martedì 16 marzo 2021

Salvatore Morelli, ideatore dei diritti delle donne

Salvatore Morelli - Fonte: Wikipedia

Salvatore Morelli
Avvocato e letterato
Nacque a Carovigno nell'anno 1824. Liberale a tutta prova, soffrì più volte, nel 1849, nel 1851 e nel 1854, per opera dei Borboni, l'esilio e le carceri; ma nel 1860 suonò anche per lui l'ora del riscatto, e lo vediamo quindi eletto deputato al Parlamento, ove fu uno dei più eloquenti oratori, e propugnò l'emancipazione della donna.
Scrisse "Sulla successione testamentaria "; "Un quadro storico sulla città di Brindisi"; "Sul sistema della riflessione"; "La donna e la scienza"; "Sul Romitorio di Belvedere"; "Pio IX dal 1792 al 1848"; "I tre disegni di legge sull'emancipazione della donna"; "Riforma della pubblica istruzione e circoscrizione legale del culto cattolico nella chiesa"; " Riforme legislative proposte al Parlamento Italiano dal deputato Salvatore Morelli il 26 maggio 1875 per assicurare con nuove guarentigie giuridiche la sorte dei fanciulli e delle donne"; "Proposta di legge sul divorzio del deputato S. Morelli svolta nella tornata dell'8 marzo 1880...".
Morì a Pozzuoli per ostinata bronchite, all'età di soli cinquantasei anni, il 2 Ottobre 1880. Fa menzione di lui Nicola Bernardini nelle sue "Note bio-bibliografiche sugli scrittori salentini". La sera del 5 gennaio 1903 la signorina Irma M. Scodnik, nelle sale del Circolo Calabrese di Napoli, volle parlare del Morelli, e tenne quindi una conferenza applauditissima, dal titolo "Un precursore". Disse della vita travagliata ch'egli menò sotto la tirannide borbonica, del suo esilio forzato a Maglie, e finalmente della sua elezione a deputato. Parlò dell'apostolato costante di lui in favore della donna per reintegrarla nel diritto suo sociale e civile, e concluse augurandosi di assistere ben presto all'inaugurazione di un monumento da erigersi in Napoli con l'obolo di tanti cuori gentili.
A proposito di questa conferenza il giornale "il Mattino" (anno XII, n. 27, Napoli, 27 gennaio 1903) scrisse: "La conferenza che tenne l'altra sera Irma Melany Scodnik rievocò una figura di patriota e di pensatore dai più dimenticata, da moltissimi mai conosciuta: Salvatore Morelli, il nobile e generoso iniziatore di un largo ma arrischiato movimento per l'emancipazione per la donna e la piena eguaglianza dei diritti fra i due sessi, fatto in tempi ancora troppo rapidamente attaccati alla tradizione, riapparve, dipinto con tocchi larghi e coloriti, nelle parole della signorina Scodnik, che ne ricordò la giovinezza ardente e sognatrice, la virilità operosa e combattuta della tirannide del governo borbonico, il tramonto, silenzioso ed oscuro, nello scetticismo delle masse, nell'irrisione di quelli che avevano saputo comprenderlo".

[...] Salvatore Morelli nacque a Carovigno, in provincia di Brindisi, il 1 ° maggio 1824, studiò giurisprudenza e si laureò all’Università di Napoli. Mazziniano di ferro, si affiliò alla Giovine Italia. Scontò alcuni anni in carcere per aver bruciato un’immagine di Ferdinando II nella piazza di Carovigno nel 1848 e nel 1851, dopo essere stato accusato di tradimento, venne tradotto dapprima ad Ischia e poi a Ventotene. Nel 1861, a Napoli, pubblicò la sua più importante opera "La Donna e la scienza o la soluzione del problema sociale”, testo anticipatore del femminismo, sette anni prima del saggio "Asservimento delle donne” di Stuart Mill.
Nel 1867 fu eletto deputato al Parlamento e come tale presentò progetti di legge in sicuro anticipo sui tempi come la cremazione, il divieto di insegnamento religioso nelle scuole, l’istruzione pubblica, la parità di diritti tra figli legittimi e naturali, tra moglie e marito e la possibilità del divorzio. Il 18 giugno del 1867 Morelli presentava alla Camera tre disegni di legge, il secondo dei quali, per la reintegrazione giuridica della donna, proponeva di riconoscere alle donne parità di diritti civili e politici; proponeva il riconoscimento del valore nazionale della maternità, con il conferimento di onori, diritto di voto, accesso alle cariche pubbliche e pensioni.
Morelli fu deputato per quattro legislature e sedeva in Parlamento nei banchi dell’opposizione della Sinistra storica radicale dell’epoca. L'otto marzo del 1880, per l’ennesima volta, presenta ed illustra in Parlamento la sua proposta di legge sul divorzio. Politicamente ormai emarginato e deriso per le sue idee considerate "folli", ai suoi tempi, sia dal potere civile che da quello religioso, come anche dai benpensanti dell’epoca, la sua esistenza fu definita sognatrice, come tutte le esistenze legate al trionfo di un principio morale, ma egli rimase saldamente legato ai suoi convincimenti ed ai suoi principi.
L'aver posto la centralità della questione della donna, dei diritti e quella della laicità e della scuola, gli procurò l’apprezzamento e l’incoraggiamento di grandi uomini politici e di cultura del suo tempo: Mazzini, Garibaldi, Mozzoni, Stuart Mill, Victor Hugo. Morelli malato e ridotto alla fame (all’epoca non esisteva l’indennità per i Parlamentari come oggi) per i suoi principi morì a Pozzuoli (Na) in una camera d’albergo il 22 ottobre del 1880 [...]
Redazione, Carovigno ricorda Salvatore Morelli, ideatore dei diritti delle donne, BrindisiReport, 22 ottobre 2020
 
