Con l’oscurarsi dell’orizzonte internazionale, la centralità della questione comunista rimetteva in discussione il rapporto degli americani con il PSI, legato al PCI dal patto di unità di azione. Sotto questo profilo, è intuibile l’importanza che essi attribuivano all’affermarsi di una forza socialista democratica, autonoma dal PCI e libera da vincoli con l’Unione Sovietica. Con la scissione di Palazzo Barberini nel gennaio 1947 l’attenzione del dipartimento di stato americano si concentrava prevalentemente sul PSLI di Saragat, mentre il PSI di Nenni veniva per così dire abbandonato al suo destino. <12 Questa anomalia geopolitica del socialismo italiano, partito social-marxista, operante in quella parte dell’Europa del dopo-Yalta, ormai ascritta alla sfera di influenza economica e strategica americana, era destinata a pesare sul futuro del partito, quando si apriva ad ovest, la questione dei rapporti fra socialisti e comunisti. Tanto più che la progressiva divaricazione tra le due parti dell’Europa si rifletteva immediatamente sui progetti di riorganizzazione internazionale delle sinistre che prendevano nuovamente due strade contrapposte, con la nascita del COMISCO (l’Internazionale socialista) e del COMINFORM (l’Internazionale comunista). <13
In Nenni, la figura del socialismo ufficiale italiano più rappresentativa a livello internazionale, come in buona parte della classe dirigente del secondo dopoguerra, <14 l’attenzione per i temi di politica estera fu spiccata, ma sempre strettamente legata ai possibili riflessi di politica interna, con una azione tesa a modificarla. La linea del neutralismo di Nenni era basata su una valutazione volutamente errata della situazione internazionale, della quale non venivano visti i reali contorni, per potersi concentrare completamente sulla politica interna. <15 Ciò comportava, in particolare per il PSI, l’isolamento rispetto all’internazionale socialista e ai grandi partiti socialisti dell’Europa occidentale e ai loro dibattiti. Rendendosi conto dell’inesistenza della possibilità di una «terza via», Nenni finì per trasformare il suo neutralismo in un pacifismo oggettivamente filo-sovietico, nella persuasione che l’URSS costituisse la principale garanzia di pace nel mondo e che non fosse possibile, nella sua visione, l’equidistanza tra Mosca, capitale della rivoluzione socialista, e Washington, capitale dell’imperialismo. <16
In verità il COMISCO, che alla conferenza di Anversa del dicembre 1947 aveva assunto una posizione di “terza forza” fra i due blocchi, era via via scivolato su uno schieramento a favore del blocco occidentale in seguito alle pressioni dei partiti socialdemocratici allora al governo in alcuni paesi europei. Ma la critica di fondo del COMISCO al PSI era nel fatto che esso rimaneva alleato di un partito, il PCI, che riteneva non dovesse rispondere al popolo del proprio paese, ma al COMINFORM e al PCUS, che avevano dichiarato guerra al socialismo democratico di tutto il mondo. <17
Anche se i laburisti britannici continuavano a ritenere il PSI l’unico rappresentante dei lavoratori socialisti italiani, le posizioni di personaggi di prestigio come Nenni e Basso su questioni fondamentali come la nascita del COMINFORM, il piano Marshall e, last but not least, il colpo di stato comunista a Praga nel 1948 avevano cominciato a far vacillare il granitico appoggio del Labour Party al partito socialista. <18 Sul piano internazionale, inoltre, Nenni aveva assunto un atteggiamento decisamente ostile agli Stati Uniti, avverso al piano Marshall e in linea con il COMINFORM; tutte posizioni che, dopo i fatti di Praga, facevano apparire il PSI, alleato del PCI, un vero e proprio pericolo agli occhi di molti socialisti democratici europei, in particolare dei laburisti che puntavano sugli aiuti del piano Marshall per ricostruire il loro paese e l’intera Europa. <19
