Accanto al variegato repertorio drammatico di cui si è data ampia testimonianza, la carriera radiofonica di La Capria si regge su un secondo pilastro della Rai, del tutto parallelo al primo: quello costituito dai periodici appuntamenti delle rubriche culturali. A partire dal 4 giugno 1948 fino al 13 luglio dell’anno successivo, La Capria si era già alternato a Della Seta nella conduzione di una ventina di puntate del Pomeriggio letterario, una rubrica divulgativa della Rete rossa che si proponeva di «colmare una lacuna sentita soprattutto negli ambienti culturali». <2 Sulla scia dell’analoga formula inaugurata dal Pomeriggio musicale, la trasmissione va in onda ogni venerdì dalle 17 alle 18 fino al 10 novembre 1948, quando l’introduzione del nuovo Pomeriggio teatrale impone una puntata ogni quindici giorni. Dal 12 gennaio 1949 la rubrica viene poi spostata al mercoledì, senza subire ulteriori variazioni fino alla chiusura estiva, quando la «prima e riuscita serie» di questi appuntamenti si interromperà per riprendere «sotto nuova forma» nell’inverno seguente. <3
Ottenuto il plauso degli ascoltatori più colti, il bilancio dell’esperienza non può che dirsi positivo. Nel suo primo anno di messa in onda, la striscia quindicinale del pomeriggio ha passato in rassegna una ricca selezione di classici, aggiornando altresì i radioascoltatori sulle ultime novità in campo editoriale. Fra gli argomenti affrontati da La Capria meritano considerazione: le recensioni del Cristo di Levi, della Cronaca di poveri amanti di Pratolini, de La romana di Moravia, e di Menzogna e sortilegio della Morante; l’introduzione all’esistenzialismo di Sartre attraverso le immagini simboliche offerte da alcune sue opere, come L’Âge de raison, Les Mouches, La Nausée e Le Mur; gli speciali sulla poetica di Leopardi, sulla prosa verghiana dei Malavoglia e sui capolavori di Alain-Fournier e Raymond Radiguet; le riletture dei racconti di Gogol’, Cechov e della Mansfield; e gli approfondimenti sulle Memorie di Dostoevskij, sulle Interviews imaginaires di Gide e sulla narrativa afroamericana di Richard Wright.
Dopo un lungo periodo di pausa finalizzato alla riorganizzazione del programma, il Pomeriggio letterario conosce il rinnovamento annunciato alla fine della stagione precedente. Pur avendo frequentato i palcoscenici in maniera discontinua fino a quel momento, La Capria si dedica alla critica teatrale in senso stretto curando insieme a Della Seta una rubrica per gli «amatori del teatro» ideata da Patroni Griffi e intitolata, per l’appunto, Il Ridotto. Teatro di oggi e di domani. <4 La nuova formula prevede che i due curatori non si avvicendino più alla conduzione, ma che dividano il microfono in simultanea per confrontarsi direttamente sull’«attualità teatrale in Italia e nel mondo». <5
Si è detto che, fin dall’adolescenza, La Capria ha intrattenuto con il teatro rapporti «sempre controversi», in parte dovuti a una formazione più letteraria che teatrale, in parte determinati dal modo in cui «si fa il teatro qui da noi». <6
Sul suo gusto ha agito infatti un’avversione per le «prevaricazioni teatrali» di chi impone al testo il proprio punto di vista limitandone la polisemia a un solo senso, o di chi, in mancanza di un’idea teatrale che muova da un’autentica spinta conoscitiva, rappresenterebbe Cechov perché odia Cechov o Shakespeare «per metterlo “tra virgolette” e per “inventarsi qualche sorpresa”». <7 Ciò non ha impedito allo scrittore di lanciarsi anche in questo progetto, affrontando i problemi volta per volta con un approccio curioso e garbato. Un tono che ben si presta a trasmissioni di servizio come le sue, seguite tanto da ascoltatori istruiti e selezionati quanto dal pubblico popolare, desideroso di attingere a un sapere che gli era stato fino ad allora precluso.
