma non ESCLUSIVO del Ponente Ligure).

Castelvittorio visto da Pigna: sotto si scorge l'attuale complesso termale

Le proprietà terapeutiche della FONTE DI LAGO PIGO sono state comunque connesse con probabilità ad una più estesa CULTUALITA' DELLE ACQUE: per sua parte collegata alla tradizione cultuale pagana dell'ARETALOGIA e dell'INCUBATIO o SONNO SACRO, il cui principale SANTUARIO era il TEMPIO DI ESCULAPIO a Roma sull'ISOLA TIBERINA] sono scientificamente attestate.
Per quanto concerne la zona ligure occidentale di LAGO PIGO è plausibile che, fiorendo il mondo conosciuto nell'Impero di Roma, tramite l'associazione a qualche orientale divinità guaritrice come Asclepio/Esculapio, si sia continuata la visitazione del luogo, conservando gelosamente una radicata VENERAZIONE PER LE SORGENTI E LE ACQUE CURATIVE propria dei LIGURI INDIGENI E DI INDUBBIA INFLUENZA CULTURALE CELTICA: in ciò una conferma ed un approfondimento si potrebbero ottenere attraverso un confronto con aree sacre preromane disseminate nella Liguria storica senza trascurare quelle erette in ambiente celtico, come è il caso della SORGENTE-SANTUARIO dell'antica GLANUM, oggi Saint Remy de Provence, in PROVENZA o GALLIA NARBONESE, antichissima cittadina resa prosperosa da Roma ed edificata non lungi dall'importante complesso cittadino di ARELATE (oggi Arles).
L'impressione è confortata da qualche reperto (anni fa' a lato dell' edificio si son rinvenute parecchie monete romane di peso modesto ma che coprono un discreto arco temporale) e dal principio di continuità insediativa cui si ispirarono i Benedettini.
Anche se è difficile individuarne la CASA MADRE DI PROVENIENZA, è pressoché assodato che i BENEDETTINI eressero sulle rovine del presumibile complesso sacrale prossimo a LAGO PIGO la PRIMITIVA CHIESA DELL'ASSUNTA: qui avrebbero potuto sfruttare, oltre che l'evidente approvvigionamento idrico, le canalizzazioni antiche che quasi certamente portavano l'acqua a grandi vasche oggi praticamente scomparse sotto la vegetazione.


G. Rossi, convinto che i Benedettini avessero edificato la CHIESA DI MARIA ASSUNTA DI NOGARETO su un tempio pagano, a proposito di alcuni resti archeologici reimpiegati nell' edificio scrisse che " avanzi erano questi di quei putei appellati Boires Dieu nelle primitive chiese cristiane della Gallia" (Storia del Marchesato..., cit., cap. II).


Nel caso di LAGO PIGO, che era sito di grande importanza per le genti vallive, i Benedettini non optarono, sulla scorta degli insegnamenti storici di Gregorio Magno, per una sconsacrazione ma attuarono una riconsacrazione [magari anche per la contestuale conversione di un sito cultuale pagano ad alta frequenza per esser stata anche sede delle celebrazioni della sentita ed assai radicata FESTA PAGANA DEL "FERRAGOSTO"] innestando il ciclo pagano entro un culto cristiano per l' ASSUNTA (ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE) [alto momento della fede cristiana qui proposto dal Leggendario delle vite dei Santi di G. di Varagine...tradotto per il R.D. N. Manerbio]. E più estesamente per le PIE DONNE DEL CALVARIO tra cui un ruolo centripeto ebbe non di rado il culto di SANTA MARIA MADDALENA: l'occhio ecclesiastico avrebbe così controllata la liturgia dell'abluzione, qui praticata per ragioni terapeutiche, con la facoltà di giustificare, come cedimento alla religione pagana delle "MADRI DELLE ACQUE", qualsiasi fallimento umano ed ogni inaridimento della fonte (in tempi neppure lontani si sparse la leggenda che la fonte sarebbe scomparsa, prima di ricomparire come è oggi in un punto più basso, per il gesto idolatrico di un pastore che, secondo il culto delle Madri durante le feste lustrali dell'abbondanza, avrebbe praticato su un agnello malato l' abluzione terapeutica).

da Cultura-Barocca

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