Certamente, a quel tempo, nessuno era al corrente dei diretti rapporti tra Nenni e i sovietici che contavano proprio su di lui per disgregare le fila del COMISCO e dividere il socialismo europeo. <20 Persino nel novembre del 1947 alla riunione fondativa del COMISCO ad Anversa, Nenni era riuscito ad avere l’appoggio del Labour Party per bloccare la richiesta di riammissione degli scissionisti del PSLI di Saragat nell’Internazionale socialista. <21 Adesso però persino gli inglesi dovevano aprire gli occhi sulla minaccia comunista incombente su tutta l’Europa, ma particolarmente grave in Italia dove il PCI era forte e per di più si giovava dell’appoggio del PSI. La nascita del COMINFORM non lasciava dubbi su quale fosse la strategia di Mosca che si proponeva come nel 1919 di distruggere i partiti socialisti. <22
I problemi che queste opposte valutazioni implicavano non potevano evidentemente non emergere proprio in un momento nel quale, per di più, il Partito socialista affrontava la campagna elettorale per le politiche del 1948 facendo corpo unico con il più potente partito comunista occidentale. <23 Il PSI veniva a trovarsi in questo modo isolato e in una posizione ben difficile di fronte al processo di aperta rottura in atto in seno al COMISCO. Si apprendeva così che il partito era stato energicamente invitato da un lato a riconsiderare la propria posizione nei riguardi del Partito comunista e dall’altro a dare alla propria partecipazione alla conferenza sul piano Marshall un significato di adesione di principio all’atteggiamento assunto dai partiti socialisti occidentali; diversamente il PSI non avrebbe potuto contare né sugli aiuti americani né sull’appoggio del COMISCO. <24 A queste posizioni, la direzione socialista rispondeva riaffermando la decisa volontà del PSI di opporsi a qualsiasi tentativo per associare l’Italia alla politica dei blocchi, paragonando questa strategia a manovre simili a quelle che furono condotte durante il periodo di neutralità italiana nel primo conflitto mondiale da ambo le parti belligeranti nei confronti del partito per associarlo alla politica di guerra. <25
Il ritiro del PSI dalla conferenza di Londra del marzo 1948 era già implicito dalla perentorietà dell’alternativa: non fu che il primo passo verso l’espulsione dal COMISCO che sarebbe avvenuta nel giugno 1949. Il mutato atteggiamento dell’organizzazione internazionale socialista isolò così ancora di più il PSI dai partiti socialisti occidentali e gli costò l’appoggio elettorale che fu spostato completamente in favore dei socialdemocratici. <26 Ma dopo che il COMISCO, per volontà soprattutto dei laburisti, aveva mutato aspetto e aveva assunto quello di organo di collegamento fra partiti che accettavano senza riserva la politica di compromesso con l’America, cioè la politica del piano Marshall e del blocco occidentale in funzione eminentemente antisovietica, l’adesione o meno a questo organismo doveva essere vista in concreto sul piano dell’adesione a una determinata politica: «Quanto a noi - concludeva Basso - preferiamo restare sul terreno del marxismo e della classe operaia». <27
[NOTE]
12 Cfr. G. GABRIELLI, Gli amici americani. I socialisti italiani dalla guerra fredda alle amministrative del 1952, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2004, pp. 5-7. Per contro, anche all’interno del socialismo italiano erano forti i pregiudizi nei confronti degli Stati Uniti: C. VODOVAR, Stessa famiglia, diverso approccio. I socialisti italiani e francesi di fronte all’America, in P. CRAVERI - G. QUAGLIARIELLO, a cura di, L’antiamericanismo in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004, pp. 195-227.
13 Cfr. S. COLARIZI, I socialisti italiani e l’internazionale socialista: 1947-1958, in «Mondo contemporaneo», I, 2, agosto 2005, pp. 5-66 e E. DI NOLFO, Il socialismo italiano tra i due blocchi, in AA.VV., Trent’anni di politica socialista (1946-1976). Atti del convegno di Parma, Roma, Mondo Operaio, 1977, pp. 55 e ss.