A partire dal 10 dicembre 1949 fino all’8 luglio 1959, Il Ridotto diventa un appuntamento fisso del palinsesto radiofonico, suscitando «tanta simpatia» tra i suoi affezionati ascoltatori. <8 Originariamente trasmessa dalla Rete rossa ogni sabato pomeriggio, tra le 16:30 e le 17, la rubrica cambierà più volte frequenza e collocazione, migrando al Programma Nazionale dal gennaio del ’52, per divenire poi una striscia quindicinale della sera. La regia è affidata a Rossi per le prime otto puntate, al quale subentrerà il collega Pietro Masserano Taricco fino alla fine delle trasmissioni. In alcune sue nostalgiche «notarelle», Della Seta avrebbe in seguito ricordato la fine del contributo di La Capria al Ridotto con lieve amarezza: "La nostra collaborazione durò per alcuni anni, finché venne il giorno in cui Raffaele fu assunto. Dovette allora sottostare a un severo regolamento, che impediva ai dipendenti di prestare la propria opera creativa a favore dell’Ente, in una sorta di automutilazione per cui i nomi più belli e importanti della nuova generazione letteraria venivano ridotti al rango di impiegati amministrativi". <9
La conduzione di La Capria si sarebbe conclusa il 31 dicembre 1954, quando l’autore passa il testimone all’amico Weaver, chiamato ad apportare un contributo alla «conoscenza del teatro americano, e in particolare del musical». <10
Nella stagione in cui vi collabora anche La Capria, la struttura dialogica del Ridotto è spesso costruita attorno alle figure di alcuni personaggi immaginari, ai quali spetta il compito di mettere in scena un dibattito virtuale, dando voce «a tutte le opinioni» dei radioascoltatori. <11
Proprio come si è soliti fare nel foyer di un teatro, anche questi personaggi discutono sui nostri Visconti, Ugo Betti, Alberto Perrini, Diego Fabbri, Ezio D’Errico, ma anche su Eliot, Shaw, O’Neill, Capote, Christopher Fry, Ronald Duncan, Thornton Wilder, Arthur Miller, Tennessee Williams, Samuel Albert Taylor, Samson Raphaelson, o ancora su Gide, Albert Camus, Roger Vailland, Armand Salacrou e molti altri. Si tratta del prototipo di un talk show nel quale, tuttavia, nessuno spazio è riservato all’improvvisazione. Ogni battuta è scritta per garantire all’«ascoltatore intelligente» la possibilità di «approfondire i temi proposti» e di «trarre delle conclusioni vitali» sull’argomento, parteggiando per il personaggio che ha espresso le idee più vicine al suo pensiero. <12 Perciò, se la voce di Tizio (alias Michele Malaspina) esprime l’opinione «piccolo borghese» di chi bada soprattutto al «lato pratico della cosa», al Professor Klamm (Giorgio Piamonti) spetta, «come al solito, la parte del conservatore», così che Domitilla (Gemma Griarotti) possa mediare fra i due interlocutori, entrando nel discorso non appena un’osservazione le appaia «particolarmente ingiusta», fino a risolvere la diatriba di turno riconducendo tutto a una «questione di gusto e di misura». <13 Sembrerebbe che La Capria e Della Seta avessero qui adottato la strategia aziendale secondo cui in radio era consigliabile essere sempre assertivi, tanto con i «partigiani del sì» quanto con i «partigiani del no», per restare «al centro in posizione di equilibrio» e sottrarsi così ad «ogni possibile coda polemica». <14
Rispondendo alle domande di Anna Grazia D’Oria, rievocando gli anni della Rai, La Capria avrebbe sottolineato questa sua funzione: "Seguivo i programmi culturali leggendo i testi delle conversazioni con gli scrittori, ero il filtro che controllava la grammatica e anche l’opportunità dei programmi che poi andavano in onda. I testi non dovevano urtare la sensibilità dell’ascoltatore medio, dovevano essere adatti a lui, senza offenderlo né prevaricarlo". <15
