domenica 1 maggio 2022

La bonifica integrale era una “battaglia” condotta da un Capo


Il 5 ottobre 1931 Mussolini effettuò una visita nei territori dell’Agro Pontino in cui erano in pieno corso i lavori di bonificazione. Era accompagnato dal Governatore e dal Prefetto di Roma, da Orsolini-Cencelli, commissario governativo dell’Opera Nazionale Combattenti, dal Ministro dell’Agricoltura Giacomo Acerbo, dal già Sottosegretario Serpieri e da numerose altre autorità, convocate, con imponente previa preparazione dell’opinione pubblica, allo scopo di incontrare le delegazioni di amministratori e tecnici alla direzione dei consorzi bonificatori concessionari.
La carovana attraversò in auto parte di quella vasta area situata tra i monti Lepini, gli Ausoni e il Tirreno, entro cui erano stati suddivisi i 150.000 ettari in via di bonificazione in due comprensori: quello di Piscinara e quello Pontino.
Ad accompagnare la visita fu chiamata a dare resoconto degli eventi sia la storica Agenzia Stefani <81, che il nuovo potente mezzo di comunicazione di cui disponeva l’Istituto Luce <82
Vogliamo qui riportare parte del resoconto di quella visita che è stata raccolta da Mauro Stampacchia nel suo volume "Ruralizzare l’Italia!" che abbiamo più volte citato:
"Mussolini, atteso per le otto del mattino in località Doganella, dopo la fervida dimostrazione di omaggio dei presenti esplora a piedi il villaggio e si reca in visita ai lavori dello scavo collettore delle acque alte, opera grandiosa, fatta interamente a spese dello Stato, la quale consente di eliminare le maggiori cause delle inondazioni di Piscinara […]
Dopo una breve sosta presso il lago di Ninfa, al Belvedere di Sezze, dal quale è possibile abbracciare con lo sguardo tutto il territorio su cui si svolge la bonifica, il corteo di macchine punta su Piscinara, la zona che si trova in peggiori condizioni agrarie essendo coperta di acque per la maggior parte dell’anno, in modo da non poter fornire fino ad ora che un magrissimo pascolo; gli operai intenti al lavoro al passaggio del Duce levano il braccio nel saluto romano ed acclamano. […]
A Capogrosso, in un locale adibito a cinematografo, tavole imbandite e trofei di bandiere attendono la comitiva. La colazione, cui la squisita affabilità del Capo del Governo ha voluto dare un carattere simpaticamente familiare è presto consumata, conclusa dal brindisi di Ferretti, che ringrazia Prampolini per la bonifica destinata a diffondere in una zona già abbandonata e desolata i segni superbi della civiltà fascista: civiltà che si esprime nel lavoro fecondo e pacifico […]"
Parentesi. Natale Prampolini è un ingegnere reggiano già direttore dei lavori di bonifica nel comprensorio Parmigiana.Moglia, di cui sarà in seguito Amministratore Delegato, chiamato dal Governo fascista a presiedere i lavori nell’Agro Pontino per le capacità tecniche dimostrate in Emilia. Lo ritroveremo in seguito.
Ma concludiamo l’esempio di propaganda manifestatasi in gran pompa durante quella giornata, così come venne riportata dall’Agenzia Stefani:
"Hodel, della stampa estera, esprime tutta l’ammirazione che egli e i suoi colleghi provano di fronte a queste magnifiche realizzazioni. Mussolini risponde con una delle sue frasi incisive che scolpiscono la realtà e la illuminano: “Cinque anni di lavoro, seimila operai impiegati, cinquemila case nuove, trentamila coloni: ecco la risoluzione di un problema di oltre venti secoli”."
Altra parentesi. In realtà, il solo comprensorio di Piscinara che in quel momento, che dopo poco più di un anno dalla promulgazione della Legge del 1928 era pur ben avviato e in via di realizzazione avanzata, non aggregava in esso tutti quei dati. Le cinquemila case nuove e i trentamila coloni erano le cifre preventive del progetto per l’intero l’Agro.
Ancora l’Agenzia Stefani:
"E ancora vengono annotati, nel prosieguo della visita, i segni di un’attività instancabile […] il lieto spettacolo della redenzione non soltanto agricola ma umana […] la zona tristemente famosa […] risorta a nuova vita. L’automobile passa attraverso un paese, a cui si ricollegano i ricordi della più antica stirpe latina, dove fu la prima culla delle civiltà e dove vissero i fieri popoli bellicosi che Roma doveva un giorno pacificare sotto il suo impero; corre lungo i margini dei canali, si sofferma dinnanzi ai cantieri, agli scavi, agli stabilimenti. Il Capo del Governo porta ovunque la sua attenzione, chiede conto di questo o quel particolare, incoraggia, incita, elogia tecnici ed operai, che sono entusiasti e commossi per questo riconoscimento delle loro fatiche che viene dal Duce della nuova Italia. […]" <83
Ci fermiamo qui, non c’è altro da aggiungere su questo punto.
Si capisce bene come di fronte a questa massiccia dose di esternazioni prosaiche, miste a raccolta di immagini e resoconti per la pubblica opinione interna ed estera; alle esagerazioni, alla manipolazione dei dati compiuta tanto abilmente quanto inattaccabilmente dai media dell’epoca asserviti al regime, ben poco rimanesse delle concezioni pur enfatiche anch’esse della elaborazione serpieriana del "necessario spirito agreste" componente indiscutibile del mondo contadino che il suo talento tecnico aveva abbracciato e proposto alle scelte politiche.
La bonifica integrale come soluzione tecnico-economica maturata nel pensiero liberale a partire dai governi dell’ultimo Ottocento, subiva ora un’accelerazione e uno scippo concettuale.
Non più dibattiti alla Camera. Non più discussioni tra tecnici ed economisti.
La bonifica integrale era una “battaglia” condotta da un Capo. Una realizzazione spettacolare che andava mostrata e raccontata in quel modo: il Duce, l’Italia fascista, i rurali e la bonifica.
[NOTE]
81 L’Agenzia di Stampa Stefani fu fondata nel 1853 a Torino da Guglielmo Stefani e all’avvento del fascismo fu guidata, dal 1924, dal sansepolcrista Manlio Morgagni, cui Mussolini affidò la cura dell’immagine mediatica del regime. Sul’Agenzia Stefani esistono alcune pubblicazioni, come La voce del Duce. L’Agenzia Stefani: l’arma segreta di Mussolini, di Romano Canosa, Milano, Mondadori, 2002
82 Sull’Istituto Luce non aggiungiamo niente; se non che era nato nel 1924 e ben presto costituì il più potente mezzo di propaganda del regime. Molte pubblicazioni anche su questo.
83 M. Stampacchia, Ruralizzare l’Italia!..., cit., p. 207 e segg.
Walter Magnani, Fascismo e bonifica. La politica economica e sociale negli anni del regime, Tesi di laurea, Università degli Studi di Modena e di Reggio Emilia, Anno accademico 2013-2014