14 Per una discussione critica dell’importanza di questo nesso, nel periodo da noi trattato, si veda: R. GUALTIERI, Nazionale e internazionale nell’Italia del dopoguerra 1943-1950, in «Italia contemporanea», LI, 216, settembre 1999, pp. 446-463 e S. NERI SERNERI, Nazionale e internazionale. Socialisti e comunisti in Europa tra guerra e dopoguerra, in «Contemporanea», III, 4, ottobre 2000, pp. 743-749.
15 Il problema del rapporto tra politica interna e politica estera in Nenni (che era stato ministro degli Esteri dall’ottobre 1946 al febbraio 1947) è ancora aperto. C’è chi ritiene che sia prevalente nella sua visione la politica interna: E. DECLEVA, I socialisti fra unità europea e politica dei blocchi, in A. COLOMBO, a cura di, La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1983, p. 159 ss. e ID., La politica estera: dal frontismo alla riscoperta dell’Europa, in AA.VV., Storia del PSI, vol. III, Dalla guerra fredda all’alternativa, Padova, Marsilio, 1980, pp. 22 e ss. Più propensi a considerare il ruolo “autonomo” della politica estera in Nenni sono: E. SANTARELLI, Pietro Nenni, Torino, UTET, 1988, pp. 305 e ss. e A. CANAVERO, Nenni, i socialisti italiani e la politica estera, in E. DI NOLFO - N.H. RAINERO - B. VIGEZZI, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1945-1950), Milano, Marzorati, 1990, pp. 223-227.
16 Cfr. D. ARDIA, Il rifiuto della potenza: il PSI e la politica di potenza in Europa, 1943-1950, in DI NOLFO - RAINERO - VIGEZZi, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1945-1950), cit., pp. 258 e ss. e S. COLARIZI, Il partito socialista e la politica di potenza dell’Italia negli anni ’50, in E. DI NOLFO - N.H. RAINERO - B. VIGEZZI, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1950-1960), Milano, Marzorati, 1992, pp. 227-232.
17 A questo proposito si veda il recente lavoro di P. MATTERA, L’ombre de la guerre froide. Socialistes italiens, International socialiste et États-Unis (1945-1966), Paris, L’Harmattan, 2017, in particolare pp. 110-11. I rapporti con l’Internazionale socialista erano complicati oltre che dalla presenza dei socialdemocratici seguaci di Saragat anche dall’uso di categorie di interpretazione della realtà politica assai differenti: democrazia/totalitarismo per l’Internazionale, proletariato/clerico-fascisti per i socialisti italiani.
18 Nenni, per esempio, plaude al colpo di stato comunista a Praga: P. NENNI, La conferma di Praga, in «Avanti!», 26 febbraio 1948, ora in A. BENZONI - V. TEDESCO, Documenti del socialismo italiano 1943-1966, Padova. Marsilio, 1968, pp. 67-68.
19 Sul rapporto tra PSI e Labour Party si veda J. FAVRETTO, The Long Search for a Third Way: British Labour Party and the Italian Left since 1945, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2003.
20 Sul rapporto tra Nenni e i sovietici si veda V. ZASLAVSKY, Lo stalinismo e la sinistra italiana, Milano, Mondadori, 2004, pp. 151 e ss. e 208-215.
21 Ad Anversa fu decisa la costituzione del COMISCO (Committee of the International Socialist Conference), del quale il Partito socialista italiano fu uno dei fondatori.
22 Cfr. A. VARSORI, Il Labour Party e la crisi del socialismo italiano (1947-1948), in AA.VV., I socialisti e l’Europa, Annali della Fondazione Giacomo Brodolini, Milano, FrancoAngeli, 1989, pp. 159-210.
23 Cfr. S. FEDELE, Fronte popolare. La sinistra e le elezioni politiche del 18 aprile 1948, Milano, Bompiani, 1978. In generale sulle elezioni: E. NOVELLI, Le elezioni del Quarantotto. Storia, strategia e immagini della prima campagna elettorale repubblicana, Roma, Donzelli, 2008. Sul frontismo ha dato una valutazione tutto sommato positiva la letteratura di area comunista, intravedendovi un elemento di tenuta dell’unità delle sinistre e con essa di difesa della democrazia e delle conquiste sociali dei lavoratori. Nella letteratura di area democratica e laica esso è stato invece valutato negativamente, come fattore di involuzione politica e ideologica e di appiattimento culturale e organizzativo nei confronti del più forte partner comunista.