Non bisogna dimenticare che all’indomani delle elezioni del 18 aprile 1948 era stata la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi a mettersi alla guida del Paese, proponendo un modello di rassicurante morigeratezza nel quale, per anni, la maggioranza delle famiglie italiane si sarebbe riconosciuta. Di conseguenza, anche il gruppo dirigente della Rai legato al partito cattolico seguiva una “linea centrista”, facendo propria la mission del direttore della BBC John Reith («inform, educate, entertain») per produrre trasmissioni rispondenti alle «esigenze di tutti», avendo cura di evitare «qualsiasi genere di shock» agli ascoltatori provati dalla guerra. <16
Ma l’equidistanza democristiana alla quale La Capria avrebbe poi opposto il diritto di essere «decisamente equicontrastante», respingendo così lo stigma sociale che marchia chi sceglie di «non collocarsi» politicamente, non è la sola inderogabile norma per la redazione di un testo radiofonico. <17
Il celebre vademecum dell’ingegner Gadda, pubblicato dalla ERI nel ’53 come a formalizzare le regole non scritte già in uso nell’azienda, è senz’altro una lettura che egli deve aver tenuto in grande considerazione. I testi di La Capria sembrano infatti seguire alla lettera le prescrizioni perentorie dell’opuscolo gaddiano, che tutti i dipendenti della Radio erano tenuti a prendere sul serio, nonostante l’umorismo involontario di alcune circonlocuzioni da «linguaggio notarile». <18 Menzionando il ritratto che ne fece Giulio Cattaneo, anche La Capria ricorda molto bene «le sue fisime», risalenti a quando i due erano impiegati «praticamente nello stesso settore» della Rai: <19 "Lui aveva questo rispetto per le regole, non perché fosse una persona gregaria, è che aveva un rispetto maniacale per le cose che funzionavano, i rapporti da rispettare, era un uomo da Italia risorgimentale. Era curioso il contrasto tra la sua capacità di essere letterariamente rivoluzionario e questa specie di disciplina del comportamento, che a volte era francamente esagerata". <20
Fra tutte le norme elencate con millimetrica precisione dall’ingegnere, quella che La Capria non manca mai di rispettare è soprattutto la cautela che suggerisce ai radioautori che avessero voluto «ottenere ascolto fino a trenta-quaranta minuti», di elaborare i testi «in forma di dialogo», "sia ricorrendo alla dialettica domanda-risposta, sia a quella per tesi-antitesi, sia ancora (più blandamente) a una successione di frasi espressive di cui l’una consegua all’altra con un certo distacco sviluppandola e completandola". <21
Facendo tesoro dei consigli redazionali di Gadda, alcune puntate del Ridotto si occupano del mezzo radiofonico e dei suoi rapporti con il teatro, il cinema e la neonata televisione, che dopo alcune trasmissioni sperimentali avrebbe inaugurato ufficialmente i suoi servizi il 3 gennaio 1954. <22
[NOTE]
2 **, Nuovi orientamenti nei programmi radio, «RC», 25:22 (1948), p. 3. Stando al palinsesto del «RC», 25:23 (1948), p. 22, a curare il primo Pomeriggio letterario fu Della Seta con una divagazione sulla Poesia amorosa italiana da Federico II a Petrarca, mentre all’A. spettò la seconda puntata sull’Ultima narrativa italiana, trasmessa l’11 giugno 1948 dalle 17 alle 18.
3 Pomeriggio letterario: “La morte del piccolo borghese” di F. Werfel, «RC», 26:28 (1949), p. 8.
4 Per gli amatori del teatro, «RC», 26:49 (1949), p. 8.
5 Il Ridotto, in ORTOLEVA e SCARAMUCCI, Enciclopedia della radio, cit., pp. 736-37: 736.
6 RAFFAELE LA CAPRIA, Rispettate Pirandello, «CdS», 23 aprile 1987; poi Le prevaricazioni teatrali, in Letteratura e salti mortali, cit., pp. 1293-98: 1293. Per una testimonianza dell’alter ego giovanile dello scrittore, si veda RAFFAELE LA CAPRIA, Esperienze teatrali di Candido dal ’38 al ’43, «Tempo presente», 10:8 (1965); poi Il morto che parla. Esperienze teatrali di Candido dal ’38 al ’43, in False partenze (1974), cit., p. 35, dove leggiamo che le sue esperienze teatrali erano «strettamente legate a quelle letterarie (anche perché spesso le commedie le leggeva soltanto)».
