Fonte: Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 84 - nota 443 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 87 - nota 445 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Le foto pubblicate nel volume monografico sulla Sardegna della collana "Attraverso l’Italia" [n.d.r.: si tratta di una specifica pubblicazione del Touring Club Italiano, espressamente citata nelle note di cui a questo articolo] presentano, rispetto all’analisi svolta per «Le Vie d’Italia», alcune differenze.
Prima di individuarle bisogna certamente fare una considerazione preliminare: il fatto che il volume fosse frutto di un lavoro organico finalizzato a una pubblicazione da realizzarsi nel 1954 cambia ovviamente i soggetti e la prospettiva di alcune immagini che, in questo volume, rispondono ad una logica illustrativa più svincolata dalla cronaca di quanto lo fossero quelle pubblicate nel mensile, influenzato, giocoforza, dai cambiamenti diacronici in atto lungo il ventennio preso in esame.
Nel rappresentare l’abito tradizionale di Teulada <443, ad esempio, non viene fatta alcuna considerazione su quanto e in quali occasioni il vestito tipico venisse utilizzato: la didascalia si limita a descrivere l’abito e a fare dei cenni storici su ciò che rappresenta e sui suoi tratti caratteristici (il cappello a falde ad esempio, poco comune fra i copricapi tradizionali della Sardegna).
Si ha la sensazione insomma che il libro, rispetto agli articoli pubblicati sulla rivista, abbia lo scopo di tratteggiare un affresco complessivo dell’isola, veicolando, tramite il testo, contenuti più generali di carattere fondamentalmente storico, artistico ed etnografico, arricchiti con alcune informazioni sull’artigianato, sulla natura e sulle attività economiche.
La differente intenzione comunicativa è facilmente comprensibile anche osservando il ruolo riservato alle fotografie nel testo e la loro posizione nella pagina: in «Le vie d’Italia» le immagini hanno un ruolo rilevante, ma sono corredate da brevi didascalie e gli articoli possono essere letti autonomamente rispetto alle foto, invece nel volume "Sardegna" esse costituiscono struttura portante e imprescindibile dello spazio comunicativo. Sovente pubblicate a tutta pagina, le fotografie sono la guida lungo la quale la Sardegna è descritta in un vero e proprio itinerario geografico e fotografico; le didascalie, discorsive ma brevi se si considera che occupano pochissimo spazio nella pagina rispetto alle immagini, accompagnano le foto ma non sono affiancate da un testo più esteso in forma saggistica o giornalistica. Il lettore ha in tale maniera l’impressione che sia l’immagine ad essere la primaria artefice del percorso geografico in cui è condotto e che il testo non fornisca spunti estesi di riflessione ma solo rapide indicazioni sul perché si sia scelto di focalizzare lo sguardo del lettore su un luogo (e, nei luoghi, sui vari soggetti) piuttosto che su un altro.
Da quest’ultimo punto di vista, meramente spaziale, occorre dire che l’isola non è rappresentata in maniera uniforme in tutte le sue zone: quasi scomparse, rispetto alla rivista, le immagini “archetipiche”, si sono raffigurati quasi tutti i territori dell’isola ma conservando una facilmente rilevabile gerarchia, dettata dalle quantità di immagini riservate ai singoli territori (anche nel grafico 11 qui proposto si è utilizzata come suddivisione quella delle ex-province) <444.
In questa ipotetica mappa per fotografie che non vuole fornire definizioni generali ma vere proprie indicazioni di luogo, la Sardegna settentrionale ancora una volta totalizza un numero di immagini maggiore, seguita dalle province di Cagliari e Nuoro. Pochissimo rilievo è dato alle province di Carbonia-Iglesias e Oristano. Questa divisione conferma come l’immagine del territorio non sia elaborata in maniera sistematica alla ricerca di una rappresentazione esaustiva ma segua gli interessi e le consuetudini fotografiche già impiegate nella redazione degli articoli per le riviste del club.