24 Questo rapporto transnazionale tra il COMISCO e i socialisti e i socialdemocratici italiani è stato ora ricostruito da E. COSTA, The Labour Party, Denis Healey and the International Socialist Movement. Rebuilding the Socialist International during the Cold War, 1945-1951, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2018, tutto il cap. VI.
25 La dichiarazione della direzione socialista è riportata in F. PEDONE, a cura di, Novant’anni di pensiero e azione socialista. Attraverso i Congressi del PSI, vol. III, 1942-1955, Venezia, Marsilio, 1983, pp. 197-198.
26 Cfr. D.W. HEALEY, The International Socialist Conference 1945-1950, in «International Affairs», XXVI, 1950, pp. 370 e ss., e «L’Italia socialista», 27 marzo 1948 e 8 aprile 1948. Inoltre Una manovra respinta, in «Avanti!», 25 marzo 1948, e La Direzione del Partito approva l’opera dei delegati al convegno di Londra, ibid., 1° aprile 1948.
27 L. BASSO, Luoghi comuni e realtà politica. L’internazionale, in «Avanti!», 5 giugno 1948. Lelio Basso (1903-1978), che fu membro attivo della sinistra del PSI e segretario del partito dalla scissione socialdemocratica del gennaio 1947 al congresso di Genova del giugno 1948, assunse in tutta la vicenda del confronto COMISCO-COMINFORM un atteggiamento di fatto filosovietico. Egli fra i principali dirigenti socialisti può essere considerato un “eterodosso”. Attualmente sulla sua figura disponiamo dei lavori di G. MONINA, Lelio Basso, leader globale. Un socialista nel secondo Novecento, Roma, Carocci, 2016 e R. COLOZZA, Lelio Basso. Una biografia politica (1948-1958), Roma, Ediesse, 2010, relativi al periodo successivo alla Costituente; per il periodo dalla giovinezza fino alla Costituente cfr. C. GIORGI, Un socialista del Novecento. Uguaglianza, libertà e diritti nel percorso di Lelio Basso, Roma, Carocci, 2015. Su Basso nei primi anni della guerra fredda vedi ora lo studio di E. ROSSI, Democrazia come partecipazione. Lelio Basso e il PSI alle origini della Repubblica 1943-1947, Roma, Viella, 2011.
Domenico Sacco, Il Partito socialista italiano, la politica internazionale e il patto atlantico, Eunomia. Rivista semestrale di Storia e Politica Internazionali, Università del Salento, n. 2 - 2019
In Nenni, la figura del socialismo ufficiale italiano più rappresentativa a livello internazionale, come in buona parte della classe dirigente del secondo dopoguerra, <14 l’attenzione per i temi di politica estera fu spiccata, ma sempre strettamente legata ai possibili riflessi di politica interna, con una azione tesa a modificarla. La linea del neutralismo di Nenni era basata su una valutazione volutamente errata della situazione internazionale, della quale non venivano visti i reali contorni, per potersi concentrare completamente sulla politica interna. <15 Ciò comportava, in particolare per il PSI, l’isolamento rispetto all’internazionale socialista e ai grandi partiti socialisti dell’Europa occidentale e ai loro dibattiti. Rendendosi conto dell’inesistenza della possibilità di una «terza via», Nenni finì per trasformare il suo neutralismo in un pacifismo oggettivamente filo-sovietico, nella persuasione che l’URSS costituisse la principale garanzia di pace nel mondo e che non fosse possibile, nella sua visione, l’equidistanza tra Mosca, capitale della rivoluzione socialista, e Washington, capitale dell’imperialismo. <16
In verità il COMISCO, che alla conferenza di Anversa del dicembre 1947 aveva assunto una posizione di “terza forza” fra i due blocchi, era via via scivolato su uno schieramento a favore del blocco occidentale in seguito alle pressioni dei partiti socialdemocratici allora al governo in alcuni paesi europei. Ma la critica di fondo del COMISCO al PSI era nel fatto che esso rimaneva alleato di un partito, il PCI, che riteneva non dovesse rispondere al popolo del proprio paese, ma al COMINFORM e al PCUS, che avevano dichiarato guerra al socialismo democratico di tutto il mondo. <17
