giovedì 10 giugno 2021

Francesco Biamonti deve pubblicare!

Guido Seborga - Fonte: Laura Hess

In Via Pelloux, nella breve discesa dopo la sua casa di Bordighera, Guido Seborga trova una sistemazione per dipingere in un magazzino di fiori. I locali sono impegnati nel periodo invernale. Dipingeva con colori acrilici, sui quali si era documentato a lungo. Aveva preso una buona manualità, anche con i pennelli. Larghe stesure cromatiche e segni sintetici, in genere neri su campi di colore amaranto-rosso, blu, gialli, turchesi. Mi mostrava le tele fra le vasche del magazzino e osservava le mie reazioni lavando i pennelli. Guido lo trovava un posto ideale, anche perché d’estate era fresco. Seborga  passava parte della giornata ad eseguire quadri sempre più grandi, felicissimo di questa nuova avventura. In poco tempo aveva realizzato un discreto numero di tele. I titoli dei suoi quadri sono legati alla Riviera e alla Costa Azzurra.
Espone a Bordighera, a Mentone, ad Alassio. In seguito a Torino e Milano.
Terrà conferenze sulla pittura e sui suoi ideogrammi.
Con Guido espongo a Sanremo, al Centro Albert Ellis e a Mentone al Palais de l’Europe.
Gli amici del tempo sono i fratelli Muratore, Rita e Lorenzo, Angela Calice, Giorgio Loreti e Francesco Biamonti.
In galleria ad Alassio, grazie a Guido Seborga, conosco il critico Marzio Pinottini e sua moglie.
Con Guido sono stato ad Albissola Marina, nella casa della scrittrice Milena Milani. Ricordano libri e scrittori, il momento magico di Albisola con la ceramica, con artisti come Fontana, Wilfredo Lam, Scanavino, ecc.
Milena Milani era rimasta colpita dalla mostra fatta da Seborga a Milano al Palazzo Reale, nel 1973. Ne aveva apprezzato i bei colori: i blu, i gialli, i rossi. Colori mediterranei, finalmente colori di luce. Milena Milani amava il mare e la spiaggia di Albissola Marina. La ricordo viva ed abbronzata.
Ritrovo Guido Seborga ogni anno d’estate.
Insieme abbiamo trascorso parte della nostra vita.
Ci legano i ricordi. Nei nostri ricordi c’è sempre il futuro. Il nostro spirito si apre a suggestioni e sogni. Ci si esalta e sono momenti irripetibili. Ricorda sempre gli amici di gioventù: il pittore Spazzapan, lo scultore Mastroianni.
“A Parigi ho visto Severini dipingere - mi racconta. Rimanevo in silenzio in fondo al suo studio. Già allora arricchivo i miei scritti, le mie poesie con disegni”.
Parla della sua pittura, della mia scultura.
Insieme bisogna creare un museo a Bordighera.
I nostri incontri sono sempre felici in queste proiezioni sul futuro.
Sulla passeggiata a mare di Bordighera, un giorno, mentre guardiamo un tramonto infuocato, si ricorda di una bellissima ballerina mulatta conosciuta a Parigi. “Devo a lei - mi confida - se ho capito il ritmo, la danza”. E davanti al Kursaal mima il movimento del corpo della ragazza. Guido, oltre alle gambe, muove anche il bacino. Sorride.
A casa sua, a Bordighera, nelle giornate di vento o durante gli improvvisi temporali rimango molte ore nel salotto o nella stanza di lavoro. Su un tavolino ha una vecchia macchina da scrivere, con a fianco molti documenti, fogli, scritti, libri.
Seborga ha molto amato la Costa Azzurra, tanto che i titoli dei suoi quadri sono un omaggio esplicito alla costa francese.
Aveva stima di Francesco Biamonti. “Scrive bene - osservava. - Deve pubblicare! Non so quante volte ha rimaneggiato lo stesso scritto: continua a limare. Ma va bene così com’è!”
Gli anni passano e diventano sempre più pesanti per Guido come per i miei genitori, che Guido e la moglie ricordano spesso.
Guido passa più tempo nella casa di Bordighera. La figlia Laura, ormai sposata, scende da Torino per le vacanze con il marito ed il figlio Claudio. Guido è orgoglioso del nipote, che vedo crescere anche lui alto e magro come il nonno.
Guido Seborga ha ormai scritto, dipinto e esposto in gallerie e palazzi importanti. Molti suoi libri sono stati tradotti all’estero.
Le molte avventure della sua vita si andavano concludendo.
Aveva perso ardore anche in politica, benché nei suoi ricordi ritornasse sempre.
Non rimanevano che i bei ricordi e il calore degli amici che andavano a trovarlo, come il padre di Craxi che abitava a Bordighera.
Ma solo i giovani gli aprivano il cuore. “Ti posso dire che la vecchiaia è proprio uno schifo”, mi confessava. Ma si riprendeva quasi subito e rideva mestamente. Dopo la tosse, con poco respiro mi ripeteva: “Se uno non ci passa, non può credere quanto si soffra a questa età”.
2. continua [seguito di questo articolo]
Sergio Biancheri (Ciacio), Il sogno nel sogno. La lunga amicizia con Guido Seborga, Paize Autu, Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”, Anno 2, n. 11, novembre 2009