[...] [Salvatore Morelli] Nel 1840 si trasferì a Napoli per seguire gli studi della facoltà di giurisprudenza all’Università di Napoli. Nella città partenopea frequentò ambienti liberali come il salotto di Maria Giuseppa Guacci e Antonio Nobile. Divenne giornalista e si affiliò alla «Giovine Italia» fondata da Mazzini. Di idee libertarie e mazziniane, nel 1848 a Brindisi entrò nella Guardia Nazionale. Scontò dieci anni di carcere per aver bruciato l’immagine di Ferdinando II nella piazza della città natale. Nel 1851, accusato di cospirazione, venne tradotto nel castello di Ischia, prigione per i detenuti politici, dove subì una falsa fucilazione, venne torturato e vide i suoi libri bruciati. Terminò il primo lungo periodo di prigionia sull’isola di Ventotene. Qui esaltò la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane a Sapri. Cadde, quindi, ancora una volta nelle maglie della giustizia borbonica. A Ventotene salvò tre bambini dall’annegamento e per questo ricevette la grazia, che però rifiutò passandola ad un altro detenuto, padre di numerosi figli. Inviato a Lecce nel 1858 a soggiorno obbligato, si guadagnò da vivere come istitutore dei figli di un farmacista della città. Nel gennaio 1860 fu di nuovo imprigionato per alcuni mesi, avendo rifiutato un incontro con Francesco II. Uscito dal carcere al crollo del regime borbonico, fondò a Lecce, alla fine del 1860, la rivista mazziniana, ispirata alla figura di Garibaldi, Il Dittatore. Sul giornale, Morelli evidenziava le colpevoli negligenze del nuovo governo nazionale e illustrava le riforme, a suo avviso, più urgenti: decentramento, snellezza burocratica e istruzione del popolo. Nel 1861 fu pubblicata la sua opera più importante, seconda edizione nel 1862, terza edizione nel 1869, dal titolo definitivo La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale, anticipatrice dell’emancipazione femminile, otto anni prima del libro di John Stuart Mill La servitù delle donne. Il libro di Salvatore Morelli venne tradotto in francese a Bruxelles e in inglese a Londra. Trasferitosi a Napoli, scrisse sul giornale dei razionalisti Il libero pensiero. Massone, fu con Federico Campanella, Domenico Angherà ed altri esponenti della corrente massonica democratica, tra i rappresentanti maschili nelle logge di adozione. Fu deputato nel collegio di Sessa Aurunca per quattro legislature, dal 1867 al 1880. Nel 1867 presentò, primo in Europa, un progetto di legge dal titolo “Abolizione della schiavitù domestica con la reintegrazione giuridica della donna, accordando alla donna i diritti civili e politici” per la parità della donna con l’uomo, forte risposta al Codice civile italiano del 1865, che sottometteva la donna all’autorizzazione maritale, facendone una minorenne a vita. Negli anni 1874-1875 propose un nuovo diritto di famiglia, con cento anni di anticipo rispetto a quello approvato solo nel 1975, che prevedeva l’eguaglianza dei coniugi nel matrimonio, ma anche il doppio cognome, i diritti dei figli illegittimi e il divorzio. Nel 1875 presentò, con un apposito disegno di legge, la richiesta del diritto di voto per le donne. Fra le sue proposte, anche l’istituzione della cremazione, l’abolizione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche e l’istituzione di una Società delle Nazioni, per preservare la pace nel mondo. Nessuna di queste leggi venne presa in considerazione, però, nel 1877 il Parlamento italiano approvò il suo progetto di legge, “legge Morelli n. 4176 del 9 dicembre 1877”, per riconoscere alle donne il diritto di essere testimoni negli atti normati dal Codice civile, come i testamenti, importante progresso per i risvolti economici e per l’affermazione del principio di capacità giuridica delle donne. Grazie al suo impegno, le ragazze furono ammesse a frequentare i primi due anni del Ginnasio. Propose un’istruzione moderna, gratuita e obbligatoria per tutti, tutelò i deboli, lottò contro la pena di morte. Si batté, inoltre, contro la Legge delle Guarentigie (garanzie concesse al papa pari a quelle previste per un Capo di Stato straniero, con la differenza che il primo è a totale carico del contribuente italiano) [...]
Redazione, Salvatore Morelli, il primo deputato in difesa delle donne: se ne parla domenica a Carovigno, Brundisium.net, 18 ottobre 2017