7 RAFFAELE LA CAPRIA, Cecov, come ti odio, «CdS», 20 giugno 1987; poi Il teatro, le idee e le trovate, in Letteratura e salti mortali, cit., pp. 1299-1304: 1300. Sull’argomento, si veda anche RAFFAELE LA CAPRIA, Prefazione a GIORGIO PROSPERI, Sinceramente preoccupato di intendere. Sessant’anni di critica teatrale, a cura di Mario Prosperi, Bulzoni, Roma 2004, vol. I, 1940-1969, pp. XXXI-XXXV.
8 Prosa: Il Ridotto, «RC», 27:40 (1950), p. 12. Nella voce enciclopedica sul Ridotto, cit., p. 736, è scritto che l’ultima puntata, a cura di Gian Domenico Giagni, fu trasmessa l’8 luglio 1959, anche se il palinsesto del «RC TV», 36:52 (1959), p. 30, annuncia un ulteriore appuntamento il 28 dicembre dello stesso anno. Non è però da escludere che si tratti di una replica.
9 DELLA SETA, Raffaele La Capria, cit., p. 18.
10 Il Ridotto, cit., p. 737.
11 Per gli amatori del teatro, cit.
12 Ibid.
13 LA CAPRIA e DELLA SETA, Il Ridotto, cit., 6 febbraio 1953, TR, fald. 845, fasc. 17, pp. 7, 4, 6 e 13. Si veda ivi, 3 marzo 1952, TR, fald. 844, fasc. 16, pp. 3 e 5, per l’attribuzione delle voci ai personaggi.
14 ISOLA, Cari amici vicini e lontani, cit., p. 160.
15 ANNA GRAZIA D’ORIA, Intervista a Raffaele La Capria, «l’immaginazione», 34:303 (2018), p. 6.
16 ISOLA, Cari amici vicini e lontani, cit., p. 161. MONTELEONE, Storia della radio, cit., p. 264. Si veda FRANCO MONTELEONE, L’occupazione cattolica, in Storia della RAI, cit., pp. 201-22.
17 LA CAPRIA, La mosca nella bottiglia, cit., p. 1516.
18 Cit. in DANTE ISELLA, Note ai testi, in CARLO EMILIO GADDA, Saggi, giornali, favole e altri scritti, a cura di Liliana Orlando, Clelia Martignoni e Dante Isella, Garzanti, Milano 1991, vol. I, pp. 1362-63: 1362.
19 VELARDI, Albergo Roma, cit., p. 90. L’A. si riferisce a GIULIO CATTANEO, Il gran lombardo, Garzanti, Milano 1973.
Luca Federico, L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Genova, 2020
Ottenuto il plauso degli ascoltatori più colti, il bilancio dell’esperienza non può che dirsi positivo. Nel suo primo anno di messa in onda, la striscia quindicinale del pomeriggio ha passato in rassegna una ricca selezione di classici, aggiornando altresì i radioascoltatori sulle ultime novità in campo editoriale. Fra gli argomenti affrontati da La Capria meritano considerazione: le recensioni del Cristo di Levi, della Cronaca di poveri amanti di Pratolini, de La romana di Moravia, e di Menzogna e sortilegio della Morante; l’introduzione all’esistenzialismo di Sartre attraverso le immagini simboliche offerte da alcune sue opere, come L’Âge de raison, Les Mouches, La Nausée e Le Mur; gli speciali sulla poetica di Leopardi, sulla prosa verghiana dei Malavoglia e sui capolavori di Alain-Fournier e Raymond Radiguet; le riletture dei racconti di Gogol’, Cechov e della Mansfield; e gli approfondimenti sulle Memorie di Dostoevskij, sulle Interviews imaginaires di Gide e sulla narrativa afroamericana di Richard Wright.