L’interesse per l’arte, in particolare, che si manifesta con l’ampio spazio dedicato alle fotografie di edifici religiosi del nord Sardegna e con la riproposizione di alcune immagini già pubblicate nelle riviste, denota altresì uno sguardo attento a opere artistiche e architettoniche di secondo piano non comune nella stampa di grande tiratura. Non si tratta di una semplice riedizione dell’attenzione artistica per le architetture di interesse paesaggistico già vista per le foto pubblicate in «Le Vie d’Italia», quanto di un approfondimento che induce il lettore a osservare spazi e oggetti di interesse culturale di nicchia, che possono essere collocati a buon titolo in una particolareggiata guida turistica ma non in un periodico di carattere generale. Così sono presenti nel volume immagini di monumenti sardi pittoreschi e poco noti al grande pubblico, come il ponte romano sul rio Gusana <445 o la diroccata chiesa campestre di San Sebastiano a Isili <446 e si riserva attenzione all’arte figurativa con alcune pagine dedicate alle opere esposte alla pinacoteca di Cagliari <447.
La volontà di approfondimento assume aspetti ancora più tangibili quando si concentra su aspetti apparentemente banali della vita quotidiana. Il litorale di Bosa Marina, ad esempio, viene rappresentato in un giorno di mare d’estate <448 in una fotografia documentaria dal taglio fotoamatoriale e la didascalia spiega che si tratta di una stazione balneare frequentata (non si sa se da sardi, turisti, ricchi, poveri, donne, uomini etc. e non pare importante approfondire sociologicamente l’analisi ambientale). L’immagine non spicca certamente per forte tensione estetica, ricerca del tratto caratteristico o del classico «istante decisivo» come nella notissima foto di Cartier-Bresson già citata con
l’anziana donna vestita di nero a Cala Gonone <449.
Un discorso simile può essere fatto per i cavatori di granito della Gallura <450 : essi non hanno la posa solenne già vista nel minatore di Lamberti Sorrentino <451, ma appaiono invece minuti e dimessi, paragonati ai grandi blocchi di pietra al cospetto dei quali lavorano.
Una foto scattata ai confini fra il paese di Olzai e le sue campagne mostra invece il paese in campo lungo e l’immagine è animata dalla presenza di un carretto a buoi condotto da due uomini a piedi affiancati da una donna a capo scoperto <452: il soggetto è quello «da cartolina» del paese visto in lontananza, ma si tratta di una cartolina animata che cerca di fornire uno scorcio paesistico di vita quotidiana.
Prima di individuarle bisogna certamente fare una considerazione preliminare: il fatto che il volume fosse frutto di un lavoro organico finalizzato a una pubblicazione da realizzarsi nel 1954 cambia ovviamente i soggetti e la prospettiva di alcune immagini che, in questo volume, rispondono ad una logica illustrativa più svincolata dalla cronaca di quanto lo fossero quelle pubblicate nel mensile, influenzato, giocoforza, dai cambiamenti diacronici in atto lungo il ventennio preso in esame.
Nel rappresentare l’abito tradizionale di Teulada <443, ad esempio, non viene fatta alcuna considerazione su quanto e in quali occasioni il vestito tipico venisse utilizzato: la didascalia si limita a descrivere l’abito e a fare dei cenni storici su ciò che rappresenta e sui suoi tratti caratteristici (il cappello a falde ad esempio, poco comune fra i copricapi tradizionali della Sardegna).
Si ha la sensazione insomma che il libro, rispetto agli articoli pubblicati sulla rivista, abbia lo scopo di tratteggiare un affresco complessivo dell’isola, veicolando, tramite il testo, contenuti più generali di carattere fondamentalmente storico, artistico ed etnografico, arricchiti con alcune informazioni sull’artigianato, sulla natura e sulle attività economiche.