La storiografia relativa a S. Morelli, eletto deputato qualche anno dopo l'Unità d'Italia, non è molto abbondante, e solo in questi ultimi anni la sua figura e le sue attività sono venute poco alla volta chiarendosi nel loro insieme. Poiché, inoltre, non esistono ricerche scritte in giapponese su questo singolare personaggio, vorrei descriverne qui brevemente la vita. Morelli nacque il primo maggio 1824 a Carovigno (prov. di Brindisi) e si laureò in giurisprudenza a Napoli, dove entrò nella Giovine Italia di Mazzini. Arrestato per attività anti-borboniche, nel corso della Rivoluzione del 1848, trascorse otto anni nelle prigioni di varie isole del Sud Italia. Nel 1861, dopo l'Unità d'Italia, Morelli pubblicò a Napoli La donna e la scienza, la sua opera più conosciuta, nella quale sostiene l'emancipazione della donna. Morelli vedeva la donna come promotrice dell'educazione degli esseri umani, un'educazione basata sulla scienza "concreta" e "intuitiva" di una nuova era. Nello stesso anno venne eletto consigliere al comune di Napoli, ma su questo argomento le ricerche sono ancora molto scarse. Nel 1867, in occasione della visita a Napoli di Bakunin, Morelli si staccò dal movimento di Mazzini, ed aderì a "Libertà e Giustizia", una delle prime associazioni socialiste in Italia. Ma più che un socialista, Morelli era piuttosto un autentico democratico, nel senso che perseguiva la realizzazione della libertà e dell'uguaglianza di tutti, donne comprese. Nel 1867 Morelli fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento per il collegio di Sessa Aurunca (Campania). Egli subito propose al Parlamento tre disegni di legge, uno sull'educazione laica, uno sul miglioramento della condizione giuridica delle donne, ed uno sulla limitazione del potere della Chiesa. Questi progetti, però, sebbene altamente lodati da Mazzini, Garibaldi, Hugo, J.S. Mill, ed altri, nel Parlamento furono completamente trascurati. Ciononostante, Morelli continuò con ancora più vigore la sua attività parlamentare. Propose l'abolizione del sistema della prostituzione legalizzata, la parità dei diritti dei coniugi nel codice civile, l'introduzione del divorzio, il suffragio femminile, l'abolizione del dovere del giuramento al re da parte dei deputati, il disarmo dell'esercito, ed altro ancora. Oltre alle riforme democratiche sopra citate, Morelli propose anche delle riforme "meridionaliste", intese cioè a migliorare le condizioni socio-economiche dell'Italia meridionale. Fra queste si possono citare la costruzione di linee ferroviarie nel Sud, l'istituzione di scuole pubbliche, l'irrigazione della terra e l'abolizione delle tasse nel porto di Brindisi. Per Brindisi, Morelli intendeva fare di questo porto il centro commerciale di tutta l'Europa per i commerci con l'Asia. Nelle elezioni del 1880 Morelli non venne rieletto, e morì qualche mese dopo, in indigenza, vicino a Napoli. Dopo la morte, fu per molti anni quasi "dimenticato" dalla storia, per le sue proposte troppo progressiste. Ma per avere un'idea più chiara e completa della democrazia del Risorgimento italiano, è necessario anche prendere in considerazione aspetti finora trascurati, ed in questo senso, ulteriori ricerche sulla vita di questo personaggio possono rivelarsi assai interessanti.
Yumi Katsuta, Salvatore Morelli (1824-1880): la vita di un deputato di sinistra, Abstract, 1995 Volume 45 Pages 158-176, J-STAGE