Dopo un lungo periodo di pausa finalizzato alla riorganizzazione del programma, il Pomeriggio letterario conosce il rinnovamento annunciato alla fine della stagione precedente. Pur avendo frequentato i palcoscenici in maniera discontinua fino a quel momento, La Capria si dedica alla critica teatrale in senso stretto curando insieme a Della Seta una rubrica per gli «amatori del teatro» ideata da Patroni Griffi e intitolata, per l’appunto, Il Ridotto. Teatro di oggi e di domani. <4 La nuova formula prevede che i due curatori non si avvicendino più alla conduzione, ma che dividano il microfono in simultanea per confrontarsi direttamente sull’«attualità teatrale in Italia e nel mondo». <5
Si è detto che, fin dall’adolescenza, La Capria ha intrattenuto con il teatro rapporti «sempre controversi», in parte dovuti a una formazione più letteraria che teatrale, in parte determinati dal modo in cui «si fa il teatro qui da noi». <6
Sul suo gusto ha agito infatti un’avversione per le «prevaricazioni teatrali» di chi impone al testo il proprio punto di vista limitandone la polisemia a un solo senso, o di chi, in mancanza di un’idea teatrale che muova da un’autentica spinta conoscitiva, rappresenterebbe Cechov perché odia Cechov o Shakespeare «per metterlo “tra virgolette” e per “inventarsi qualche sorpresa”». <7 Ciò non ha impedito allo scrittore di lanciarsi anche in questo progetto, affrontando i problemi volta per volta con un approccio curioso e garbato. Un tono che ben si presta a trasmissioni di servizio come le sue, seguite tanto da ascoltatori istruiti e selezionati quanto dal pubblico popolare, desideroso di attingere a un sapere che gli era stato fino ad allora precluso.
A partire dal 10 dicembre 1949 fino all’8 luglio 1959, Il Ridotto diventa un appuntamento fisso del palinsesto radiofonico, suscitando «tanta simpatia» tra i suoi affezionati ascoltatori. <8 Originariamente trasmessa dalla Rete rossa ogni sabato pomeriggio, tra le 16:30 e le 17, la rubrica cambierà più volte frequenza e collocazione, migrando al Programma Nazionale dal gennaio del ’52, per divenire poi una striscia quindicinale della sera. La regia è affidata a Rossi per le prime otto puntate, al quale subentrerà il collega Pietro Masserano Taricco fino alla fine delle trasmissioni. In alcune sue nostalgiche «notarelle», Della Seta avrebbe in seguito ricordato la fine del contributo di La Capria al Ridotto con lieve amarezza: "La nostra collaborazione durò per alcuni anni, finché venne il giorno in cui Raffaele fu assunto. Dovette allora sottostare a un severo regolamento, che impediva ai dipendenti di prestare la propria opera creativa a favore dell’Ente, in una sorta di automutilazione per cui i nomi più belli e importanti della nuova generazione letteraria venivano ridotti al rango di impiegati amministrativi". <9
La conduzione di La Capria si sarebbe conclusa il 31 dicembre 1954, quando l’autore passa il testimone all’amico Weaver, chiamato ad apportare un contributo alla «conoscenza del teatro americano, e in particolare del musical». <10
Nella stagione in cui vi collabora anche La Capria, la struttura dialogica del Ridotto è spesso costruita attorno alle figure di alcuni personaggi immaginari, ai quali spetta il compito di mettere in scena un dibattito virtuale, dando voce «a tutte le opinioni» dei radioascoltatori. <11
Proprio come si è soliti fare nel foyer di un teatro, anche questi personaggi discutono sui nostri Visconti, Ugo Betti, Alberto Perrini, Diego Fabbri, Ezio D’Errico, ma anche su Eliot, Shaw, O’Neill, Capote, Christopher Fry, Ronald Duncan, Thornton Wilder, Arthur Miller, Tennessee Williams, Samuel Albert Taylor, Samson Raphaelson, o ancora su Gide, Albert Camus, Roger Vailland, Armand Salacrou e molti altri. Si tratta del prototipo di un talk show nel quale, tuttavia, nessuno spazio è riservato all’improvvisazione. Ogni battuta è scritta per garantire all’«ascoltatore intelligente» la possibilità di «approfondire i temi proposti» e di «trarre delle conclusioni vitali» sull’argomento, parteggiando per il personaggio che ha espresso le idee più vicine al suo pensiero. <12 Perciò, se la voce di Tizio (alias Michele Malaspina) esprime l’opinione «piccolo borghese» di chi bada soprattutto al «lato pratico della cosa», al Professor Klamm (Giorgio Piamonti) spetta, «come al solito, la parte del conservatore», così che Domitilla (Gemma Griarotti) possa mediare fra i due interlocutori, entrando nel discorso non appena un’osservazione le appaia «particolarmente ingiusta», fino a risolvere la diatriba di turno riconducendo tutto a una «questione di gusto e di misura». <13 Sembrerebbe che La Capria e Della Seta avessero qui adottato la strategia aziendale secondo cui in radio era consigliabile essere sempre assertivi, tanto con i «partigiani del sì» quanto con i «partigiani del no», per restare «al centro in posizione di equilibrio» e sottrarsi così ad «ogni possibile coda polemica». <14