Anche se i laburisti britannici continuavano a ritenere il PSI l’unico rappresentante dei lavoratori socialisti italiani, le posizioni di personaggi di prestigio come Nenni e Basso su questioni fondamentali come la nascita del COMINFORM, il piano Marshall e, last but not least, il colpo di stato comunista a Praga nel 1948 avevano cominciato a far vacillare il granitico appoggio del Labour Party al partito socialista. <18 Sul piano internazionale, inoltre, Nenni aveva assunto un atteggiamento decisamente ostile agli Stati Uniti, avverso al piano Marshall e in linea con il COMINFORM; tutte posizioni che, dopo i fatti di Praga, facevano apparire il PSI, alleato del PCI, un vero e proprio pericolo agli occhi di molti socialisti democratici europei, in particolare dei laburisti che puntavano sugli aiuti del piano Marshall per ricostruire il loro paese e l’intera Europa. <19
Certamente, a quel tempo, nessuno era al corrente dei diretti rapporti tra Nenni e i sovietici che contavano proprio su di lui per disgregare le fila del COMISCO e dividere il socialismo europeo. <20 Persino nel novembre del 1947 alla riunione fondativa del COMISCO ad Anversa, Nenni era riuscito ad avere l’appoggio del Labour Party per bloccare la richiesta di riammissione degli scissionisti del PSLI di Saragat nell’Internazionale socialista. <21 Adesso però persino gli inglesi dovevano aprire gli occhi sulla minaccia comunista incombente su tutta l’Europa, ma particolarmente grave in Italia dove il PCI era forte e per di più si giovava dell’appoggio del PSI. La nascita del COMINFORM non lasciava dubbi su quale fosse la strategia di Mosca che si proponeva come nel 1919 di distruggere i partiti socialisti. <22
I problemi che queste opposte valutazioni implicavano non potevano evidentemente non emergere proprio in un momento nel quale, per di più, il Partito socialista affrontava la campagna elettorale per le politiche del 1948 facendo corpo unico con il più potente partito comunista occidentale. <23 Il PSI veniva a trovarsi in questo modo isolato e in una posizione ben difficile di fronte al processo di aperta rottura in atto in seno al COMISCO. Si apprendeva così che il partito era stato energicamente invitato da un lato a riconsiderare la propria posizione nei riguardi del Partito comunista e dall’altro a dare alla propria partecipazione alla conferenza sul piano Marshall un significato di adesione di principio all’atteggiamento assunto dai partiti socialisti occidentali; diversamente il PSI non avrebbe potuto contare né sugli aiuti americani né sull’appoggio del COMISCO. <24 A queste posizioni, la direzione socialista rispondeva riaffermando la decisa volontà del PSI di opporsi a qualsiasi tentativo per associare l’Italia alla politica dei blocchi, paragonando questa strategia a manovre simili a quelle che furono condotte durante il periodo di neutralità italiana nel primo conflitto mondiale da ambo le parti belligeranti nei confronti del partito per associarlo alla politica di guerra. <25
Il ritiro del PSI dalla conferenza di Londra del marzo 1948 era già implicito dalla perentorietà dell’alternativa: non fu che il primo passo verso l’espulsione dal COMISCO che sarebbe avvenuta nel giugno 1949. Il mutato atteggiamento dell’organizzazione internazionale socialista isolò così ancora di più il PSI dai partiti socialisti occidentali e gli costò l’appoggio elettorale che fu spostato completamente in favore dei socialdemocratici. <26 Ma dopo che il COMISCO, per volontà soprattutto dei laburisti, aveva mutato aspetto e aveva assunto quello di organo di collegamento fra partiti che accettavano senza riserva la politica di compromesso con l’America, cioè la politica del piano Marshall e del blocco occidentale in funzione eminentemente antisovietica, l’adesione o meno a questo organismo doveva essere vista in concreto sul piano dell’adesione a una determinata politica: «Quanto a noi - concludeva Basso - preferiamo restare sul terreno del marxismo e della classe operaia». <27
[NOTE]
12 Cfr. G. GABRIELLI, Gli amici americani. I socialisti italiani dalla guerra fredda alle amministrative del 1952, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2004, pp. 5-7. Per contro, anche all’interno del socialismo italiano erano forti i pregiudizi nei confronti degli Stati Uniti: C. VODOVAR, Stessa famiglia, diverso approccio. I socialisti italiani e francesi di fronte all’America, in P. CRAVERI - G. QUAGLIARIELLO, a cura di, L’antiamericanismo in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004, pp. 195-227.