La differente intenzione comunicativa è facilmente comprensibile anche osservando il ruolo riservato alle fotografie nel testo e la loro posizione nella pagina: in «Le vie d’Italia» le immagini hanno un ruolo rilevante, ma sono corredate da brevi didascalie e gli articoli possono essere letti autonomamente rispetto alle foto, invece nel volume "Sardegna" esse costituiscono struttura portante e imprescindibile dello spazio comunicativo. Sovente pubblicate a tutta pagina, le fotografie sono la guida lungo la quale la Sardegna è descritta in un vero e proprio itinerario geografico e fotografico; le didascalie, discorsive ma brevi se si considera che occupano pochissimo spazio nella pagina rispetto alle immagini, accompagnano le foto ma non sono affiancate da un testo più esteso in forma saggistica o giornalistica. Il lettore ha in tale maniera l’impressione che sia l’immagine ad essere la primaria artefice del percorso geografico in cui è condotto e che il testo non fornisca spunti estesi di riflessione ma solo rapide indicazioni sul perché si sia scelto di focalizzare lo sguardo del lettore su un luogo (e, nei luoghi, sui vari soggetti) piuttosto che su un altro.
Da quest’ultimo punto di vista, meramente spaziale, occorre dire che l’isola non è rappresentata in maniera uniforme in tutte le sue zone: quasi scomparse, rispetto alla rivista, le immagini “archetipiche”, si sono raffigurati quasi tutti i territori dell’isola ma conservando una facilmente rilevabile gerarchia, dettata dalle quantità di immagini riservate ai singoli territori (anche nel grafico 11 qui proposto si è utilizzata come suddivisione quella delle ex-province) <444.
In questa ipotetica mappa per fotografie che non vuole fornire definizioni generali ma vere proprie indicazioni di luogo, la Sardegna settentrionale ancora una volta totalizza un numero di immagini maggiore, seguita dalle province di Cagliari e Nuoro. Pochissimo rilievo è dato alle province di Carbonia-Iglesias e Oristano. Questa divisione conferma come l’immagine del territorio non sia elaborata in maniera sistematica alla ricerca di una rappresentazione esaustiva ma segua gli interessi e le consuetudini fotografiche già impiegate nella redazione degli articoli per le riviste del club.
L’interesse per l’arte, in particolare, che si manifesta con l’ampio spazio dedicato alle fotografie di edifici religiosi del nord Sardegna e con la riproposizione di alcune immagini già pubblicate nelle riviste, denota altresì uno sguardo attento a opere artistiche e architettoniche di secondo piano non comune nella stampa di grande tiratura. Non si tratta di una semplice riedizione dell’attenzione artistica per le architetture di interesse paesaggistico già vista per le foto pubblicate in «Le Vie d’Italia», quanto di un approfondimento che induce il lettore a osservare spazi e oggetti di interesse culturale di nicchia, che possono essere collocati a buon titolo in una particolareggiata guida turistica ma non in un periodico di carattere generale. Così sono presenti nel volume immagini di monumenti sardi pittoreschi e poco noti al grande pubblico, come il ponte romano sul rio Gusana <445 o la diroccata chiesa campestre di San Sebastiano a Isili <446 e si riserva attenzione all’arte figurativa con alcune pagine dedicate alle opere esposte alla pinacoteca di Cagliari <447.
La volontà di approfondimento assume aspetti ancora più tangibili quando si concentra su aspetti apparentemente banali della vita quotidiana. Il litorale di Bosa Marina, ad esempio, viene rappresentato in un giorno di mare d’estate <448 in una fotografia documentaria dal taglio fotoamatoriale e la didascalia spiega che si tratta di una stazione balneare frequentata (non si sa se da sardi, turisti, ricchi, poveri, donne, uomini etc. e non pare importante approfondire sociologicamente l’analisi ambientale). L’immagine non spicca certamente per forte tensione estetica, ricerca del tratto caratteristico o del classico «istante decisivo» come nella notissima foto di Cartier-Bresson già citata con
l’anziana donna vestita di nero a Cala Gonone <449.
Un discorso simile può essere fatto per i cavatori di granito della Gallura <450 : essi non hanno la posa solenne già vista nel minatore di Lamberti Sorrentino <451, ma appaiono invece minuti e dimessi, paragonati ai grandi blocchi di pietra al cospetto dei quali lavorano.