Rispondendo alle domande di Anna Grazia D’Oria, rievocando gli anni della Rai, La Capria avrebbe sottolineato questa sua funzione: "Seguivo i programmi culturali leggendo i testi delle conversazioni con gli scrittori, ero il filtro che controllava la grammatica e anche l’opportunità dei programmi che poi andavano in onda. I testi non dovevano urtare la sensibilità dell’ascoltatore medio, dovevano essere adatti a lui, senza offenderlo né prevaricarlo". <15
Non bisogna dimenticare che all’indomani delle elezioni del 18 aprile 1948 era stata la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi a mettersi alla guida del Paese, proponendo un modello di rassicurante morigeratezza nel quale, per anni, la maggioranza delle famiglie italiane si sarebbe riconosciuta. Di conseguenza, anche il gruppo dirigente della Rai legato al partito cattolico seguiva una “linea centrista”, facendo propria la mission del direttore della BBC John Reith («inform, educate, entertain») per produrre trasmissioni rispondenti alle «esigenze di tutti», avendo cura di evitare «qualsiasi genere di shock» agli ascoltatori provati dalla guerra. <16
Ma l’equidistanza democristiana alla quale La Capria avrebbe poi opposto il diritto di essere «decisamente equicontrastante», respingendo così lo stigma sociale che marchia chi sceglie di «non collocarsi» politicamente, non è la sola inderogabile norma per la redazione di un testo radiofonico. <17
Il celebre vademecum dell’ingegner Gadda, pubblicato dalla ERI nel ’53 come a formalizzare le regole non scritte già in uso nell’azienda, è senz’altro una lettura che egli deve aver tenuto in grande considerazione. I testi di La Capria sembrano infatti seguire alla lettera le prescrizioni perentorie dell’opuscolo gaddiano, che tutti i dipendenti della Radio erano tenuti a prendere sul serio, nonostante l’umorismo involontario di alcune circonlocuzioni da «linguaggio notarile». <18 Menzionando il ritratto che ne fece Giulio Cattaneo, anche La Capria ricorda molto bene «le sue fisime», risalenti a quando i due erano impiegati «praticamente nello stesso settore» della Rai: <19 "Lui aveva questo rispetto per le regole, non perché fosse una persona gregaria, è che aveva un rispetto maniacale per le cose che funzionavano, i rapporti da rispettare, era un uomo da Italia risorgimentale. Era curioso il contrasto tra la sua capacità di essere letterariamente rivoluzionario e questa specie di disciplina del comportamento, che a volte era francamente esagerata". <20
Fra tutte le norme elencate con millimetrica precisione dall’ingegnere, quella che La Capria non manca mai di rispettare è soprattutto la cautela che suggerisce ai radioautori che avessero voluto «ottenere ascolto fino a trenta-quaranta minuti», di elaborare i testi «in forma di dialogo», "sia ricorrendo alla dialettica domanda-risposta, sia a quella per tesi-antitesi, sia ancora (più blandamente) a una successione di frasi espressive di cui l’una consegua all’altra con un certo distacco sviluppandola e completandola". <21
Facendo tesoro dei consigli redazionali di Gadda, alcune puntate del Ridotto si occupano del mezzo radiofonico e dei suoi rapporti con il teatro, il cinema e la neonata televisione, che dopo alcune trasmissioni sperimentali avrebbe inaugurato ufficialmente i suoi servizi il 3 gennaio 1954. <22
[NOTE]
2 **, Nuovi orientamenti nei programmi radio, «RC», 25:22 (1948), p. 3. Stando al palinsesto del «RC», 25:23 (1948), p. 22, a curare il primo Pomeriggio letterario fu Della Seta con una divagazione sulla Poesia amorosa italiana da Federico II a Petrarca, mentre all’A. spettò la seconda puntata sull’Ultima narrativa italiana, trasmessa l’11 giugno 1948 dalle 17 alle 18.