13 Cfr. S. COLARIZI, I socialisti italiani e l’internazionale socialista: 1947-1958, in «Mondo contemporaneo», I, 2, agosto 2005, pp. 5-66 e E. DI NOLFO, Il socialismo italiano tra i due blocchi, in AA.VV., Trent’anni di politica socialista (1946-1976). Atti del convegno di Parma, Roma, Mondo Operaio, 1977, pp. 55 e ss.
14 Per una discussione critica dell’importanza di questo nesso, nel periodo da noi trattato, si veda: R. GUALTIERI, Nazionale e internazionale nell’Italia del dopoguerra 1943-1950, in «Italia contemporanea», LI, 216, settembre 1999, pp. 446-463 e S. NERI SERNERI, Nazionale e internazionale. Socialisti e comunisti in Europa tra guerra e dopoguerra, in «Contemporanea», III, 4, ottobre 2000, pp. 743-749.
15 Il problema del rapporto tra politica interna e politica estera in Nenni (che era stato ministro degli Esteri dall’ottobre 1946 al febbraio 1947) è ancora aperto. C’è chi ritiene che sia prevalente nella sua visione la politica interna: E. DECLEVA, I socialisti fra unità europea e politica dei blocchi, in A. COLOMBO, a cura di, La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1983, p. 159 ss. e ID., La politica estera: dal frontismo alla riscoperta dell’Europa, in AA.VV., Storia del PSI, vol. III, Dalla guerra fredda all’alternativa, Padova, Marsilio, 1980, pp. 22 e ss. Più propensi a considerare il ruolo “autonomo” della politica estera in Nenni sono: E. SANTARELLI, Pietro Nenni, Torino, UTET, 1988, pp. 305 e ss. e A. CANAVERO, Nenni, i socialisti italiani e la politica estera, in E. DI NOLFO - N.H. RAINERO - B. VIGEZZI, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1945-1950), Milano, Marzorati, 1990, pp. 223-227.
16 Cfr. D. ARDIA, Il rifiuto della potenza: il PSI e la politica di potenza in Europa, 1943-1950, in DI NOLFO - RAINERO - VIGEZZi, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1945-1950), cit., pp. 258 e ss. e S. COLARIZI, Il partito socialista e la politica di potenza dell’Italia negli anni ’50, in E. DI NOLFO - N.H. RAINERO - B. VIGEZZI, a cura di, L’Italia e la politica di potenza in Europa (1950-1960), Milano, Marzorati, 1992, pp. 227-232.
17 A questo proposito si veda il recente lavoro di P. MATTERA, L’ombre de la guerre froide. Socialistes italiens, International socialiste et États-Unis (1945-1966), Paris, L’Harmattan, 2017, in particolare pp. 110-11. I rapporti con l’Internazionale socialista erano complicati oltre che dalla presenza dei socialdemocratici seguaci di Saragat anche dall’uso di categorie di interpretazione della realtà politica assai differenti: democrazia/totalitarismo per l’Internazionale, proletariato/clerico-fascisti per i socialisti italiani.
18 Nenni, per esempio, plaude al colpo di stato comunista a Praga: P. NENNI, La conferma di Praga, in «Avanti!», 26 febbraio 1948, ora in A. BENZONI - V. TEDESCO, Documenti del socialismo italiano 1943-1966, Padova. Marsilio, 1968, pp. 67-68.
