Gruppo di famiglia con la signora Righini da giovane - Fonte: Laura Hess |
[...] mia madre [Giovanna Righini, 1887-1965] andò a vivere a Torino dove aveva sorelle sposate quando molti anni fa si separò da mio padre ed io girando il mondo lei era sola.
Non vidi mio padre per più di vent'anni.
La signora Righini |
Vidi spesso mia madre. Con lei sono legato da un vincolo affettivo inconscio. Non abbiamo mai avuto un pensiero in comune: per lei nel bene e nel male ero suo figlio e aveva la bontà di non giudicarmi. Il suo profondo cristianesimo fu una vocazione all'onestà.
Mi crebbe così: forse per questo non ho mai completamente perduto la strada anche se mi smarrisco. Quando me ne andai avevo diciotto anni. Mia madre ereditò una piccola somma, era molto economa, mentre mio padre era al massimo dissipatore. Per anni non ho compreso cosa fosse il denaro: furono le responsabilità verso i figli a farmi meglio capire questa sempre losca faccenda.
A Torino il centro è noioso, ma quale gigantesca periferia di ferro e acciaio! Mia madre all'ospedale dove ha buoni amici tra medici e chirurghi. Qui la gente soffre. Vivo al mare tra uomini forti, resto come soffocato e sconfitto da questa atmosfera che mi taglia i nervi, mi sento levare il sangue dal dolore, vedendo mia madre che mi guarda con costernazione.
La signora Giovanna Righini e, a destra, il figlio Guido Hess Seborga - Fonte: Laura Hess |
Il tramonto s'arrossa all'orizzonte. Gli alberi di verde nero. Il giardino non è potato, crescono alberi antichi e fiori.
Ricordo mia madre quando passeggiava su questa ghiaia. Nelle giornate estive di scirocco caldissimo a volte qui giungono granuli di sabbia rossa, pochi e rari, quasi distaccati gli uni dagli altri si vedono sullo stretto marciapiede che attornia l'alloggio a pianterreno.
Ragazzo li guardavo con stupore perchè non era sabbia nostra e li indicavo a mia madre che mi guardava in silenzio.
Era preoccupata e allora non capivo perchè. Ora so perchè mi fissava negli occhi e ritrovo improvvisamente un suo sguardo che avevo dimenticato e con ritardo ne capisco il significato. Mia madre intuiva e temeva la vita che avrei fatto. E temeva che mi sarei perduto.
Ma mi sono perduto?
Anche in queste ore so che metto in rischio certi affetti profondi.
Ma come posso fare per non perdermi?
Quale altro segno di dolore vedrei nel volto di mia madre?
Eppure nel mio cuore a poco a poco nasce un sollievo, il maestrale della sera mi sfiora, l'aria di oleandri e i fiori di questa terra […]
Guido Seborga, Occhio folle occhio lucido - diario, ceschina 68 - graphot 2012
La signora Righini a Bordighera - Fonte: Laura Hess |
Giovanna [Giovanna Righini, 1887-1965], madre di Guido Seborga mio padre, aveva fratelli e sorelle: zia Maria, zia Cristina, zia Clotilde, zio Secondo ed il mitico zio Vittorio, che Guido stimava talmente da chiamare Vittorio suo figlio.
Guido passò per anni l’estate ospite della zia vedova Nora nella villa di famiglia a Gignese.
La madre di Giovanna, detta nonna maman e che aveva venduto i terreni dove è stata costruita la prima FIAT in corso Marconi a Torino, è stata lasciata sola dal marito, al quale è intestato il Museo dell’ombrello di Gignese.
Giovanna è stata come molte torinesi dalle suore giuseppine. C’era anche quella che diventerà la suocera di Guido, però in collegio perché orfana.
Si sono rincontrate con i due figli sulla spiaggia di Bordighera.
Fu in quel momento che mia madre sedicenne decise che avrebbe sposato mio padre!
Lasciata dal marito, l’alpinista e ingegnere Adolfo Hess, crebbe l’irrequieto Guido aiutata dalla famiglia Hess, con cui restò in ottimi rapporti, soprattutto della sorella Maria Righini Vigliardi Paravia.
Quando Guido era giovane ha frequentato a lungo Bordighera dove viveva nella villetta di via 1° maggio dopo i carabinieri.
E poi vi venne ancora alcune volte negli anni ‘50.
Il cancro, che aveva da anni, le colpì il cervello.
Così passò l’ultimo periodo della sua vita nella casa per anziani Candiolo dove da un po' trascorreva l’estate.
Quando morì, Guido era a Bordighera.
Guido ha vissuto malissimo la morte della madre.