3 Pomeriggio letterario: “La morte del piccolo borghese” di F. Werfel, «RC», 26:28 (1949), p. 8.
4 Per gli amatori del teatro, «RC», 26:49 (1949), p. 8.
5 Il Ridotto, in ORTOLEVA e SCARAMUCCI, Enciclopedia della radio, cit., pp. 736-37: 736.
6 RAFFAELE LA CAPRIA, Rispettate Pirandello, «CdS», 23 aprile 1987; poi Le prevaricazioni teatrali, in Letteratura e salti mortali, cit., pp. 1293-98: 1293. Per una testimonianza dell’alter ego giovanile dello scrittore, si veda RAFFAELE LA CAPRIA, Esperienze teatrali di Candido dal ’38 al ’43, «Tempo presente», 10:8 (1965); poi Il morto che parla. Esperienze teatrali di Candido dal ’38 al ’43, in False partenze (1974), cit., p. 35, dove leggiamo che le sue esperienze teatrali erano «strettamente legate a quelle letterarie (anche perché spesso le commedie le leggeva soltanto)».
7 RAFFAELE LA CAPRIA, Cecov, come ti odio, «CdS», 20 giugno 1987; poi Il teatro, le idee e le trovate, in Letteratura e salti mortali, cit., pp. 1299-1304: 1300. Sull’argomento, si veda anche RAFFAELE LA CAPRIA, Prefazione a GIORGIO PROSPERI, Sinceramente preoccupato di intendere. Sessant’anni di critica teatrale, a cura di Mario Prosperi, Bulzoni, Roma 2004, vol. I, 1940-1969, pp. XXXI-XXXV.
8 Prosa: Il Ridotto, «RC», 27:40 (1950), p. 12. Nella voce enciclopedica sul Ridotto, cit., p. 736, è scritto che l’ultima puntata, a cura di Gian Domenico Giagni, fu trasmessa l’8 luglio 1959, anche se il palinsesto del «RC TV», 36:52 (1959), p. 30, annuncia un ulteriore appuntamento il 28 dicembre dello stesso anno. Non è però da escludere che si tratti di una replica.
9 DELLA SETA, Raffaele La Capria, cit., p. 18.
10 Il Ridotto, cit., p. 737.
11 Per gli amatori del teatro, cit.
12 Ibid.
13 LA CAPRIA e DELLA SETA, Il Ridotto, cit., 6 febbraio 1953, TR, fald. 845, fasc. 17, pp. 7, 4, 6 e 13. Si veda ivi, 3 marzo 1952, TR, fald. 844, fasc. 16, pp. 3 e 5, per l’attribuzione delle voci ai personaggi.
14 ISOLA, Cari amici vicini e lontani, cit., p. 160.
15 ANNA GRAZIA D’ORIA, Intervista a Raffaele La Capria, «l’immaginazione», 34:303 (2018), p. 6.
16 ISOLA, Cari amici vicini e lontani, cit., p. 161. MONTELEONE, Storia della radio, cit., p. 264. Si veda FRANCO MONTELEONE, L’occupazione cattolica, in Storia della RAI, cit., pp. 201-22.
17 LA CAPRIA, La mosca nella bottiglia, cit., p. 1516.
18 Cit. in DANTE ISELLA, Note ai testi, in CARLO EMILIO GADDA, Saggi, giornali, favole e altri scritti, a cura di Liliana Orlando, Clelia Martignoni e Dante Isella, Garzanti, Milano 1991, vol. I, pp. 1362-63: 1362.
19 VELARDI, Albergo Roma, cit., p. 90. L’A. si riferisce a GIULIO CATTANEO, Il gran lombardo, Garzanti, Milano 1973.
Luca Federico, L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Genova, 2020