19 Sul rapporto tra PSI e Labour Party si veda J. FAVRETTO, The Long Search for a Third Way: British Labour Party and the Italian Left since 1945, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2003.
20 Sul rapporto tra Nenni e i sovietici si veda V. ZASLAVSKY, Lo stalinismo e la sinistra italiana, Milano, Mondadori, 2004, pp. 151 e ss. e 208-215.
21 Ad Anversa fu decisa la costituzione del COMISCO (Committee of the International Socialist Conference), del quale il Partito socialista italiano fu uno dei fondatori.
22 Cfr. A. VARSORI, Il Labour Party e la crisi del socialismo italiano (1947-1948), in AA.VV., I socialisti e l’Europa, Annali della Fondazione Giacomo Brodolini, Milano, FrancoAngeli, 1989, pp. 159-210.
23 Cfr. S. FEDELE, Fronte popolare. La sinistra e le elezioni politiche del 18 aprile 1948, Milano, Bompiani, 1978. In generale sulle elezioni: E. NOVELLI, Le elezioni del Quarantotto. Storia, strategia e immagini della prima campagna elettorale repubblicana, Roma, Donzelli, 2008. Sul frontismo ha dato una valutazione tutto sommato positiva la letteratura di area comunista, intravedendovi un elemento di tenuta dell’unità delle sinistre e con essa di difesa della democrazia e delle conquiste sociali dei lavoratori. Nella letteratura di area democratica e laica esso è stato invece valutato negativamente, come fattore di involuzione politica e ideologica e di appiattimento culturale e organizzativo nei confronti del più forte partner comunista.
24 Questo rapporto transnazionale tra il COMISCO e i socialisti e i socialdemocratici italiani è stato ora ricostruito da E. COSTA, The Labour Party, Denis Healey and the International Socialist Movement. Rebuilding the Socialist International during the Cold War, 1945-1951, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2018, tutto il cap. VI.
25 La dichiarazione della direzione socialista è riportata in F. PEDONE, a cura di, Novant’anni di pensiero e azione socialista. Attraverso i Congressi del PSI, vol. III, 1942-1955, Venezia, Marsilio, 1983, pp. 197-198.
26 Cfr. D.W. HEALEY, The International Socialist Conference 1945-1950, in «International Affairs», XXVI, 1950, pp. 370 e ss., e «L’Italia socialista», 27 marzo 1948 e 8 aprile 1948. Inoltre Una manovra respinta, in «Avanti!», 25 marzo 1948, e La Direzione del Partito approva l’opera dei delegati al convegno di Londra, ibid., 1° aprile 1948.
27 L. BASSO, Luoghi comuni e realtà politica. L’internazionale, in «Avanti!», 5 giugno 1948. Lelio Basso (1903-1978), che fu membro attivo della sinistra del PSI e segretario del partito dalla scissione socialdemocratica del gennaio 1947 al congresso di Genova del giugno 1948, assunse in tutta la vicenda del confronto COMISCO-COMINFORM un atteggiamento di fatto filosovietico. Egli fra i principali dirigenti socialisti può essere considerato un “eterodosso”. Attualmente sulla sua figura disponiamo dei lavori di G. MONINA, Lelio Basso, leader globale. Un socialista nel secondo Novecento, Roma, Carocci, 2016 e R. COLOZZA, Lelio Basso. Una biografia politica (1948-1958), Roma, Ediesse, 2010, relativi al periodo successivo alla Costituente; per il periodo dalla giovinezza fino alla Costituente cfr. C. GIORGI, Un socialista del Novecento. Uguaglianza, libertà e diritti nel percorso di Lelio Basso, Roma, Carocci, 2015. Su Basso nei primi anni della guerra fredda vedi ora lo studio di E. ROSSI, Democrazia come partecipazione. Lelio Basso e il PSI alle origini della Repubblica 1943-1947, Roma, Viella, 2011.
Domenico Sacco, Il Partito socialista italiano, la politica internazionale e il patto atlantico, Eunomia. Rivista semestrale di Storia e Politica Internazionali, Università del Salento, n. 2 - 2019