Una foto scattata ai confini fra il paese di Olzai e le sue campagne mostra invece il paese in campo lungo e l’immagine è animata dalla presenza di un carretto a buoi condotto da due uomini a piedi affiancati da una donna a capo scoperto <452: il soggetto è quello «da cartolina» del paese visto in lontananza, ma si tratta di una cartolina animata che cerca di fornire uno scorcio paesistico di vita quotidiana.
Fotografare un’ordinarietà poco spettacolare al punto da essere quasi banale conferisce alla visione dei luoghi una forte dimensione antiretorica e documentale, con il rischio di eccedere in atteggiamenti superficialmente contemplativi, ma con l’apprezzabile esito di posare lo sguardo su aspetti che raramente nella fotografia dei giornali erano messi in evidenza, per difetto di impatto spettacolare ed emotivo o per mancanza di spazi da riservarsi ad aspetti percepiti come marginali o poco interessanti.
La sensazione che il lettore ricava dallo sfogliare il volume è pienamente in stile Touring: la Sardegna è osservata come terra interessante, varia e ricca di curiosità culturali e naturalistiche.
Manca completamente l’approccio all’analisi sociale e poco rilevanti sono le osservazioni sullo stile di vita e sulle condizioni dell’umanità che la popola.
È come se il lettore venisse immerso in una enorme copertina di «Le Vie d’Italia» che ha l’obiettivo primario di mostrare le opere degli uomini (o gli uomini all’opera) più che gli uomini stessi.
La sensazione che il lettore ricava dallo sfogliare il volume è pienamente in stile Touring: la Sardegna è osservata come terra interessante, varia e ricca di curiosità culturali e naturalistiche.
Manca completamente l’approccio all’analisi sociale e poco rilevanti sono le osservazioni sullo stile di vita e sulle condizioni dell’umanità che la popola.
È come se il lettore venisse immerso in una enorme copertina di «Le Vie d’Italia» che ha l’obiettivo primario di mostrare le opere degli uomini (o gli uomini all’opera) più che gli uomini stessi.
Immagine 88 - nota 446 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 83 - nota 447 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 85 - nota 448 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 59 - nota 449 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
[NOTE]
443 Cfr. immagine 84 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 38.
444 Cfr. Grafico 11-Attraverso l’Italia- Sardegna 1954.
445 Cfr. immagine 87 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 110.
446 Cfr. immagine 88 tratta da ibidem, p. 119.
447 Cfr. immagine 83 tratta da ibidem, p. 27.
448 Cfr. immagine 85 tratta da ibidem, p. 102.
449 Pubblicata, fra gli altri, in AA.VV. La fotografia in Sardegna, lo sguardo esterno 1960-1980, Nuoro, Ilisso, 2010, p. 113 e qui come immagine 59.
450 Cfr. immagine 89 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit.,
Milano, 1954, p. 201.
451 Cfr. immagine 3 di questo testo tratta da «Tempo», n.1, cit.
452 Cfr. immagine 86 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 110.
443 Cfr. immagine 84 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 38.
444 Cfr. Grafico 11-Attraverso l’Italia- Sardegna 1954.
445 Cfr. immagine 87 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 110.
446 Cfr. immagine 88 tratta da ibidem, p. 119.
447 Cfr. immagine 83 tratta da ibidem, p. 27.
448 Cfr. immagine 85 tratta da ibidem, p. 102.
449 Pubblicata, fra gli altri, in AA.VV. La fotografia in Sardegna, lo sguardo esterno 1960-1980, Nuoro, Ilisso, 2010, p. 113 e qui come immagine 59.
450 Cfr. immagine 89 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit.,
Milano, 1954, p. 201.
451 Cfr. immagine 3 di questo testo tratta da «Tempo», n.1, cit.
452 Cfr. immagine 86 tratta da TOURING CLUB ITALIANO, Sardegna, Attraverso l’Italia, cit., Milano, 1954, p. 110.
Immagine 89 - nota 450 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 86 - nota 452 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Immagine 3 - nota 451 - di Carlo Di Bella, Op. cit. infra |
Carlo Di Bella, Fotografare un mito. La rappresentazione fotografica della Sardegna negli anni Cinquanta e Sessanta, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Cagliari, Anno accademico 2017-2018